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Più occupati grazie allo stop al reddito di cittadinanza: gli ex percettori oggi lavorano. Legnata a Conte dal presidente dell’Inps

Fava snocciola i dati

Più occupati grazie allo stop al reddito di cittadinanza: gli ex percettori oggi lavorano. Legnata a Conte dal presidente dell’Inps

Parola di Gabriele Fava: "Nel 2024 il 30% degli ex percettori ha trovato lavoro:  complessivamente abbiamo 400mila assicurati in più". Ecco come si è ripristinato un principio di equità". E' la certificazione che la linea del governo è quella giusta

Politica - di Gabriele Alberti - 23 Agosto 2025 alle 14:13

“Più occupati grazie allo stop al Reddito di Cittadinanza”. Il dato che conferma la bontà delle  scelte del governo sul tema lavoro e occupazione arriva dal presidente dell’Inps in persona. Gabriele Fava consegna  dati e analisi in varie interviste. “Nel 2024 il 30% degli ex percettori ha trovato lavoro:  complessivamente abbiamo 400 mila assicurati in più. Quanto alla sterilizzazione del reddito di cittadinanza – sostenuto anche da misure promosse dal ministro del Lavoro Calderone – “i dati – spiega il presidente Inps – indicano un aumento dell’occupazione tra gli ex beneficiari. Frutto di più fattori: un ciclo economico positivo, strumenti di attivazione più mirati e controlli più stringenti. Il Reddito ha volto una funzione di protezione, ma ha mostrato anche limiti strutturali. Per questo abbiamo spostato il baricentro: prima verifiche, poi erogazione, interoperabilità delle banche dati, verifiche ex ante e cooperazione con Gdf e Carabinieri, così che le risorse arrivino a chi ne ha veramente diritto. È un principio di equità, che garantisce tutela ai fragili ma responsabilità verso i contribuenti”. Così in un colloquio su la Verità. E’ la linea che il governo ha voluto imprimere con il superamento della misura grillina.

Tra gli ex percettori di Rdc il lavoro è aumentato: i numeri

E il circolo virtuoso lo conferma. L’aumento dei posti di lavoro accreditati dai dati Istat trova conferma “dall’ultimo rapporto annuale Inps: tra gli ex percettori di reddito che non hanno chiesto l’Adi (assegno di inclusione ndr) o Sfl (supporto formazione lavoro ndr), l’occupazione è salita dal 18% di fine 2022 al 30% di fine 2024- certifica Fava- . Da circa 100.000 a oltre 161.000 persone nel biennio. Anche tra chi ha fatto domanda ma senza sostegno economico, il tasso è salito dal 18% al 27%. È la prova che politiche di attivazione e controlli mirati producono effetti concreti”. Un quadro chiaro, incontrovertibile, i numeri non mentono. Non vorremmo essere nei panni dei cittadini toscani e calabresi i cui candidati governatori – dem e grillini- si stanno accreditando proprio promettendo di nuovo la misura che scasserà le casse regionali a loro danno.

“La sostenibilità del sistema previdenziale non è in discussione”

Poi una botta ai profeti di sventura:“La sostenibilità del sistema previdenziale oggi non è in discussione. Lo dicono i numeri, non le opinioni- assicura Fava, smontando la retorica di chi afferma che il sistema non reggerà. “Nel 2024 abbiamo registrato 400mila nuovi assicurati, raggiungendo 27 milioni di lavoratori attivi, di cui oltre 7 milioni giovani. È un record storico, che dimostra la vitalità del nostro tessuto sociale e produttivo. Nel 2024 l’Istituto, per la prima volta negli ultimi anni, ha registrato un saldo positivo di 15 miliardi di euro: patrimonio netto in crescita e contributi a +5,5%. Naturalmente, il contesto demografico resta complesso, ma non è una sfida solo italiana: riguarda tutta l’Europa”. L’analisi di  Gabriele Fava, Presidente Inps, intervistato da ilSussidiario.net e ospite del Meeting di Rimini.

“L’Italia ha scelto di guidare un percorso virtuoso, non di subirlo”

“Le previsioni della Commissione europea parlano chiaro – prosegue -. La spesa pensionistica italiana crescerà fino al 17,3% del Pil nel 2036; per poi ridursi progressivamente verso il 13,7% nel 2060. È una curva impegnativa ma governabile, se sapremo investire in occupazione, produttività e partecipazione al lavoro”. “Ed è per questo – spiega Fava – che al Meeting di Rimini, insieme alla Fondazione per la Sussidiarietà e agli istituti previdenziali di altri Paesi europei, abbiamo avviato un percorso che porti a individuare una linea di azione comune nei confronti della Commissione europea. Con l’obiettivo di affrontare insieme le grandi sfide del nostro tempo: l’allungamento della vita, il calo della natalità, il futuro delle nuove generazioni, l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro e sulla società. Perché la sostenibilità del welfare non si gioca solo nei confini nazionali: serve una strategia europea. L’Italia ha scelto di guidare questo percorso, non di subirlo”.

Ok il bonus Giorgetti

Il bonus Giorgetti (chi resta al lavoro riceve in busta paga i contributi) è rischioso per i giovani)? No, tutt’altro. “Quella norma è una scelta politica precisa, che all’Inps spetta solo applicare. I dati europei mostrano che nei Paesi in cui cresce la partecipazione degli over 60 cresce anche l’occupazione giovanile. Non c’è un destino di conflitto tra generazioni: c’è la possibilità di un nuovo patto, in cui ciascuna età diventa risorsa”. E aggiunge: “La vera sfida è allargare la partecipazione al lavoro. E questo significa tre cose: più giovani, più donne, più permanenza attiva per chi è in buona salute oltre i sessant’anni”.

 

 

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di Gabriele Alberti - 23 Agosto 2025