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Gaza c’è chi dice no

Le reazioni a Tel Aviv

Occupazione di Gaza, l’Italia guida il fronte del “no” e chiede un “cessate il fuoco immediato e duraturo”

Anche le piazze israeliane si riempiono per contestare il piano di Netanyahu mentre venti Paesi arabi lo condannano, l’Onu lo definisce «pericolosa escalation» e Hamas tratta su una tregua. A Ibiza, si attende l'incontro Usa-Qatar per trovare una quadra

Esteri - di Alice Carrazza - 9 Agosto 2025 alle 16:52

Ci sono le prime reazioni internazionali alla decisione del gabinetto di sicurezza israeliano che ha autorizzato, l’8 agosto, l’occupazione di Gaza, con l’Italia in prima linea. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottoscritto, insieme a Regno Unito, Germania, Australia e Nuova Zelanda, una dichiarazione per «respingere con forza» l’operazione militare. La nota, diffusa dalla Farnesina, ribadisce l’urgenza di «un cessate il fuoco immediato e permanente» e il sostegno alla soluzione a due Stati come «unico modo per garantire che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace, sicurezza e dignità». Ora, anche la Russia «condanna e respinge» l’operazione militare nella Striscia. «L’attuazione di tali decisioni comporta il rischio di aggravare la situazione già estremamente drammatica nell’enclave palestinese — scrive in una nota il dicastero diplomatico di Mosca — che presenta tutte le caratteristiche di una catastrofe umanitaria».

Un fronte compatto contro il piano israeliano

Poche ore dopo, si sono accodate Australia, Francia, Canada e Nuova Zelanda denunciando il rischio di aggravare «la catastrofica situazione umanitaria» e di provocare «un esodo di massa dei civili». Nel documento si parla di «violazione del diritto internazionale umanitario» e si sottolinea che «qualsiasi tentativo di annessione o espansione degli insediamenti viola il diritto internazionale». I firmatari sollecitano la revisione del sistema di registrazione delle Ong per agevolare la distribuzione degli aiuti.

Proteste in Israele

A Tel Aviv sono previste manifestazioni di massa, da Hostages Square a Begin Road, davanti al quartier generale delle Forze di difesa israeliane. Le famiglie degli ostaggi, riunite al Missing families forum, chiedono uno sciopero generale: «Raggiungete un accordo globale sugli ostaggi, riportateci indietro i nostri cari: il loro tempo è scaduto». Anat Angrest, madre di Matan, uno dei rapiti, ha scritto su X: «Si è deciso di estendere la guerra e conquistare, anche a costo della vita di Matan. E il silenzio uccide…».

L’Autorità palestinese parla di «provocazione» e accusa Gerusalemme di ignorare «le critiche internazionali e gli avvenimenti delle grandi potenze», oltre al loro sforzo per raggiungere la pace. «La Striscia è parte integrante della Palestina — dice il portavoce dell’Anp Nabil Abu Rudeineh — Senza di essa, non ci sarà nessuno Stato palestinese».

Condanne dal mondo arabo e dall’Onu

Venti Paesi arabi e musulmani, tra cui Egitto, Arabia Saudita e Turchia, hanno definito il piano «un tentativo di consolidare l’occupazione illegale». Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, lo ha definito «un’escalation pericolosa» che comporterà «sfollamenti forzati, uccisioni e distruzioni massicce». Ma nessuno può fermare Bibi. Benjamin Netanyahu, intervistato da Fox News, non a caso lo rivendica: «Abbiamo intenzione di farlo».

La posizione dell’Idf

Il capo di Stato Maggiore israeliano, Eyal Zamir — che dall’inizio aveva espresso forti riserve all’occupazione forzata — ha assicurato che l’Idf «approfondirà la pianificazione» e «porterà a termine la missione nel miglior modo possibile», salvaguardando «la vita degli ostaggi» e operando «secondo i valori e lo spirito dell’Idf».

Attriti diplomatici e mediazioni

E se Israele appare spaccato, anche a Occidente volano stracci: tra Parigi e Washington è scontro aperto. Il segretario di Stato americano Marco Rubio accusa Emmanuel Macron di aver «fatto fallire i colloqui» per il cessate il fuoco con l’annuncio sul riconoscimento della Palestina — a settembre —, una mossa giudicata da molti come un azzardo elettorale dettato dal calo di consensi in Francia.

Trattative e tensioni parallele

Intanto, fonti vicine ad Hamas confermano contatti con Israele, mediati da Stati Uniti, Egitto e Qatar, per un’intesa che preveda fine delle ostilità, ritiro israeliano, liberazione degli ostaggi, disarmo delle fazioni palestinesi e creazione di una leadership civile. E l’inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff è pronto ad incontrare il premier del Qatar a Ibiza per discutere la tregua da presentare entro due settimane.

Dalla testa del serpente, Teheran, invece arriva la notizia dell’arresto di venti presunti agenti del Mossad: alcuni sono stati rilasciati, mentre altri — tra cui lo scienziato nucleare Rouzbeh Vadi — sono già stati giustiziati.

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Ci sono 3 commenti

  1. Gennaro ha detto:

    Cessato il fuoco immediato e duraturo che significa? Significa semplicemente che la guerra riprendera’ piu’ in la con armamenti piu’ potenti! Invece eliminazione totale di hamas e poi due stati e la pace per sempre!

  2. Franco - frabelli ha detto:

    Non sono così d’accordo nel respingere le richieste di Israele. Non facciamo il gioco di Hamas nel proteggere i suoi crimini.

  3. Gennaro ha detto:

    Non sono daccordo per porre fine alla guerra hamas va totalmente eliminato. Hamas non si e’ ancora arreso perchè ha l’appoggio della popolazione completamente indottrinata in 20 anni di potere! Fermarsi prima e’ come se durante la seconda guerra mondiale gli alleati ed i russi si fossero fermati alle porte di Berlino!

di Alice Carrazza - 9 Agosto 2025