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Elkann

La fuga dell'ex Fiat

Stellantis lascia l’Italia e gli Usa per sbarcare in Marocco: ma non è tutto oro quello che luccica

La famiglia Elkann minaccia licenziamenti nel nostro Paese e negli Stati uniti spostando la produzione laddove il costo del lavoro sarà nettamente inferiore

Cronaca - di Giulia De Grazia - 26 Agosto 2025 alle 19:27

C’era una volta la Fiat che regnava indisturbata in Italia dettando la politica industriale, ma producendo le macchine più vendute d’Europa. Gli eredi degli Agnelli, gli Elkann, nella nuova veste di Stellantis, lasciano il vecchio Continente per sbarcare in Africa, più specificatamente in Marocco, dove produrranno 1,2 milioni di autoveicoli. Una scelta che ha scatenato polemiche.

Stellantis e gli investimenti in Marocco

Per il governo marocchino tra il 2026 e il 2028 c’è la prospettiva: è quella di arrivare anche a 1,4 milioni di auto prodotte. Mentre il balzo a due milioni potrebbe concretizzarsi entro la fine del decennio. Il gruppo degli Elkann ha scelto il Nordafrica per delocalizzare e pagare manodopera a basso costo. Una decisione che perplime e che investe anche la crisi della produzione negli Stati Uniti, dove gli Elkann hanno di fatto spostato il loro interesse preminente.

L’attacco dei sindacati: “Decisione assurda”

Per la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo: “È inaccettabile che Stellantis raggiunga i suoi obiettivi di volume esclusivamente fuori dai nostri confini, mentre le fabbriche italiane arrancano. È una vera e propria fuga dall’Italia che mette a rischio l’occupazione di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori“.

Lo scorso anno la produzione nei siti italiani di Stellantis si è fermata a 475.000 unità. Dato che alla fine del 2025 rischia di peggiorare, secondo Il Sole 24 Ore (221.885 tra auto e furgoni nel primo semestre). Se Mirafiori soffre, Kenitra invece sorride. Infatti, il gruppo di Stellantis investirà 1,2 miliardi per aumentare la capacità produttiva di auto e motori in Marocco. Stellantis non si fermerà qui: acquisterà anche sei miliardi di dollari di componentistica dall’Africa. 

La crisi anche negli Usa dopo la morte di Marchionne

Dopo la morte di Sergio Marchionne, il 2018, l’ex Fiat è entrata in crisi anche nel mercato americano, con disinvestimenti progressivi e licenziamenti. In Italia, nonostante gli incentivi avuti, il gruppo si è fermato. Non gli resta che la Juventus. Fino a quando non la cederanno. 

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di Giulia De Grazia - 26 Agosto 2025