
Rebus Ucraina
Pace a due, mediatori a distanza: così Trump prova a mettere Putin e Zelensky faccia a faccia. Intanto si pensa al piano Meloni per la sicurezza di Kiev
L'inquilino della Casa Bianca vorrebbe attendere prima l'incontro tra i due leader. Intanto il presidente ucraino accusa Mosca: "Stanno cercando di evitare la necessità di organizzare il confronto". E nel frattempo si pensa al piano Meloni: consultazioni degli alleati entro 24 ore
Le due dichiarazioni rilasciate dai due leader coinvolti nella trattativa di pace in Ucraina, al netto della ondivaga posizione russa, rilanciano incertezza su piani e accordi. La prima: «Sapremo tra circa due settimane» se riusciremo ad avere la pace in Ucraina, «dopodiché dovremo forse adottare una strategia diversa». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in un’intervista con il conduttore radiofonico Todd Starnes.
Ucraina, il rebus pace e l’ultima svolta di Trump: tentare il faccia a faccia Putin-Zelensky
A stretto giro, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di volersi sottrarre alla «necessità» di organizzare un incontro con il presidente Vladimir Putin per trovare una soluzione alla guerra provocata dall’invasione russa. «Al momento, i segnali inviati dalla Russia sono semplicemente indecenti. Stanno cercando di evitare la necessità di organizzare un incontro», ha accusato il leader di Kiev nel suo discorso quotidiano sui social media.
Dunque, a ogni ora che passa, a ogni nuova dichiarazione che filtra sui sociale, si configura all’orizzonte un’ultima svolta imprevista. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sembra incline a lasciare a Russia e Ucraina l’iniziativa di organizzare un incontro diretto tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, senza un coinvolgimento immediato della Casa Bianca. O almeno così fanno intendere funzionari dell’amministrazione Usa a conoscenza del dossier citati dal Guardian, secondo cui il tycoon considera come «prossima tappa» del processo di pace un faccia a faccia tra i leader dei due Paesi in guerra.
L’ipotesi di un trilaterale solo dopo il confronto tra i leader ucraino e russo
Stando a quanto emerge nelle ultime ore, infatti, Trump avrebbe confidato ai suoi consiglieri di voler convocare un vertice trilaterale soltanto dopo un primo confronto diretto Putin-Zelensky, la cui effettiva realizzazione resta incerta. Poi, in un’intervista radiofonica alla Wabc, il presidente repubblicano ha spiegato di preferire che «Putin e Zelensky si vedano senza di me, almeno all’inizio. Io voglio solo vedere cosa succede».
Il timing di Trump allude “a due settimane” di tempo…
Aggiungendo in calce: «Entro due settimane sapremo se ci sarà pace in Ucraina in un modo o nell’altro». «Dopodiché, forse dovremo adottare una strategia diversa», ha dichiarato poi Trump in un’intervista al Todd Starnes Show, mentre via social, in un post su Truth, ha inviato un messaggio molto chiaro a Zelensky ricordando che «è molto difficile, se non impossibile, vincere una guerra senza attaccare il Paese invasore».
Zelensky-Putin: le indiscrezioni del “Guardian” e le dichiarazioni di Trump
E allora, sulla mediazione tra Russia e Ucraina Trump fa un passo indietro: vuole che Putin e Zelensky si incontrino senza la sua presenza, almeno per il momento. Lo scrive il Guardian. Lo riferiscono alcuni funzionari della Casa Bianca. Lo ribadisce, tra le righe, lo stesso Trump in un’intervista in cui si è sbilanciato sui tempi per la fine del conflitto. E Nel frattempo Zelensky ha annunciato intanto di aver testato con successo un missile con gittata di 3mila chilometri e ai giornalisti ha confermato che «un incontro con Putin sarà possibile solo dopo un accordo sulle garanzie di sicurezza».
Ucraina, il piano Meloni per la sicurezza Kiev
E proprio un piano di garanzie di sicurezza per l’Ucraina, ispirato all’articolo 5 della Nato, che impegnerebbe gli alleati di Kiev a decidere entro 24 ore se fornire sostegno militare, economico e politico al Paese nel caso di un nuovo attacco da parte della Russia, è la proposta avanzata ai suoi omologhi europei dalla premier Giorgia Meloni, secondo quanto riferito da Bloomberg, citando fonti informate.
Consultazioni degli alleati entro 24 ore
La proposta italiana, che equivale a una clausola di difesa collettiva simile a quella della Nato, ma che non comporta l’effettiva adesione all’Alleanza, è una delle opzioni al vaglio e, spiegano le fonti, nasce dal riconoscimento che l’ingresso di Kiev nella Nato resta al momento impraticabile.
Trump, Putin e Zelensky e il rebus pace in Ucraina: il sostegno a Kiev
Sebbene l’opzione “Nato-light” sia ben lontana dall’impegno di difesa collettiva previsto dall’articolo 5, osserva Bloomberg, impegnerebbe comunque i Paesi che hanno firmato accordi bilaterali con l’Ucraina a consultarsi rapidamente su una risposta in caso di attacco. Le opzioni, aggiungono le fonti, includerebbero la fornitura a Kiev di un sostegno difensivo rapido e sostenuto, assistenza economica, rafforzamento dell’esercito ucraino e imposizione di sanzioni alla Russia.
Il ruolo di Washington
Il dibattito si inserisce nella scia del vertice alla Casa Bianca di lunedì, che ha visto la partecipazione di Donald Trump, Volodymyr Zelensky e diversi leader europei, tra cui Meloni. L’incontro ha portato a un impegno più netto da parte di Washington sulle garanzie di sicurezza per Kiev, nonostante il presidente Usa abbia escluso l’invio di truppe sul terreno. Secondo Bloomberg, tra le opzioni allo studio vi sarebbe anche il dispiegamento di contingenti francesi e britannici come parte di un futuro accordo di pace.