
La strategia di Pechino
“L’egemonia invisibile” di Barbara Onnis: come la Cina tenta di influenzare il mondo attraverso l’uso del “soft power”
La Cina sta cercando esercitare la propria influenza su scala globale già da tempo, anche attraverso la sua presenza a dir poco ingombrante nel Consiglio di sucrezza dell’Onu. Quelli che la Repubblica popolare conduce in Sud America e in Africa non sono soltanto progetti d’aiuto per la popolazione, ma veri e propri stratagemmi per esercitare la propria influenza su scala globale. Ne ha parlato Barbara Onnis, professoressa di Storia e istituzioni dell’Asia, nel suo libro “L’egemonia invisibile”, edito da Gog edizioni.
Ma come fa il gigante asiatico di Xi Jin Ping a penetrare in Occidente e nel resto dei territori? Semplicemente attraverso l’utilizzo del “soft power”, ossia condizionando gli interessi delle terze parti con modalità non coercitive, come la cultura e la politica estera. Dietro c’è uno studio attento anche nella comunicazione, soprattutto dopo i tragici fatti di piazza Tienanmen del 1989, che costrinsero la Cina a cercare un modo per oscurare l’oppressione esercitata internamente.
La Cina dell’Egemonia invisibile: due tipi di “soft power” per conquistare il mondo
Per la realizzazione di uno schema che ricorda tanto il “Grande fratello” orwelliano, il Partito comunista cinese (Pcc) ha scelto di applicare il soft power sia all’interno del Paese che all’estero. Come riporta Barbara Onnis nel libro, nel primo caso l’obiettivo della segretaria comunista è la promozione di valori “patriottici” e “l’alimentazione del consenso politico” per un rafforzamento della legittimità interna del partito. Secondariamente, la strategia comunicativa mira a “diffondere un’immagine positiva del Paese” anche all’esterno e a “trasmettere un’idea di Cina forte, moderna e pacifica, intenzionata a dare il proprio contributo alla governance globale”.
In questo modo, il Dragone prova a garantirsi la legittimazione internazionale, accrescendo il prestigio del paese. In conclusione, nonostante il grande impegno dell’intelligence cinese nel controllo di ciò che si trova al di là del confine, c’è ancora molto da fare per superare gli Stati Uniti, ma anche i suoi paesi vicini come il Giappone e la Corea del sud.