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Apre il nuovo archivio storico di David Bowie: non un museo, ma un luogo per ispirare la creatività
Il "David Bowie centre for the study of performing arts", inaugurato oggi nell'East End di Londra, darà una casa a più di 90mila oggetti selezionati appartenuti al Duca Bianco
Nel centro dell’East End londinese, tra le architetture contemporanee del Queen Elizabeth olympic park, è stato inaugurato oggi un luogo destinato a diventare iconico. Si tratta del nuovo polo culturale dedicato a un gigante del pop, David Bowie, scomparso nel 2016. Il posto si trova all’interno del V&A East Storehouse, la nuova sede distaccata del Victoria and Albert Museum nel quartiere di Hackney Wick. Il nuovo polo culturale, chiamato “David Bowie centre for the study of performing arts”, raccoglierà un patrimonio eccezionale: oltre 90.000 oggetti provenienti dall’archivio personale del Duca Bianco. Costumi di scena, strumenti musicali, disegni, manoscritti, fotografie, memorabilia, lettere dei fan. Questi cimeli contribuiscono a delineare il profilo multiforme di un artista che ha attraversato e rivoluzionato cinque decenni di cultura popolare.
David Bowie: nasce il nuovo archivio storico a Londra
Il “David Bowie centre” non è un museo tradizionale. “Bowie avrebbe voluto che questo archivio fosse uno strumento per alimentare la creatività degli altri”, ha spiegato la curatrice Madeleine Haddon durante la conferenza stampa. Per questo si presenta come un archivio aperto, un luogo vivo dove l’eredità del cantante non è solo osservata, ma vissuta e reinterpretata. I visitatori possono prenotare una sessione individuale di studio attraverso il servizio “Order an object”, già richiesto da oltre 500 fan, per accedere a qualsiasi pezzo dell’archivio. I pezzi da collezione sono molteplici: dalla redingote disegnata da Alexander McQueen per il concerto del 50° compleanno, alla chiave del suo appartamento berlinese condiviso con Iggy Pop, fino ai bozzetti per musical mai realizzati come “The Spectator”. Tutta la vita del cantante londinese è ora pubblica e si apre a nuove esplorazioni.
Non un museo tradizionale, ma un luogo per ispirare
All’interno della struttura vengono esposti, a rotazione, 200 oggetti selezionati, distribuiti in nove mini-espositori tematici. Tra i pezzi più importanti figurano la chitarra acustica a 12 corde usata per Space Oddity, il synth Arp Odyssey, il leggendario stylophone donato da Marc Bolan e la celebre maschera di Aladdin Sane, con il fulmine blu e rosso, diventata icona di un’epoca. Ma un grande spazio è stato riservato anche dal guardaroba di scena, a partire dalla tuta con piume ideata per un duetto con Marianne Faithfull, ai vestiti visionari firmati Kansai Yamamoto e Freddie Buretti, fino agli outfit della tournée “Glass Spider” del 1987. Ogni abito è una dimostrazione delle molte metamorfosi del “Duca bianco”.