
L'impegno degli Usa prosegue
Ucraina, Zelensky chiede una pace giusta ma Lavrov ribadisce il no all’incontro con Putin. Vance resta ottimista
Nel giorno dell’indipendenza ucraina, legato al distaccamento del Paese dall’Urss 34 anni fa, il presidente Volodymyr Zelensky ha continuato a chiedere una «pace giusta» senza «la vergogna del compromesso» dopo l’invasione russa del 2022. Poi ha proseguito, sottolineando che non ci sarà alcuna elargizione per Mosca: «Ciò che sarà del nostro futuro dipende solo da noi ed è solo questione di tempo prima che l’Ucraina possa riunire le sue terre occupate con il resto del Paese».
Non solo. Zelensky ha evidenziato il concetto dell’integrità territoriale ucraina davanti all’inviato di Trump, Keith Kellogg, volato a Kiev in occasione della festività. Intanto, il presidente americano ha da poco inviato una lettera a Zelensky in cui chiede di mettere fine a una «carneficina senza senso». Dopo l’incontro tra Vladimir Putin e The Donald, sembrava che il conflitto ucraino fosse diretto verso un “disgelo”: ma al momento le trattative sono ferme.
Nonostante tutto, il vicepresidente americano Jd Vance, che aveva chiesto a Zelensky di «comportarsi bene», è rimasto ottimista sulla possibilità di negoziare una soluzione diplomatica. Di più: il braccio destro di Trump alla Casa Bianca ha anche evidenziato i progressi fatti dopo l’incontro in Alaska. «Penso che i russi abbiano fatto concessioni significative al presidente Trump per la prima volta in tre anni e mezzo di questo conflitto – ha sottolineato Vance –. Sono stati effettivamente disposti a essere flessibili su alcune delle loro richieste principali. E hanno parlato di cosa sarebbe necessario per porre fine alla guerra». Per il vicepresidente Usa, queste concessioni danno prova che «siamo sulla strada giusta per trovare un accordo, perché questa guerra non è nell’interesse di nessuno: né dell’Europa, né degli Stati Uniti».
Guerra in Ucraina, Lavrov: «Non ci sono le condizioni per un incontro tra Putin e Zelensky»
Intanto, da parte sua, il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, è tornato a ribadire l’impossibilità che un incontro tra Putin e Zelensky avvenga nell’immediato futuro. Secondo le parole dell’emissario del Cremlino, intervistato da Nbc news, il presidente russo «è pronto a incontrare l’omologo ucraino a condizione che questo vertice abbia davvero contenuti sostanziali, e che un programma di lavoro in tal senso sia pronto. E al momento non lo è affatto», ha sentenziato.
Successivamente ha precisato che dopo l’incontro tra il presidente russo e quello americano, quest’ultimo ha «proposto diversi punti che noi condividiamo, e su alcuni di essi abbiamo accettato di mostrare un po’ di flessibilità». Eppure, al momento un’ipotesi di incontro conciliatorio sembra restare sullo sfondo, nonostante il presidente americano ce l’abbia messa tutta per cercare una pace giusta. E dopo 3 anni in cui, con la precedente amministrazione americana, Russia e Usa si sono scambiati soltanto accuse reciproche.
Vance resta ottimista: «Continueremo a svolgere un ruolo significativo»
Intanto, Vance ha specificato che delle garanzie di sicurezza, «non se ne parlerà fino a quando la guerra non sarà terminata. E, naturalmente, i russi faranno parte della conversazione su come porre fine a questa guerra. Quindi avranno un certo ruolo» in questo caso. Ma il ruolo di Mosca sarà limitato e subordinato alla conclusione della guerra, mentre l’Ucraina potrà contare sugli impegni di sicurezza concordati con il resto degli alleati occidentali.
Inoltre, Vance ha messo in chiaro il ruolo degli Stati Uniti: «Il presidente è stato molto chiaro: non ci saranno truppe a terra in Ucraina. Ma continueremo a svolgere un ruolo attivo nel cercare di garantire che gli ucraini abbiano le garanzie di sicurezza e la fiducia necessarie per fermare la guerra dalla loro parte e che i russi sentano di poter portare la guerra a una conclusione dalla loro parte».
In sostanza, per la negoziazione «c’è ancora molto spazio», vista la combinazione essenziale delle pressioni diplomatiche ed economiche. Quanto alla fine del conflitto, le sue sorti dipenderanno dalle capacità della Russia e dell’Ucraina di trovare un accordo che vada bene ad entrambi.