CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Piano Casa e ceto medio: le ipotesi sul tavolo

Priorità

Piano casa e ceto medio: dalla riforma dell’Irpef e alle coperture, le ipotesi sul tavolo per la Fase 2 del sostegno alle famiglie

Dopo le misure già intraprese per le fasce più deboli, ora si ragiona sull'aliquota al 33% per i redditi fino a 60mila euro e su un netto incremento dei fondi per rispondere alle esigenze abitative

Politica - di Sveva Ferri - 28 Agosto 2025 alle 16:08

Piano casa e ceto medio. Per le priorità economico-sociali indicate da Giorgia Meloni nel discorso al Meeting di Rimini non parte dall’anno zero: ciascuna delle misure indicate ha un pregresso, un lavoro già impostato. Ma quello che emerge è che, dopo aver messo in sicurezza le fasce più deboli, ora il governo è pronto a dare un’accelerazione e ad allargare la platea di famiglie e lavoratori interessati dalle misure messe in campo. A partire dalla riforma dell’Irpef.

Avanti con la riforma dell’Irpef: focus sui redditi fino a 60mila euro

Un primo passo è stato già compiuto lo scorso anno, portando la soglia reddituale per l’aliquota al 23% a 28mila euro. Prima quel limite si fermava a 15mila. In questa prima riorganizzazione i redditi tra 28mila e 50mila euro sono rimasti con un’aliquota al 35%. Dunque, come si diceva, c’è stato l’intervento sulle fasce meno abbienti, ma non sul ceto medio, come del resto più volte esplicitato dallo stesso premier, che ha ampiamente spiegato la ratio sociale di questa scelta. Ugualmente, però, Meloni ha anche più volte chiarito che il passo successivo sarebbe stato verso il ceto medio. Arriviamo così alle prospettive del 2025: abbassare la seconda aliquota e allargare la fascia di reddito cui applicarla.

In numeri, l’ipotesi su cui si ragiona è quella del 33% per i redditi compresi tra i 28mila e i 60mila euro. La «parte mediana della popolazione», come l’ha definita sempre da Rimini Matteo Salvini, confermando non solo il range fino a 60mila euro, ma parlando anche della volontà di rivedere «anche i criteri con cui si aiuta chi ha più bisogno, perché il calcolo Isee non corrisponde al valore reale di quella famiglia».

Il Piano Casa: le misure già approvate

Capitolo Piano Casa. Anche qui non si parte da un “semplice” annuncio, ma da un lavoro già impostato: il Piano Casa Italia introdotto con la scorsa legge di Bilancio. Si basa su la riorganizzazione dell’edilizia residenziale pubblica, sull’housing sociale e sul co-housing, sul partenariato pubblico-privato per la costruzione di nuovi immobili e il recupero di quelli esistenti. L’obiettivo è dare una risposta strutturale al disagio abitativo e introdurre misure che, agevolando l’accesso all’abitazione, possono avere anche un effetto calmiere sul mercato. Per questo Piano sono stati stati stanziati 660 milioni di euro, «un’inezia», l’ha definita Salvini sempre dal palco del Meeting, chiarendo in questo modo l’intenzione di fare molto di più.

Intanto, ha poi chiarito il ministro, «a giugno 2026 restituiremo 150mila alloggi popolari ristrutturati». A questo si aggiungono il Fondo per le garanzie sui mutui per le giovani coppie, rinforzato dal governo e in crescita di oltre il 20% rispetto allo stesso periodo del 2024, per un importo complessivo pari a 4,8 miliardi di euro, in aumento del 34%. Il passaggio ulteriore però sono le «abitazioni per le famiglie. Sul piano casa lavoriamo su decine di migliaia di abitazioni a prezzi calmierati».

L’analisi dell’Ance sulle coperture

Ci si aspetta, dunque, che nuovi fondi possano essere stanziati in Finanziaria e anche che altri possano arrivare dal Pnrr. Secondo una recente analisi dell’Ance, 1,5 miliardi potrebbero arrivare dalla riprogrammazione del Pnrr; 2,5 miliardi da quella dei fondi strutturali; 6 miliardi dal nuovo bilancio Ue, tre dal Fondo sociale per il clima e altri due da Fondo investimenti e sviluppo infrastrutturale.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Sveva Ferri - 28 Agosto 2025