CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

I Collettivi dichiarano guerra a Valditara: il comunicato è tutto un programma

Per chi suona la campana...

Scuola, Collettivi già sulle barricate: “Guerra a Valditara”. La replica li asfalta: “Sfilano con le bandiere della pace ma annunciano battaglia al ministro”

"Troppo spazio alla storia dell’Occidente, no voto in condotta e no al 4+2": a campanella non ancora suonata i comitati studenteschi sono già in fermento. E con un comunicato-manifesto, tra iperboli ideologizzate e accuse al vetriolo, si preparano alla mobilitazione dando appuntamento a un'assemblea per il 6 settembre...

Politica - di Lorenza Mariani - 25 Agosto 2025 alle 10:48

La scuola non è ancora ricominciata e militanti tra i banchi e proseliti del rito dell’occupazione a oltranza annunciano battaglia. Gli attivisti del liceo Mamiani di Roma, con il sostegno di un agguerrito collettivo di Torino, hanno lanciato sui social una protesta contro il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Il manifesto ripertica sempre un po’ lo stesso copione dei mesi scorsi, con l’inserzione di qualche iperbole in più (tanto per rinverdire preteste e accuse)… Ma in estrema sintesi, il succo sarebbe questo: sostengono che il governo vuole trasformare la scuola in una “fabbrica di capacità umana” per servire l’industria bellica. E tornano a lanciare strali contro riforme come quella sul voto in condotta, definite addirittura «strumenti di repressione».

Scuola, i Collettivi dichiarano guerra a Valdiatara… di già

Dunque, per chi suona la campana (della ribellione sempre e comunque) il grido di battaglia del KSA Torino, il Kollettivo Autonomo Studentesco che convoca una assemblea sulle scuole per il 6 settembre prossimo a Venaus, estendendo l’invito alle altre associazioni di studenti (politicizzate “ad hoc” e rigorosamente di estrema sinistra). Obiettivo dichiarato? «Organizzarsi per liberare le scuole dalla guerra». Come? Facendo la guerra al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per l’appunto…

La replica del ministro che azzera le farneticazioni

E dal Ministero arriva netta e chiara la replica del ministro: «La scuola è luogo di confronto, non di violenze o di guerra. Questi gruppi dimostrano di essere fermi a una visione della società che non garantisce progresso, né sviluppo, né occupazione. È significativo che nelle loro minacce facciano riferimento proprio ad alcuni dei pilastri dell’azione del governo sulla scuola. Contestano la revisione dei programmi scolastici, e in particolare la centralità dell’Occidente, e tuttavia conoscere la propria civiltà, la propria storia serve a sapere chi siamo, da dove veniamo e come possiamo costruire un futuro assieme a chi vuol vivere insieme con noi».

E ancora. «Contestano il voto di condotta che rimette al centro la responsabilità individuale e valorizza la cultura del rispetto. Contestano la riforma degli istituti tecnico-professionali, che è una misura fondamentale per assicurare un’occupazione ben retribuita e in tempi rapidi a tanti giovani che oggi non riescono a realizzare le proprie aspirazioni, valorizzando i giovani talenti e rispondendo alla richiesta delle imprese che hanno bisogno di qualifiche professionali».

Collettivi al delirio, Valditara asfalta le polemiche e respinge sonoramente le accuse al mittente

Non solo. Nella sua risposta a proclami e annunci bellici, Valditara ricorda che: «C’è un’offerta importante di posti di lavoro, la scuola deve saper formare le competenze adeguate. E ancora, contestano la riforma dell’esame di stato, che punta a ridare senso al concetto di maturità, con un esame che valuti il grado di responsabilità e autonomia raggiunto dallo studente, insomma la sua crescita a 360 gradi. Ma, francamente, queste minacce non ci intimidiscono. Io vado avanti, deciso, senza alcuna preoccupazione, con grande serenità e la consapevolezza di essere sulla strada giusta». Concludendo: «Al ministero incontro regolarmente le consulte studentesche, con cui abbiamo un rapporto eccellente, abbiamo molto valorizzato il loro ruolo. Sono loro a rappresentare gli studenti, non questi sparuti esponenti di una sinistra intollerante che è rimasta agli slogan del ‘68 e degli anni di piombo».

