
Resa dei conti tra i dem
Picierno sgancia la bomba sul Pd: neanche la Pravda. Si sbranano su Gaza e pretendono di scegliere chi può restare o va espulso
La vicepresidente del Parlamento europeo accusa i compagni di partito di usare il conflitto in Medio Oriente per regolare le faide interne. Un’accusa pesante che rivela le profonde spaccature a sinistra
Nel Pd è guerra aperta: lo scontro fratricida si consuma è ormai senza esclusione di colpi e a sferrare l’ultimo, durissimo attacco, è Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, che con un post al vetriolo sui social ha squarciato il velo sulle tensioni interne al partito. E volano gli stracci al Nazareno, altro che tulle e armocromiste…
Pina Picierno scatena la bufera sul Pd: e volano gli stracci…
La denuncia della Picierno, che non lasciamargini a interpretazioni di sorta o ad attenuanti di maniere, è diretta contro quella parte del Pd che, a suo dire, starebbe conducendo una «nuova campagna social e stampa» per decidere chi debba restare o chi debba essere «espulso». E la miccia che ha fatto esplodere la polemica è il conflitto in Medio Oriente, usato come pretesto per un vero e proprio redde rationem. E sul punto, l’europarlamentare non fa sconti e non usa mezzi termini, parlando di presunte “epurazioni” e “inviti al boicottaggio”, definendo i suoi detrattori “la comica Pravda dei nostri giorni”, un chiaro riferimento a chi, secondo lei, diffonde una narrazione distorta e faziosa.
«C’è chi pretende di scegliere chi può entrare, restare o essere espulso»
«È in corso una nuova campagna social e stampa che pretenderebbe di scegliere chi può restare nel Pd, chi ci può entrare, e chi dovrebbe essere espulso. Ovviamente per il Fatto Quotidiano, la comica Pravda dei nostri giorni, appartengo a quest’ultima categoria. Nulla di preoccupante o di interessante, se non fosse che si utilizza una cosa dannatamente seria come il conflitto in Medio Oriente per regolare i conti interni al campo progressista e per accreditarsi come nuova autorità regolatoria del bene e del male», posta sui social a caratteri al vetriolo un’agguerrita Pina Picierno.
Pd, Picierno allo scontro frontale
Ma non è ancora tutto. La dem incalza, punta l’indice e respinge l’idea di un partito che cede alle «vendette in nome di una presunta purezza ideologica», sottolineando la vocazione pluralista del Partito Democratico. E ribadisce con forza una posizione chiara sul conflitto israelo-palestinese: si può e si deve criticare il governo di Netanyahu, ma senza cadere nell’odio antiebraico e nell’antisionismo. Una linea, questa, che la sinistra italiana e europea, a suo dire, avrebbe tradito, lasciando Israele «in una solitudine che ha aperto la strada ad una destra identitaria e vergognosa».
«Utilizzano il conflitto in Medio Oriente per regolare i conti interni»
Le parole della Picierno svelano un Pd sempre più frammentato e martoriato da divisioni interne e fazioni l’una contro l’altra armate. Da una parte, un’ala che, pur con tutte le critiche al governo israeliano, non vuole abbandonare la difesa dell’esistenza dello Stato di Israele e la lotta all’antisemitismo. Dall’altra, un’ala più radicale, che sembra accodarsi a posizioni anti-occidentali e che usa la causa palestinese per scopi politici interni. Al punto da indicare nel suo agguerrito post anche le “istruzioni per l’uso”. «Il mio partito, il Partito Democratico – sottolinea la Picierno – non è mai stato e mai sarà un luogo dove consumare vendette in nome di una presunta purezza ideologica. Chi se n’è andato l’ha fatto coi propri piedi, spesso tornando in buon ordine, accolti come solo una grande comunità politica e plurale sa accogliere».
Le fratture che minano un partito diviso
E ancora: «Il contrasto all’odio e all’antisemitismo, anche nelle sue varianti antisioniste, resta una delle nostre irrinunciabili cifre identitarie e politiche» tiene a rivendicare la dem in aperto conflitto coi suoi colleghi del Nazareno. «Si può e si deve lottare contro l’odio antiebraico, denunciarlo – aggiunge in calce all’elenco di accuse e suggerimenti – e nello stesso tempo denunciare le tragiche responsabilità del governo di destra di Netanyahu. Responsabilità che sono di una classe politica e non di un’idea di Stato. Non dei cittadini israeliani. E meno che mai di una religione su cui poggiano le radici della nostra civiltà».
Picierno al Pd: un “j’accuse” che non fa sconti
Dichiarazioni, quelle della Picierno, che al servizio di un linguaggio forte declinato a un j’accuse che non fa sconti, mettono a nudo le contraddizioni di una sinistra che fatica a trovare una posizione unitaria. E che, pur di accaparrarsi una parte dell’elettorato, sembra disposta a flirtare con posizioni estreme, pericolose. Una disamina, la sua, che risuona come un campanello d’allarme che non può essere ignorato. E che, neanche tanto tra le righe, testimonia un malessere profondo all’interno del partito di Elly Schlein, dove la lotta per l’egemonia ideologica è più viva che mai.