
Opposizioni al tappeto
Zes estesa a Marche e Umbria: il governo modernizza il Paese e la sinistra è colta da crisi isterica
Faccia tosta da Renzi al Pd, da Avs al M5S: accusano il governo di avere annunciato gli interventi per lo svuluppo delle Marche a scopo elettorale. Un insulto all'intelligenza. Operazioni del genere necessitano di tempo, lavoro, progetti ad alto livello. Che il centrosinistra non ha mai messo in campo
Giorgia Meloni va nelle Marche, urla e strepiti delle opposizioni. Come da copione. “Ha paura di perdere”. “Spudorata”. Coro unanime, faccia di bronzo e isteria, da Renzi a Bonelli. Il governo annuncia opere infrastrutturali enormi, attese dai marchigiani da circa trent’anni. Che la sinistra nei passati governi e nelle passate gestioni della Regione pre-Acquaroli non ha fatto. Si chiama sviluppo. Allora come la mettiamo?. C’è un governo che fa, che mette sul piatto idee e risorse per modernizzare una regione che è il fulcro del Made in Italy e che fa la sinistra? Non ci vuole stare. Attaccano attaccano, ma il Paese va. Confindustria li gela: “Bene il governo Meloni: questo provvedimento rappresenterà uno strumento in più per stimolare ed attrarre investimenti. E per consentire quindi al sistema produttivo di essere più competitivo e di correre più velocemente per agganciare le regioni più virtuose”. A dirlo è Confindustria Marche.
Zes, il governo modernizza l’Italia, la sinistra non ci vuole stare
Certo, da sinistra un plauso non era lecito attendersi, ma meno faccia tosta sì e meno pressappochismo nelle dichiarazioni infantili. Il Consiglio dei ministri ha appena avallato l’estensione della Zona economica speciale (Zes) anche alle regioni in transizione: come le Marche e l’Umbria. Una scelta strategica e un segnale concreto dell’attenzione che il Governo Meloni rivolge ai territori. Dunque, non solo le Marche- dove si vota a settembre- entra nel piano di una modernizzazione tanto attesa. Anche l’Umbria – regione governata dal centrosinistra – è compresa nell’estensione della Zes. Ricordiamo che le Marche si trovavano in una fase difficile, prima dell’arrivo di Acquaroli, rischiando di scivolare tra le ultime regioni d’Italia in termini di competitività e retrocesse in ‘Regione in transizione’. Oggi si sta invertendo la rotta. La Zes permetterà alle nostre imprese e ai nostri artigiani di competere ad armi pari con le regioni che già ne beneficiavano, eliminando svantaggi e aprendo nuove prospettive di crescita. È un tassello fondamentale per dare slancio all’economia marchigiana e umbra. Il tutto inserito in una certa idea di Nazione.
Marche, Zes: reazioni isteriche a sinistra
Il livello delle reazioni isteriche conferma che al centrosinistra fa molto male la verità dei fatti quando gliela metti sotto il naso, incontrovertibile. Ecco allora che gli esponenti del fu campo largo si coalizzano almeno in questo: nel rosicamento. ”Spudorati. Non c’è altro modo per definirli”, esplode Davide Faraone. “Giorgia Meloni va ad Ancona, nel bel mezzo della campagna elettorale per le regionali. E annuncia che alle 15 si terrà un Consiglio dei Ministri per decidere l’ampliamento della ZES. Lo scrive sui social il vice-presidente di Italia Viva. ”Prima no. Ora che si vota, sì. Una mossa elettorale travestita da decisione di governo. Senza pudore, senza vergogna”. Come se le decisioni di infrastrutture come quelle annunciate dovessero farsi seguendo l’agenda del centrosinistra. L’affermazoione è ridicola. Non so se a sinistra lo sanno, ma da settembre in poi tante regioni saranno chiamate al voto. Secondo Faraone il governo dovrebbe fermarsi per evitare che le decisioni incidano sulle campagne elettorali?
Renzi, Faraone, Pd, Avs: facce di bronzo
C’è poi chi sceglie il populismo più spinto, Angelo Bonelli di Avs: ”L’utilizzo di elicotteri di Stato e auto blu per fare campagna elettorale in favore di chi ha portato le Marche al capolinea è un insulto ai cittadini. La premier Meloni e i suoi ministri, dopo anni di silenzio assoluto su questa regione, riappaiono solo ora: a ridosso delle elezioni, per sostenere Acquaroli. Ma non con un confronto serio sui temi, bensì con slogan, promesse irrealizzabili e sceneggiate da teatro politico. Una messainscena indegna”. Arriva Poi il leader di Iv, Matteo Renzi: “Giorgia Meloni ha paura di perdere nelle Marche. E dunque oggi ne ha combinata un’altra. Proprio il 4 agosto, a un mese dalle elezioni, ha stabilito che anche le Marche debbono essere considerate Zona economica speciale. Una norma ad personam per sostenere il suo amato Presidente”. Poteva mancare il M5S? “L’ultima trovata della Meloni, ovvero la Zes per le Marche, ha la chiara fisionomia di un penoso tentativo di mancia elettorale, che sconfina nell’abuso di uno strumento economico valido”.
Solo i gonzi possono credere che decisioni del genere nascano dalla sera alla mattina
Sono affermazioni risibili e inqualificabili. Chi può credere che da un giorno all’altro si possa decidere l’ampliamento della Zes? Solo i gonzi, ma gli italiani non lo sono. Dal Pd tentano di veicolare la mossa come mossa elettorale. “Miracolosamente, a pochi mesi dalle elezioni regionali, il Governo Meloni si ricorda delle Marche”. La “geniale” dichiarazione della segretaria regionale Chantal Bomprezzi. Segnaliamo che per approvare un’operazione del genere serve una preparazione, il tempo, l’elaborazione dei progetti. L’idea. Occorrono passaggi importanti con organi competenti, con la Commissione Europea, per esempio. Dunque, c’è un lavoro enorme iniziato non certo da ieri. Spudorati sono tutti lorsignori, per usare l’espressione di Faraone, che tentanto di far credere che opere fondamentali per la vita degli italiani possano spuntare dal cilindro dalla sera alla mattina. Per questo nessuno gli crede più.