
Il post della premier
Meloni rivendica lo sgombero del Leoncavallo: “No a zone franche”. Ma Sala si lagna: “Non mi hanno informato, era un luogo di cultura”
“In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità. Le occupazioni abusive sono un danno per la sicurezza, per i cittadini e per le comunità che rispettano le regole. Il Governo continuerà a far sì che la legge venga rispettata, sempre e ovunque: è la condizione essenziale per difendere i diritti di tutti”. Lo scrive la premier Giorgia Meloni in un post su X a proposito dello sgombero del centro sociale Leoncavallo a Milano.
A caldo, subito dopo lo sgombero, atteso da 31 anni, era intervenuto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent’anni quell’immobile è stato occupato abusivamente. E al danno si è aggiunta la beffa: lo Stato costretto persino a risarcire i danni dell’occupazione. Oggi finalmente viene ristabilita la legalità”.
A caldo arriva anche un commento sui social di Forza Italia: “Dopo 31 anni di occupazione abusiva, illegalità e violenze lo spazio di Leoncavallo è libero. Con noi, la sicurezza e la legalità tornano al primo posto”,
Sala difende gli occupanti: dopo 31 anni aveva un valore storico
Di tutt’altro tenore la reazione del centrosinistra, a cominciare dal sindaco di Milano Giuseppe Sala. “Non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo” ha detto sala convinto che “per un’operazione di tale delicatezza, al di là del Comitato, c’erano molte modalità per avvertire l’Amministrazione milanese”. E’ stato il prefetto Claudio Sgaraglia, con una telefonata ad avvisare il primo cittadino che ribadisce il valore del Leonka. “Un valore storico e sociale nella nostra città”. “A mio parere – ha aggiunto – , questo centro sociale deve continuare ad emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità. Da anni e anni è un luogo pacifico di impegno. Confermo la volontà di mantenere aperta l’interlocuzione con i responsabili delle attività del centro sociale”.
Mentre il senatore dem, Filippo Sensi, lamenta una strategia di “distrazione di massa”: “Quando sono in difficoltà ricorrono alla ruspa”. Come se il ricorso alla legalità fosse una misura bislacca. Del resto, va capito, visto che ci sono voluti 31 anni e ben 14 governi (la stragrande maggioranza guidati dalla sinistra) prima di ristabilire la legalità a Milano.
FdI: reazioni da sinistra confermano la loro avversione alla legalità
Ancora più dure le proteste della sinistra: a cominciare da Avs di Fratoianni, che in fondo ha la sua sottile coerenza, visto che è lo stesso partito che ha candidato l’occupatrice di case, Ilaria Salis.
“Le reazioni scomposte della sinistra allo sgombero del Leoncavallo – commenta il senatore di FdI Sandro Sisler, vicepresidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama – confermano ancora una volta un’anomala avversione alla legalità. Fratoianni e AVS, quando parlano di lobby e speculazioni, dovrebbero piuttosto rivolgere lo sguardo altrove: ad esempio ai 75 indagati nell’inchiesta sull’urbanistica, quindi a Sala e alla loro coalizione che governa Milano. Il Governo e le istituzioni non possono tollerare zone franche e hanno il dovere di garantire il rispetto delle regole per tutti i cittadini. A Milano non è stato commesso alcun sopruso, è stata semplicemente ripristinata la legalità dopo decenni di occupazione abusiva. Sembra che la legge sia uguale per tutti – conclude il senatore di FdI – tranne che per i compagni: quando si tratta di centri sociali e spazi occupati, per certa sinistra tutto diventa improvvisamente tollerabile e perfino da difendere”.