
Ecr party
A Parigi la destra europea guarda a Roma: il modello del governo italiano al centro del dibattito
Tra militanti, leader e proposte: l’Ecr mette alla prova la sua forza in Francia con Marion Maréchal, Carlo Fidanza, George Simion, Antonio Giordano e i ministri italiani Foti e Roccella
Parigi ha accolto l’Europa conservatrice con un clima che sapeva di prova generale. In una sala gremita, tra bandiere e militanti giunti da tutta la Francia, i protagonisti della destra continentale si sono alternati sul palco: Carlo Fidanza, Mateusz Morawiecki, George Simion, Marion Maréchal. A guidare il confronto il segretario generale di Ecr party Antonio Giordano, che ha incalzato ospiti e ministri italiani, Tommaso Foti ed Eugenia Roccella, con domande dirette, evitando i toni rituali delle grandi occasioni.
Il modello italiano sotto i riflettori
Il tema di fondo era chiaro: quali insegnamenti può trarre l’Ue dall’esperienza italiana guidata da Giorgia Meloni? La risposta, più che nelle cifre, risiede nello stile politico. Dai riconoscimenti della stampa francese, all’Express che ha definito giovedì la premier “la donna forte d’Europa”, ai plausi del Fondo monetario internazionale per la gestione del Pnrr, è emersa l’immagine di un’Italia che non subisce le correnti comunitarie, ma le orienta.
Il rapporto con Washington
Morawiecki, presidente del partito, ha insistito sulla sovranità europea e le sfide che attendono i conservatori.
Sul piano geopolitico, la centralità italiana si è riflessa nei legami con gli Stati Uniti. L’invito a Meloni come unica leader europea alla cerimonia di insediamento di Donald Trump è stato ricordato come segno di una relazione bilaterale nuova, fondata sulla fiducia reciproca.
L’economia e i nodi del Green deal
Poi ancora, gli effetti indesiderati del Green deal. Una critica che richiama anche le riflessioni di Mario Draghi, ma che in bocca alla destra si è trasformata in proposta: meno dirigismo da Bruxelles e maggiore attenzione alla realtà produttiva dei popoli.
La sfida demografica
Accanto ai temi internazionali, il dibattito ha toccato la questione che più di ogni altra accende l’elettorato d’Oltralpe: la denatalità. La ministra alla Famiglia e alle pari opportunità Roccella, collegata in live con una platea attenta, ha ricordato come l’Italia partisse da una condizione di svantaggio dopo anni di politiche ostili alla famiglia. Oggi, ha sottolineato, lo scenario è cambiato: non solo misure economiche, ma una visione che rimette al centro la libertà dei cittadini e il sostegno concreto ai territori.
La ministra ha respinto l’idea di soluzioni calate dall’alto, affidate a un’élite distante. La strategia è opposta: sussidiarietà, valorizzazione della capacità delle persone di intraprendere e un impegno culturale per riportare la crisi demografica al cuore del dibattito politico. Non è un caso che perfino le Nazioni unite abbiano recentemente condannato l’utero in affitto, indicando l’Italia come modello alternativo al progressismo ideologico.
Un banco di prova francese
Il finale ha restituito l’immagine di un movimento capace di farsi ascoltare oltre i propri confini. Tra gli applausi dei militanti francesi, è emersa la sensazione che il centrodestra italiano avesse trovato interlocutori pronti a recepire il messaggio. Non solo per il contenuto delle proposte, ma per l’attitudine a condividere esperienze e soluzioni concrete.
La giornata di Parigi è stata, in definitiva, un banco di prova per l’Ecr in Francia: il segnale è arrivato netto, la destra non è divisa, possiede un’agenda e intende giocare un ruolo da protagonista. Basta fermarsi ad ascoltarla.