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Lollobrigida fa il punto sui dazi all’agroalimentare: “Abbiamo ancora 6 mesi per trattare. Il governo aiuterà le imprese”

Al Meeting di Rimini

Lollobrigida fa il punto sui dazi all’agroalimentare: “Abbiamo ancora 6 mesi per trattare. Il governo aiuterà le imprese”

Politica - di Carlo Marini - 26 Agosto 2025 alle 12:04

Sul fronte dei dazi per l’agroalimentare italiano, «il 15% è ovviamente di più di nessun dazio, soluzione auspicabile come risultato della trattativa che ci sarà nei prossimi sei mesi, ma sicuramente è meno del 50% o del 30% o del provocatorio 200% sul vino». Così il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, intervistato da “il Sussidiario” al Meeting di Rimini, spiega come “per un Paese esportatore come il nostro, nessun dazio sia positivo. Alcuni prodotti, come il vino, hanno visto aumentare i dazi”.

“Al contrario, per altri prodotti i dazi sono scesi dal 25% al 15%”. In ogni caso, “sono ipotesi che fino a poco tempo fa prendevano le prime pagine dei giornali e adesso parliamo di altri numeri”. Per questo, conclude, «bisogna valutare con oggettività l’effetto che avranno, vediamo i cittadini statunitensi se continueranno a comprare la qualità italiana, e come sempre il supporto del Governo Meloni non mancherà se dovesse essere necessario».

“Le politiche europee mettono a rischio l’agroalimentare italiano”

“Il comparto agroalimentare italiano può essere messo a rischio da politiche europee che troppo spesso non garantiscono reciprocità negli scambi con l’estero e lealtà concorrenziale”, ha detto ancora il ministro dell’Agricoltura, attaccando alcune scelte di Bruxelles. “Se viene concesso accesso ai nostri mercati a merci che non rispettano i nostri standard su lavoro, ambiente e sicurezza alimentare, i nostri produttori vengono penalizzati, e non è giusto. I regolamenti devono basarsi su evidenze scientifiche e non su assunti ideologici”, ha spiegato il ministro.

Lollobrigida ha poi puntato il dito sui “nemici interni”: “Sul vino abbiamo visto attacchi ingiustificati: il vino non è un prodotto da demonizzare, ma è parte integrante della nostra cultura e della dieta mediterranea. Bisogna distinguere tra consumo e abuso: si deve informare, non demonizzare”. “Il Governo Meloni – ha aggiunto – difende i prodotti italiani, tutela Dop e Igp, contrasta le frodi e chiede in Europa regole eque che non penalizzino la qualità”. Il riferimento implicito è anche ai contributi europei per lo sviluppo delle aziende vitivinicole sudafricane, una politica che secondo il ministro danneggia la concorrenza leale con i produttori italiani.

“C’è un cambio di passo sul Green Deal”

Nell’intervista, Lollobrigida ha evidenziato come ci sia “un cambio di passo sul Green Deal, con l’obiettivo di conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale”. “Sosteniamo la transizione verde, ma senza approcci ideologici – ha spiegato il ministro -. Se si mette in discussione il ruolo delle imprese, rischiamo di far crollare le nostre comunità. Perché senza imprese non c’è lavoro, non c’è benessere diffuso, non ci sono risorse per garantire servizi e diritti”.

L’esponente di Fratelli d’Italia ha poi rivendicato l’approccio del governo Meloni: “L’impresa non è un nemico da combattere, ma il motore che può rendere possibile la transizione ecologica”. E ha citato due esempi concreti dell’azione italiana in Europa: “Abbiamo scongiurato che ci fosse un’ulteriore riduzione dello sforzo di pesca e il rinvio di altri 12 mesi del regolamento Eudr sulla deforestazione. È evidente che nessuno vuole deforestare l’Amazzonia, ma bisogna rendere applicabili e sostenibili le norme“. “C’è ancora tanta strada da fare, ma l’Italia continuerà a far valere la propria posizione”, ha concluso Lollobrigida.

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di Carlo Marini - 26 Agosto 2025