
Mostra e ricordo a Fenix
“Caro Sergio, ti porto con me”: Frassinetti parla di Ramelli e i giovani di Gn si entusiasmano: “Ci fa tremare il cuore”
I giovani di Gn attenti e appassionati: "È difficile esprimere a parole le emozioni e l’orgoglio di parlare davanti a centinaia di fratelli per raccontare la storia di Sergio Ramelli a cinquant’anni dal suo vile assassinio"
Bella mostra, bella pagina dedicata a Sergio Ramelli nel corso della festa dei ragazzi di Gioventù nazionale al laghetto dell’Eur. “50 anni senza Sergio” è il titolo del panel pomeridiano di questo sabato a Fenix. “L’ho conosciuto al Fronte della Gioventù di Milano, eravamo tutti e due responsabili di istituto in una zona, quella est di Milano, abbastanza pesante”. E’ il ricordo commovente di Paola Frassinetti, sottosegretaria al ministero dell’istruzione e del merito, che racconta gli anni bui della Milano dell’epoca. “Lo incontrai in federazione e lì facevamo le riunioni delle scuole perché, nonostante la nostra missione della militanza: avevamo anche voglia di cambiare la scuola. I ragazzi delle scuole pubbliche, ogni volta che si usciva per andarci, andavamo incontro all’ignoto: c’era un’intolleranza altissima: l’obiettivo era quello di mandarci fuori dalle scuole pubbliche dove c’era l’aggregazione più vera. La nostra voce dava fastidio. Quello che è successo a Sergio poteva succedere a chiunque di noi”.
I ragazzi di Fenix con Sergio Ramelli nel cuore
I ragazzi presenti hanno ascoltato con attenzione e passione. “È difficile esprimere a parole le emozioni e l’orgoglio di parlare davanti a centinaia di fratelli, sul palco di Fenix, per raccontare la storia di Sergio Ramelli a cinquant’anni dal suo vile assassinio”. Le parole di Matteo Malacrida di Gn che ha voluto e moderato l’incontro. “Grazie a Paola Frassinetti, a Carolina Varchi, a Guido Giraudo, ad Andrea Arbizzoni, a Francesco Boezi e a Daniela Mussi: che hanno condiviso con me questa mattinata. Grazie a tutti i militanti e alla mia Comunità, grazie a chi ha chiesto a me di raccontare questa vicenda”.
Paola Frassinetti: Il clima di allora era non sapere se si arrivava al giorno dopo
“Ramelli era un militante del Fronte della gioventù – ha proseguito Frassinetti-. Il clima era non sapere se si arrivava al giorno dopo – ricorda -. I funerali furono una vergogna, la responsabilità era anche del sistema, della Democrazia cristiana, dei giornali che non dicevano una parola di noi: la polizia che ci caricò mentre uscivamo da una messa per Ramelli. Sergio è un figlio d’Italia. Deve essere un morto di tutti, non solo un morto di parte. E perché sia così devono essere impediti atti ignobili che vengono solo da una parte”, ha aggiunto Frassinetti. Il riferimento è ai tanti, troppi e reiterati vandalismi alle targhe in memoria di Serio Ramelli. “Dobbiamo farci portatori di una memoria condivisa. Quando mi hanno detto che sarei diventata sottosegretario all’Istruzione, io ho pensato a Sergio. Gi ho detto ‘eravamo insieme al Fronte della gioventù, ogni giorno ci impedivano di parlare. Ora sto andando al ministero, ho appena fatto il giuramento. Ti porto con me, vieni con me, andiamo insieme'”.