
La lettera della premier
Sisma 2016 e ricostruzione post-stallo. Meloni dal dolore ai fatti per la sfida della rinascita: “Un futuro che ricomincia dove c’è il cuore”
Nel nono anniversario del disastro arrivano, nero su bianco per il Messaggero, le parole del presidente del Consiglio che uniscono la commozione al pragmatismo dell'esecutivo, rilanciando speranza e azione. E l'Italia che emerge non è quella rassegnata, ma quella che si rimbocca le maniche per vincere la sfida della rinascita
In un Paese troppo spesso prigioniero dell’inerzia e di promesse non mantenute, la leadership di Giorgia Meloni emerge con la forza di chi non si limita alle parole, ma agisce. La lettera pubblicata oggi su “Il Messaggero” non è solo un omaggio in ricordo delle vittime e dei soccorritori del terremoto del 2016, ma un manifesto di concretezza e determinazione. Mentre la sinistra ha balbettato per anni, lasciando i territori del Centro Italia nel limbo delle incertezze, il governo di centrodestra ha dimostrato un cambio di passo netto, sbloccando finalmente una ricostruzione che sembrava impossibile.
Sisma 2016, le parole della Meloni dopo disastro, dolore e stallo
«Oggi – scrive la premier nella lettera inviata al quotidiano capitolino – il cratere sismico è il cantiere più grande d’Europa. E in questo cantiere non si stanno ricostruendo solo le case, gli edifici pubblici, le chiese e le fabbriche. Si sta ricostruendo anche la vita di un’intera comunità, travolta da un evento che ha cambiato per sempre il volto di borghi, città, territori. Territori che già prima del terremoto stavano affrontando i problemi tipici delle aree interne, dalla crisi demografica alla fragilità idrogeologica, e che chiedono risposte concrete. Ecco perché il Governo ha lavorato con determinazione e caparbietà in questi anni per imprimere, dopo troppi rinvii e false partenze, una decisa accelerazione nella ricostruzione post sisma».
I numeri del cambio di passo e della ripartenza
E i numeri parlano chiaro: undici miliardi di euro stanziati per la ricostruzione privata. Liquidazioni che superano i sei miliardi, con una crescita impressionante dal 2023 a oggi, segnando – sottolinea Meloni nella missiva al Messaggero, «un +37,41% rispetto allo scorso anno», con «il 60% di queste liquidazioni avvenuto dal 2023 a oggi». E poi «c’è il capitolo della ricostruzione pubblica, con i suoi oltre 3500 interventi per oltre 4,5 miliardi di euro, rimasti per i primi anni post sisma nel limbo delle indecisioni», rileva la premier. Aggiungendo in calce: «Ricostruzione finalmente sbloccata: oltre il 33,8% degli interventi ha un progetto approvato o ha già avviato le procedure per affidamento dei lavori, 18,2% i cantieri in corso e 16,2% quelli conclusi».
La concretezza che sblocca lo stallo
Tracce, tangibili, di una reazione pragmatica a anni di stallo. Di un’inversione di tendenza che testimonia la volontà politica di ridare speranza e futuro a una terra ferita. Non si tratta solo di ricostruire muri e tetti, ma di ridare dignità a intere comunità; di permettere a chi è rimasto e a chi vuole tornare, di farlo con la certezza di un futuro solido. La strategia dell’esecutivo, coordinata dal Commissario Castelli, è un esempio di efficienza e di cura per i territori. Perché, come scrive la premier, «il futuro nasce dove c’è il cuore». E in questi luoghi il cuore dell’Italia batte forte. Ed è lì, dove il governo Meloni sta dimostrando che non solo è possibile sconfiggere la burocrazia e l’immobilismo. Ma che si può vincere la sfida più grande: quella della rinascita totale dell’Appennino centrale.
La Russa: «Il dolore per le 299 vittime è ancora vivo. Rafforzare la prevenzione»
E su quella terribile alba tragica di nove anni fa è intervenuto oggi sui social anche il presidente del Senato Ignazio La Russa: «Nella notte del 24 agosto 2016, il Centro Italia fu colpito da un sisma che lasciò distruzione e silenzio tra le macerie di Amatrice e di tanti altri borghi della nostra Nazione. A nove anni da quella tragedia, il dolore per le 299 vittime è ancora vivo. Così come è ancora viva la grande dignità di coloro che quella notte pur avendo perso tutto hanno trovato la forza e il coraggio di restare, di ricostruire, di credere in un nuovo inizio. Il ricordo di quella ferita ci accompagna e richiama tutti noi a una grande responsabilità collettiva: rafforzare la prevenzione per proteggere le nostre comunità».
Sisma 2016, da Meloni a Musumeci: «Abbiamo il dovere di restituire il diritto al futuro a quei territori»
E oggi, tra gli altri, alle parole della premier si aggiungono anche quelle del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci. Che dichiara: «A nove anni dal terremoto che ha colpito il Centro Italia, rimane vivo il ricordo di quella tragedia, il dolore per le perdite umane e la distruzione, i sacrifici, i disagi, le rinunce. Il governo Meloni in questi tre anni è rimasto al fianco dei cittadini danneggiati, impegnato nell’opera di ricostruzione e di prevenzione, tra tanti ostacoli e difficoltà, ma con forte determinazione. Abbiamo il dovere di restituire il diritto al futuro a quei territori danneggiati e renderli meno vulnerabili alla forza della natura». Lo dichiara il Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci.