
La misura di prevenzione
Quattro lotti di friarielli richiamati dopo i casi di botulino: arriva una proposta di legge per l’educazione alimentare a scuola
Il ministero della Salute ha pubblicato un richiamo rivolto a 4 lotti dei marchi Belsapore e Vittoria, con avvertenza di ritirare la merce in giacenza. Le confezioni, dal peso di un chilogrammo l’una, provengono da uno stabilimento a Scafati, in provincia di Salerno. Secondo l’Unione sarda, potrebbe trattarsi dei prodotti da cui sono iniziate le intossicazioni che hanno causato due vittime in Calabria. I prodotti sarebbero stati utilizzati nei panini con la salsiccia del food truck che ora si trova sotto sequestro a Diamante, nei pressi di Cosenza. A seguito dell’emergenza scattata nei giorni scorsi sul botulino alimentare, l’associazione Longaevitas, promotrice di una proposta di legge popolare per introdurre l’educazione alimentare nelle scuole, ha lanciato un appello alla responsabilizzazione. «Non basta gestire le emergenze, serve una risposta culturale, permanente e strutturale», ha spiegato il presidente dell’organizzazione Salvo Latino.
Lotti di botulino richiamati: arriva la proposta di legge sull’educazione alimentare a scuola
«L’educazione alimentare obbligatoria nelle scuole rappresenta una vera soluzione di lungo periodo – ha proseguito Latino – sia per prevenire rischi legati alla sicurezza alimentare. Sia per contrastare l’esplosione delle patologie croniche legate a stili di vita scorretti: obesità, diabete, malattie cardiovascolari. Serve una rivoluzione silenziosa». E ancora: «Dobbiamo rimettere al centro la cultura del cibo sano. La prevenzione vera. E la conoscenza critica. Il caso del botulino non è solo un grave fatto di cronaca: è il sintomo di una fragilità culturale che riguarda milioni di famiglie. La nostra proposta di legge è un atto necessario di responsabilità collettiva».
In conclusione, il presidente di Longaevitas ha espresso vicinanza a tutte le famiglie che hanno visto propri cari intossicati dal botulino e in alcuni casi con esiti drammatici, sottolineando che «non possiamo più affidarci al caso, né reagire solo a tragedie annunciate. Ogni bambino, ogni cittadino, ogni famiglia ha diritto di sapere come nutrirsi in modo sicuro, sano, sostenibile. Parlare di cibo non è una moda: è una priorità nazionale».