Un comunicato tra farneticazioni ideologizzate e accuse al vetriolo

Sì, perché eccolo il comunicato di fuoco vergato tra pastoie ideologizzate e proclami strumentali d’antan, modello anni ’70 aggiornato con un colpo di spugna ai temi odierni temi. Anche se solo in parte… Un pastone al gusto misto, speziato da minacce e accuse al vetriolo, di cui vi proponiamo qualche colorito “assaggio”: «La società odierna è in crisi. La precarietà è alle stelle. E il costo della vita si alza sempre di più: l’Occidente è in rotta di collisione e la nostra classe dirigente cerca una scappatoia per riuscire a tenere strette le redini dell’Impero. Come? Attraverso la riconversione bellica – si legge –. Non è nuovo infatti nella storia il direzionamento delle forze produttive e sociali, in momenti di crisi, verso l’industria delle armi, unico modo per il Capitale di continuare ad accumularsi e mantenere il proprio dominio».

La guerra dei Collettivi a Valditara: il catalogo (manifesto?) è questo…

Termini roboanti, collegamenti e forzature, annunci e dichiarazioni belliche in nome e per conto dei quali il Collettivo scrive:  «In questo panorama la Formazione ricopre un ruolo fondamentale: per lo Stato è infatti necessario costruire i presupposti per poter reggere futuri conflitti, creando da un lato consenso ideologico tra i giovani, dall’altro forza-lavoro con poche pretese da impiegare nel settore, che in questa fase necessita di manovalanza per la produzione bellica».

E ancora. «La scuola italiana, come fabbrica di capacità umana povera e settorializzata, va proprio in questa direzione, e lo vediamo chiaramente nelle manovre che ormai da qualche anno il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara sta attuando»… E via discettando con attacchi alla «riforma dei programmi didattici, come quello di Storia, in cui vengono sin dalle scuole elementari evidenziati in maniera ossessiva le condizioni storiche tramite cui l’Occidente ha costruito il suo potere, per inculcare un’immagine distorta di quelli che dovrebbero essere i valori di un buon europeo. Alla riforma del 4+2 e del Pcto, con la quale si esplicita il ruolo pratico di milioni di studenti e studentesse, ovvero farsi sfruttare da aziende che spesso sono le stesse promotrici della produzione bellica»…

Sasso: solidarietà al ministro e replica stringente ai “rivoltosi”

Si potrebbe proseguire a oltranza… Ma preferiamo evidenziare la risposta a tanto e tale delirante manifesto ideologizzato e punteggiato da iperboliche asserzioni, con le parole del deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione. Il quale, nelle scorse ore, tributando al ministro Valditara la propria «solidarietà per gli attacchi ricevuti da collettivi studenteschi e anarchici», ha asserito con nettezza: «Sfilano con le bandiere della pace, ma poi annunciano di voler fare la guerra alla Lega e al Ministro Valditara. Recitano il ruolo da Che Guevara da Ztl – sottolinea Sasso – ma poi frignano se vengono bocciati a causa del voto in condotta, con mamma e papà pronti a fare ricorso».

«Sfilano con le bandiere della pace, ma poi annunciano di voler fare la guerra al ministro»…

Concludendo lapidariamente: «Eppure, nonostante i protagonisti, le parole e i toni usati contro il ministro Valditara non devono essere sottovalutate. La sinistra sta iniziando a soffiare sul fuoco e muove le proprie pedine nella speranza di poter trasformare la scuola in un campo di battaglia. Il Ministro Valditara ha tutta la nostra solidarietà e siamo certi che non si lascerà intimidire, proseguendo il percorso verso le riforme e risanando la scuola italiana dalla deriva progressista degli ultimi anni». Non serve davvero aggiungere altro…

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Lorenza Mariani - 25 Agosto 2025