
La nuova tranche di aiuti
Bonus social per il disagio economico: come funzionano, quali sono i requisiti e chi può usufruirne
Arrivano i bonus sociali per il disagio economico, ovvero degli sconti adottati automaticamente sulle bollette elettriche, gas e idriche alle famiglie che, come ha spiegato Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), hanno un’attestazione Isee sotto la soglia. Ma non finisce qui, perché dal prossimo anno copriranno anche la Tari, ossia la tassa sui rifiuti. Questi sconti vengono effettuati i per 12 mesi, su una sola fornitura per ogni tipo di servizio e possono usufruirne anche le persone che abitano in un condominio. I nuclei familiari, secondo Skytg24, hanno diritto al bonus se l’Isee non supera i 9.530 euro per famiglie con massimo 3 figli a carico e se non è più alto di 20.000 euro per le famiglie numerose con almeno 4 figli a carico.
Bonus per il disagio economico: agevolazione idrica
Nel caso di fornitura diretta per l’acqua si aggiungono altri tre requisiti: il contratto che prevede le agevolazioni dev’essere intestato a uno dei membri del nucleo Isee. Se il contratto è intestato a un altro soggetto allora il bonus non viene riconosciuto; la fornitura deve avere una tariffa per uso domestico residente nel caso idrico; la fornitura dev’essere attiva. Nel caso di una fornitura centralizzata, questa a livello condominiale deve essere attiva e il nucleo che la richiede deve essere intestatario di una fornitura elettrica attiva e domestica.
Come funziona l’agevolazione sulla Tari
Un recente intervento legislativo, ovvero il Dpcm n. 24/2025, ha consentito ad Arera di catalogare le regole per allargare la regolazione sui bonus anche ai rifiuti, fissando che lo sconto debba essere pari al 25% della Tari o del possibile tributo equivalente, pagato per il servizio integrato di gestione dei rifiuti.
Bonus bollette straordinario
il decreto bollette di aprile ha previsto un contributo straordinario per il 2025, con una cifra di 200 euro sulle forniture di energia elettrica dei clienti domestici con valori dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) fino a 25.000 euro. Si tratta di una misura temporanea di sostegno economico per i nuclei familiari aventi diritto. Per avviare la procedura di riconoscimento automatico dei bonus per il disagio economico è necessario presentare annualmente una Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) e prendere un’attestazione di Isee entro la soglia di accesso ai bonus.
Se si cambia venditore, gli individui che hanno tutti i requisiti conservano il diritto a beneficiare dei bonus. Anche in questo caso, la fornitura diretta elettrica, gas e idrica deve essere intestata a uno dei componenti del nucleo familiare Isee presenti nella dsu. Peraltro, le erogazioni devono essere per uso domestico e attive, Nel caso del gas, le risorse devono essere utilizzate per riscaldamento uso cottura cibi e produzione di acqua calda sanitaria. Inoltre, il contatore non deve essere di classe superiore a G6 e cioè una classe massima installata ai domestici.
Se il valore dell’Isee è sotto il liminare previsto dalla normativa e le forniture del nucleo familiare hanno i requisiti di ammissibilità che vengono verificati dal SII (Sistema informativo integrato ndr) o dal festore idrico, lo sconto viene riconosciuto per 12 mesi. Per giunta, ogni anno il nucleo familiare dovrà presentare una nuova dsu per ottenere nuovamente il bonus per i successivi 12 mesi.
Bonus elettrico
Il bonus elettrico per disagio fisico è un provvedimento volto a diminuire la spesa sostenuta per l’erogazione di energia elettrica dai nuclei familiari, nella quale è presente un componente che si trova in una condizione di disagio fisico. È una misura ammessa dalla normativa nazionale e successivamente attuata con le disposizioni di regolazione dell’autorità. Infine, l’accesso al bonus elettrico per disagio fisico è subordinato alla presentazione di una richiesta: in sostanza, le persone che versano in gravi condizioni di salute e che utilizzano apparecchiature elettromedicali per la loro sopravvivenza dovranno continuare a fare domanda ai Comuni o ai Caf abilitati.