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Neonati morti a Bolzano, arriva lo stop a un detergente per piatti: “Potrebbe essere contaminato”

Cos'è il Serratia marcescens

Neonati morti a Bolzano, arriva lo stop a un detergente per piatti: “Potrebbe essere contaminato”

Cronaca - di Angelica Orlandi - 16 Agosto 2025 alle 17:22

Dopo la tragedia della morte di due neonati prematuri nel Reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Bolzano si è deciso di sospendere l’impiego di “uno specifico detergente per i piatti potenzialmente contaminato in tutti gli ospedali della Provincia”. A emanare la direttiva l’azienda sanitaria dell’Alto Adige che aggiunge come la misura sia stata presa “a titolo precauzionale e in attesa di ulteriori verifiche”.

Bolzano, neonati morti: stop al detergente “contaminato”

La situazione nel Reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Bolzano resta invariata. Le condizioni di salute dei 10 neonati prematuri ricoverati continuano ad essere stabili. “Questa disposizione resterà in vigore fino a una sua revoca – conclude la nota -. Il Reparto di Ostetricia, ma anche tutti gli altri Reparti e Servizi dell’Ospedale di Bolzano non sono interessati da questa particolare situazione e lavorano regolarmente e a pieno regime”. Dopo la morte dei due neonati, la situazione nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale ‘San Maurizio’ di Bolzano resta invariata.

Le condizioni di salute dei 10 neonati prematuri ricoverati continuano a essere stabili, rende  noto l’Azienda sanitaria di Bolzano. Il decesso dei due piccoli è avvenuto per un’infezione da Serratia marcescens.

Medici: “Ai neonati diagnosticata infezione da Serratia”

“Oltre ai gravi problemi derivanti dalla loro estrema prematurità, a entrambi i bambini è stata diagnosticata un’infezione da Serratia marcescens: un germe diffuso nell’ambiente, presente nell’acqua, nel suolo, nelle piante, negli animali e negli esseri umani: tra le altre cose due neonati prematuri avevano circa tre settimane di vita e pesavano circa 700 grammi. Questo germe è generalmente innocuo per gli individui sani; tuttavia, per i neonati molto prematuri, l’infezione è potenzialmente letale”.

È quanto affermato dal direttore sanitario dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, Josef Widmann nel corso di una conferenza stampa. Lo riporta Rainews. “All’ospedale di Bolzano abbiamo implementato tutte le misure preventive per impedire la trasmissione di germi – ha aggiunto Zaebisch -. Il personale del reparto rispetta rigorosamente le misure igieniche. Purtroppo non è stato possibile prevenire questi due casi. Il 12 agosto abbiamo deciso di non accettare ulteriori parti ad alto rischio. Abbiamo concordato con l’ospedale di Trento che accetteranno i neonati prematuri in modo che nessun bambino sia esposto a rischi”. Nel frattempo, l’Azienda sanitaria altoatesina si è messa in contatto con l’ospedale Santa Chiara di Trento, affinché si faccia provvisoriamente carico delle prossime gravidanze premature, almeno per quanto riguarda i casi più critici, come le gravidanze sotto la 32esima settimana. Nei giorni scorsi, a Trento sono state accolte tre pazienti. Una ha già partorito senza complicazioni.

Cos’è la Serratia

La Serratia marcescens è un germe che intacca un sistema immunitario immaturo, soprattutto in reparti come la terapia intensiva neonatale che ospita pazienti ad altissimo rischio. Nei prossimi giorni la terapia intensiva neonatale verrà trasferita nella vecchia unità di terapia intensiva per prevenire ulteriori infezioni”. Secondo Pierpaolo Bertoli, coordinatore sanitario dell’ospedale del capoluogo altoatesino, “la presenza di questo virus non è una novità, si è verificata frequentemente e questo caso deve essere un segnale d’allarme per il rispetto di tutte le misure igieniche”.

Come si manifesta

Secondo studi medici, il batterio serratia è presente in genere nel suolo, nelle acque di superficie o di scarico, sulle piante, negli animali, soprattutto negli insetti, e nell’uomo. Il più diffuso è quello provocato dalla specie serratia marcescens. L’infezione da serratia viene contratta per lo più in ambito ospedaliero, in seguito a lungo ricovero o all’inserimento di cateteri per via endovenosa, intraperitoneale o urinaria, o all’inserimento di strumenti medici volti ad agevolare la funzionalità respiratoria o ancora all’effettuazione di trasfusioni o di infusioni endovenose contaminate. L’infezione può manifestarsi attraverso febbre, brividi, insufficienza respiratoria e shock settico.

 

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di Angelica Orlandi - 16 Agosto 2025