
Svolta epocale
Storico accordo sull’ex Ilva, il governo sigilla un futuro di sviluppo e sostenibilità che soddisfa tutti: persino Emiliano… Urso: la squadra Italia c’è e unita
Decarbonizzazione, l'Italia riparte: con la firma dell'intesa di oggi al Mimit l'esecutivo lancia il nuovo piano industriale che tutela lavoratori, salvaguarda l'ambiente, ottempera al disegno di adozione e sviluppo delle tecnologie "pulite" e rilancia l'industria di settore
Uniti e soddisfatti, tutti: in maniera assolutamente bipartisan. Dal ministro Urso di FdI, al governatore Michele Emiliano (che in quota centrosinistra – riferisce Adnkronos – ha dichiarato: «Oggi è stato raggiunto un accordo industriale storico»). Passando per il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini (che, a sua volta, ha espresso apprezzamento e compiacimento «perché oggi si è deciso di non chiudere l’Ilva»). Una giornata, quella che sta per concludersi, che chiude un percorso lungo di lavoro e di confronto arrivato proficuamente a meta oggi, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, al termine di un lungo cammino oggi, più che mai, si conferma cruciale per il futuro dell’ex Ilva.
Ex Ilva, svolta epocale: l’accordo c’è e soddisfa tutti
Con la firma unanime di tutte le amministrazioni coinvolte, infatti, è stato raggiunto un accordo che segna una svolta decisiva per il rilancio degli impianti. E, soprattutto, per la loro decarbonizzazione. Un patto, quello siglato dalle parti, che rappresenta un successo del governo e una vittoria per l’industria siderurgica italiana. Ma che fornisce risposte eloquenti e adeguate all’ambiente e ai lavoratori del settore.
L’accordo siglato da amministrazioni locali e nazionali
Un accordo, non a caso, siglato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; dal ministero delle Imprese e del Made in Italy; dal ministero della Salute; dal ministero dell’Interno. Ma anche dalla Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Taranto, Comune di Statte, autorità di sistema portuale del Mar Ionio-porto di Taranto, Ilva S.p.A. in amministrazione straordinaria, Acciaierie d’Italia S.p.A. in amministrazione straordinaria, Taranto Energia S.r.l. in amministrazione straordinaria, Adi Energia S.r.l. in amministrazione straordinaria, Dri d’Italia S.p.A.
Tra sostenibilità ambientale e salvaguardia economica
L’intesa sottoscritta mira infatti a coniugare la sostenibilità economica con quella ambientale. L’aspetto più innovativo dell’accordo riguarda dunque, come anticipato, l’impegno concreto per la decarbonizzazione degli impianti. Un processo che non è più solo un obiettivo a lungo termine, ma che si configura da questo momento in poi come una priorità a cui rispondere immediatamente. E che verrà attuata attraverso investimenti mirati e l’adozione di nuove tecnologie pulite. Il patto appena siglato stabilisce infatti un percorso chiaro e vincolante per ridurre l’impatto ambientale e avviare la transizione ecologica del polo siderurgico.
Accordo sull’ex Ilva, Urso: «Squadra Italia unita. È prevalsa la responsabilità»
La soddisfazione per l’esito delle trattative è palpabile. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy ha sottolineato l’importanza di questo risultato, evidenziando come la collaborazione tra tutte le parti in causa – dalle istituzioni centrali a quelle locali. Passando per le rappresentanze sindacali – sia stata fondamentale per superare le complessità, e giungere a una soluzione condivisa. «Oggi finalmente sappiamo che c’è la squadra Italia, unita», ha commentato a caldo dal Mimit Adolfo Urso sulla firma dell’accordo di decarbonizzazione degli impianti dell’ex Ilva di Taranto. Aggiungendo in calce: «Per la prima volta nella storia di questa vicenda che dura da oltre 15 anni, c’è un accordo tra tutti i soggetti istituzionali, il governo nazionale, la regione, gli enti locali, nel giocarsi la partita per la siderurgia nazionale, e quindi per l’industria del nostro Paese. È prevalsa la responsabilità. La ragione. L’interesse comune».
Non solo. «La firma dell’accordo sulla decarbonizzazione degli impianti dell’ex Ilva di Taranto», sottolinea e rilancia Urso, «è una svolta che potrà incoraggiare gli investitori a manifestarsi con i loro piani industriali per il rilancio della siderurgia e la riconversione green. L’Italia diventerà il Paese per primo potrà fornire siderurgia green in tutta Europa».
Tutela dei livelli occupazionali e nuove opportunità di sviluppo e innovazione
L’accordo appena siglato, infatti, non si limita a salvaguardare i posti di lavoro esistenti, ma apre anche la strada a nuove opportunità di sviluppo e innovazione. Il rilancio dell’ex Ilva si baserà su un modello industriale più moderno e sostenibile, che potrà diventare un esempio virtuoso a livello internazionale. In quest’ottica, allora, la firma di oggi al Mimit rappresenta un punto di partenza entusiasmante. È il segnale che, di fronte a sfide complesse, l’Italia sa trovare la capacità e la determinazione per unire le forze e costruire un futuro in cui crescita economica e rispetto per l’ambiente possono e riescono ad andare di pari passo. Allora vediamo cosa prevede l’intesa sulla decarbonizzazione degli impianti ex Ilva, che pone a fine a vicissitudini e pendenze che gravavano in sospeso da oltre 15 anni.
Ex Ilva: cosa prevede il testo dell’accordo
Nell’accordo sulla decarbonizzazione dell’ex Ilva le parti «si impegnano a convocare una nuova riunione del tavolo in data successiva al 15 settembre – termine ultimo per la presentazione di offerte vincolanti – per esaminare le prime evidenze della Procedura e valutare la possibile localizzazione degli impianti di pre-ridotto (Dri) utili per l’approvvigionamento dei forni elettrici», si legge nel documento.
Nell’intesa si condivide la necessità che l’acquirente «presenti, nel rispetto dei tempi che saranno indicati in fase di aggiudicazione, le dovute istanze autorizzative sul versante ambientale e sanitario, che tengano conto della progressiva e completa decarbonizzazione dello stabilimento attraverso la realizzazione di forni elettrici in sostituzione degli altoforni che saranno gradualmente dismessi in un tempo certo».
E ancora. Per quanto riguarda le prospettive per la reindustrializzazione delle aree libere, queste saranno esaminate «secondo gli indirizzi del “tavolo Taranto”, tenendo presente il principio della valorizzazione dell’indotto, da attuarsi mediante una procedura di avviso per manifestazione di interesse agli investimenti industriali e produttivi, con la nomina di un Commissario». «Al fine di scongiurare o attenuare riflessi negativi sul versante occupazionale della transizione green dell’acciaieria saranno inoltre valutate misure di politica attiva e passiva del lavoro, anche a sviluppo delle interlocuzioni in corso con le associazioni sindacali».
Le parti, inoltre, «si impegnano a sottoscrivere un accordo di programma», al fine «di predisporre misure adeguate in favore dello sviluppo del territorio. Nonché a individuare strutture organizzative che monitorino le tempistiche dei procedimenti amministrativi ambientali riguardanti gli impianti strategici, così da renderle effettive. L’accordo di Programma avrà, in particolare a oggetto la necessità del territorio della provincia di Taranto e dei comuni di Taranto e Statte, coniugando il soddisfacimento del diritto alla salute, all’ambiente, al lavoro. La prima riunione a tal fine si svolgerà a settembre».