
La denuncia di FdI
Migliaia di copie del Corano nelle case degli italiani: chi c’è dietro le prove d’islamizzazione?
Arrivano notizie preoccupanti che riguardano l’islamizzazione in Europa e, in particolare, in Italia. Migliaia di copie del Corano tradotte in italiano spedite ad altrettante migliaia di persone che ne fanno richiesta.
«Il caso – denuncia FdI – riguarda Hamza Roberto Piccardo, uno dei fondatori dell’Ucoii, che ha rilanciato questa iniziativa dalla pagina social del Centro Culturale Islamico di Genova, quello che fa riferimento anche a Mohamed Hannoun, uomo ritenuto vicino ad Hamas. Le copie verrebbero inviate gratuitamente, in cambio di una donazione. Sappiamo quanto sia costoso produrre libri e spedirli: come fa, quindi, un libro che ha numeri da best seller a reggersi solo su piccoli contributi volontari? Chiediamo alla Guardia di Finanza di fare degli accertamenti in attesa di depositare un’interrogazione parlamentare a settembre». Così in una nota, i senatori di Fratelli d’Italia Lucio Malan, Ester Mieli, Carmela Bucalo, Marco Scurria, Raffaele Speranzon, Giulio Terzi membri della Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza.
Non solo Corano a casa degli italiani: a Napoli la chiesa trasformata in moschea
Il pericolo dell’islamizzazione non risparmia nessuna città d’Italia. Ha fatto scalpore, negli ultimi giorni, quanto avvenuto a Napoli, dove la storica chiesa di Santa Caterina al Foro Magno, chiusa sin dal 1980, si appresta ad ospitare un centro islamico. Un fatto eclatante che appare ancora più emblematico, dato che nello stesso rione napoletano già esistono tre luoghi di culto islamico: in via Soprammuro, via Lavinaio e in piazza Largo Mercato.
A Cantù alla guida col burqa: l’islamizzazione continua
Ancora più eclatante la presenza in giro per le città della Penisola di sempre più donne, anche giovani e giovanissime, con il burqa, nel rispetto dei più rigorosi canoni musulmani. Un suv nero, il volto completamente coperto: solo una fessura per gli occhi. La scena è stata raccontata a Vighizzolo, frazione di Cantù, e ha subito acceso il dibattito.
A raccontarla, lo scorso 25 luglio, è stato un cittadino in un post sulla seguitissima pagina Facebook “Sei di Cantù se”. Il messaggio, diretto ma non offensivo, non intendeva mettere in discussione la libertà religiosa, ma sollevare un tema di sicurezza stradale che, secondo l’autore, non è mai abbastanza discusso.