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Donzelli odio sinistra

Il parlamentare di FdI

Anni di piombo? Donzelli smaschera i compagni: “Fomentano l’odio e silenziano chi non la pensa come loro. Sono un pericolo”

C'è un dettaglio inquietante: "Sotto gli stessi post i progressisti vendono il libro di Orsini o i biglietti dello spettacolo teatrale di Di Battista. Una vendita diretta". Significa trasformare la rabbia in business

Politica - di Ginevra Lai - 15 Settembre 2025 alle 12:31

«Facciamo un appello a riabbassare i toni, a difendere tutti insieme le istituzioni e la legalità, perché questa escalation è pericolosa». Così Giovanni Donzelli, deputato e responsabile nazionale dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, affida al Corriere della Sera il monito. Il riferimento iniziale è a quanto accaduto a Torino, dove il titolare del dicastero per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo è stato «costretto a fuggire il palco della Festa dell’Unità». Non un evento di parte, ma una kermesse ufficiale. Il risultato? Caos e intolleranza.

Un fatto grave

«Avete visto cosa è successo?». Nessuna retorica, nessuna metafora. Donzelli punta il dito: Alla kermesse della sinistra era stato invitato per parlare, per avere un confronto, invece, ancora una volta è prevalsa l’intolleranza per «chi non la pensa come loro». Ora, il governo Meloni si aspetta delle scuse dalla segretaria Elly Schlein e dal Partito democratico. «Grave aver consentito che questo avvenisse».

Il confronto civile come metodo

FdI – ricorda Donzelli – ha sempre adottato un approccio aperto al confronto: «Noi ad Atreju in questi anni abbiamo invitato tanti avversari politici, da Bertinotti a Conte a Renzi. Ma mai abbiamo consentito ad alcuno di trattar male i nostri ospiti». Un principio che per il deputato rappresenta la base di una democrazia matura. Ma oggi, osserva, «c’è in corso un imbarbarimento culturale: la sinistra, priva di argomenti, ricorre alla delegittimazione continua».

La violenza non è finzione

Per il deputato, non si tratta di casi isolati. Ma di una catena. «Stanno succedendo troppe cose in fila da tre anni a questa parte. Molti episodi neppure finiscono sui giornali, ma a partire dall’insediamento del governo Meloni abbiamo subito di tutto: banchetti assaltati, sedi incendiate, i nostri militanti aggrediti». E questa spirale, secondo Donzelli, è alimentata anche da chi – in Parlamento e nei media – usa con leggerezza parole pesanti: «Una violenza incoraggiata con troppa disinvoltura». Si ricordi «l’attacco in Senato dei 5 Stelle contro il ministro Tajani, a quello contro il ministro Ciriani». Perché? Perché «aveva detto che gli sembra di rivivere i tempi di Sergio Ramelli e delle Brigate Rosse».

Il peso della storia e la responsabilità delle parole

«Per mia fortuna non ho vissuto gli anni di piombo – dice Donzelli – ma sono certo di una cosa: quella violenza non deve tornare mai più». E cita un episodio inciso nella memoria della destra: «Avevo due anni, nel gennaio ’78, quando ci fu la strage di Acca Larentia». Da qui l’affondo contro il sindaco di Capaci: «Proprio perché la storia ci ha insegnato tanto, il sindaco del Pd che ha definito Arianna Meloni ‘un’autentica miserabile fascista’ non si rende conto di renderla bersaglio di qualche pericoloso estremista?».

Odio a pagamento: il business dell’indignazione

Per Donzelli, insomma, oltre all’odio, c’è anche il tornaconto personale: «Ci trovo anche una grande carenza di profondità culturale e ideale. E ci vedo anche del business!». Il riferimento è preciso: «Alessandro Orsini e Alessandro Di Battista, che sui loro social affrontano la vicenda palestinese e dicono che il governo Meloni ha le mani sporche di sangue, che è complice del genocidio del popolo di Gaza». C’è un dettaglio, però: «Sotto i loro insulti e le parole di odio compaiono i link per acquistare online l’ultimo libro di Orsini o i biglietti dello spettacolo teatrale di Di Battista. Una vendita diretta». Dunque, «si fomenta l’odio per qualche libro o biglietto in più».

Un’accusa che mette a nudo un sistema: la rabbia come merce. E, nel mirino, denunciato anche Odifreddi: «Sempre questa superiorità morale sbandierata da parte loro per cui sparare a Charlie Kirk e a Martin Luther King sono due cose diverse».

Cattivi maestri e piazze senza freni

Infine, Donzelli distingue tra le minacce individuali – che condanna – e la responsabilità culturale di chi guida l’opinione pubblica: «Noi condanniamo i messaggi di questi cittadini. Ma un’altra cosa sono i cattivi maestri della sinistra, che scrivono sui giornali, parlano in tv, fanno i sindaci. E invece di pensare a incanalare le pulsioni della piazza, le fomentano». La stessa Elly Schlein è vittima di minacce.

Non è solo un j’accuse. È un monito. Ed è inequivocabile.

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di Ginevra Lai - 15 Settembre 2025