CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Rivolta dei migranti al Cpr di Bari Palese

Accoglienza e... dintorni

Migranti, siamo alle solite: rivolta al Cpr di Bari. Agenti aggrediti, danni e scene di guerriglia. Ma i buonisti tacciono: chiusi per ferie?

Furiosa rivolta al Cpr di Bari Palese per 24 ore: forze dell'ordine assalite, struttura messa a ferro e fuoco, panico e caos interminabili. E i buonisti? Tutti muti. Ma per la loro narrazione "falsata" c'è tempo... a settembre

Cronaca - di Martino Della Costa - 16 Agosto 2025 alle 16:42

Rieccoci qua: a parlare dell’ennesima, furibonda rivolta di migranti in un Cpr: per l’occasione è quello di Bari Palese il centro preso d’assalto e messo sotto assedio, con tanto di forze dell’ordine aggredite, danneggiamenti alla struttura e scene di guerriglia urbana che si perpetrano per ben 24 ore di violenza e furia inaudite… Ancora una volta, dunque, un Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) finisce sulle pagine di cronaca per una ribellione caotica e furiosa messa in atto dai suoi ospiti, a conferma che il problema non è la singola struttura, ma un sistema preso di mira da facinorosi e irruenti. Questa volta è toccato al centro barese, teatro di una protesta durata 24 ore, che ha lasciato dietro di sé caos, panico, danni ingenti e una scia di tensioni.

Migranti, la furiosa rivolta a Bari Palese tracima per 24 ore

La dinamica è ormai tristemente nota. Un gruppo di migranti, trattenuti in attesa di essere rimpatriati, ha dato il via ai disordini che, nel giro di breve, sono degenerati in azioni di guerriglia urbana. La motivazione ufficiale, secondo il collettivo “No Cpr”, sarebbero le presunte scarse condizioni igienico-sanitarie. Una scusa che sa di pretesto, considerata la frequenza con cui questi episodi si verificano in diverse strutture, spesso con modalità simili: incendi, danneggiamenti e aggressioni al personale di polizia.

Agenti aggrediti, struttura danneggiata, panico e caos interminabili

Gli agenti infatti, intervenuti per sedare la protesta, si sono trovati di fronte a un’escalation di violenza complicata da contenere e arginare: lanci di oggetti contundenti, barricate, e perfino un tentativo di evasione con alcuni migranti saliti sul tetto. Il bilancio finale parla di quattro moduli danneggiati e di un’operazione di ripristino dell’ordine che ha richiesto un giorno intero. Non si registrano feriti, ma il rischio che la situazione potesse ulteriormente peggiorare era altissimo.

E c’è chi fomenta il malcontento…

Questi centri, nati per ospitare coloro che non hanno diritto a rimanere sul nostro territorio, sono diventati un facile bersaglio per la retorica della sinistra, che li contesta a priori. Ma la realtà è ben diversa. I CPR sono l’unica risposta possibile per dare un senso a una politica migratoria che deve prevedere anche il rimpatrio di chi non ha i requisiti per accoglienza e asilo. Il problema non sono le strutture in sé, ma la gestione, resa difficile da chi, come alcuni collettivi, fomenta dall’esterno la protesta e la ribellione, minando l’autorità dello Stato.

E chi ne propone (tacendo) una narrazione “falsata”

Non a caso, l’episodio di Bari non è un caso isolato, ma l’ennesima spia di un sistema perennemente messo a dura prova. Basti pensare che solo una settimana fa, un’altra rivolta a Potenza ha portato a nove arresti, a dimostrazione che il nuovo decreto sicurezza del governo è più che mai necessario a garantire la stabilità e la sicurezza all’interno di queste strutture. È evidente che il rimpatrio effettivo e veloce dei migranti irregolari è l’unica vera soluzione, non solo per alleggerire la pressione sui centri, ma anche per inviare un segnale chiaro: l’Italia non è un Paese per tutti, ma una nazione che accoglie e tutela chi rispetta le sue leggi e le sue regole.

Migranti, Bari Palese solo l’ultima rivolta: e la sinistra tace?

La continua escalation di violenza nei Cpr italiani evidenzia la profonda incoerenza nella gestione dell’immigrazione ereditata dai governi precedenti. DUna incoerenza che ha trovato sponda in una narrazione “falsata” di fatti e codici, per cui oggi, se da un lato, il nostro Paese, con un’accoglienza fin troppo generosa, si ritrova con migliaia di immigrati clandestini che, una volta sul nostro suolo, devono essere identificati e, se irregolari, rimpatriati. Dall’altro, continua a registrare le posizioni della sinistra “buonista” a oltranza, che con il suo “racconto” sulla crisi ostacola ogni tentativo di riportare ordine e legalità.

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Martino Della Costa - 16 Agosto 2025