
La ricorrenza di un cult
“Profondo Rosso” compie 50 anni, analisi di un capolavoro. Dario Argento sta meglio, presto sarà dimesso
Il maestro del thriller ricoverato a Ischia non desta preoccupazioni. La sua creatura più famosa uscì nelle sale il 1975
Profondo Rosso compie i suoi primo 50 anni e lo fa mentre il suo regista, Dario Argento, ricoverato ad Ischia per una crisi respiratoria, sta molto meglio . Il check-up isolano non lo ha trovato in condizioni critiche e presto sarà dimesso. Il grande regista, 85enne, è in buone condizioni.
Un capolavoro ancora sottovalutato
Per scrivere Profondo Rosso Dario Argento e Bernardo Zapponi si chiusero in casa, letteralmente. Dovevano partorire a ogni costo il soggetto. E ne usci un grande film. Ancora oggi forse troppo sottovalutato. Un film che inizia con l’abbraccio di un padre a un bambino bellissimo (Jacopo Mariani che poi interpreterà anche Suspiria) mentre viene accoltellato alle spalle.
Torino la magica
E’ Torino il set naturale di gran parte del film. La città del triangolo “diabolico” con Praga e Lione secondo alcune leggende. E il film si apre con il congresso di parapsicologia. Lì, una veggente “sente” la presenza malefica di un assassino: “Tu ha già ucciso!” e la sua esclamazione riporterà il tempo indietro. Sarà proprio la veggente la prima vittima, quella più importante. Perché il suo vicino di casa, Mark (David Hemmings), dovrà suo malgrado fare l’investigatore. L’assassino ucciderà ancora un’antropologa e uno psichiatra arrivati fino alla verità.
Clara Calamai, immensa e dolce
L’omicidio della veggente svela all’inizio la chiave impercettibile per lo spettatore. Mark arriva nella casa della vittima e vede un quadro. Ritorna nel luogo del delitto ma scopre che quel quadro non c’è più. Ma è solo l’effetto di un’illusione: perché nel ritratto c’è il volto della mamma di Carlo, Clara Calamai, alla sua ultima recitazione. Jacopo Mariani descriverà la grande attrice sul set come, “affettuosa e dolce, premurosa”. E proprio nel film, in un dialogo con Mark, Dario Argento la omaggia, pubblicando le sue foto da giovane star.
Quella colonna sonora spaventosa
Il successo di Profondo Rosso si lega alla colonna sonora dei Goblin, spaventosa e geniale. Una musica psichedelica che sostituisce quella dei Pink Floyd, che rinunciarono all’incarico. Argento suggerì ai Goblin di ispirarsi proprio a Tubular Bells la colonna sonora de L’esorcista. I Goblin vendettero 4 milioni di dischi della colonna sonora.
I grandi attori di teatro presenti nel film
Dario Argento recluta per Profondo Rosso alcuni grandissimi attori del nostro teatro: Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Eros Pagni, Giuliana Calandra. Si inventa il “Blue bar” dove Mark e Carlo suonano insieme. Sfida il conformismo dell’epoca introducendo la figura di un efebo, amante di Carlo. La scenografia fu costruita in piazza C.L.N., vicino all’abitazione di Marc Daly, ed è un chiaro omaggio al quadro I nottambuli (Nighthawks) di Edward Hopper del 1942.
Facile ma impossibile: la soluzione del giallo
Chiunque riveda il film scoprirà che la soluzione è all’inizio: sia nella morte del papà del bambino, che apre al sospetto di un omicidio familiare, sia nel quadro a tre teste che, però, nessuno può risolvere se non fermando l’immagine. Questo ossimoro di facilità-impossibilità è uno dei segreti del successo di Profondo Rosso.
Carlo Rambaldi prima dell’Oscar
Carlo Rambaldi curerà i costumi altrettanto inquietanti: soprattutto il bambolotto. Sarà il viatico del grande successo per Rambaldi, da Lo Squalo a King Kong fino all’Oscar per ET.
Nel Pantheon dei grandi gialli
Profondo Rosso merita di stare nel Pantheon dei grandi gialli del cinema: da Psycho a Vestito per Uccidere, a Mystic River. Una pietra miliare del nostro cinema. Dario Argento, invece rimane un leone. E chissà che presto non gli arrivi proprio quel Leone che sigillerebbe la sua carriera.