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Le Monde Meloni

Tutti pazzi per Giorgia

Le Monde apprezza il Piano Mattei e le mosse di Meloni: “Strategia utile per controllare i flussi migratori”

Il quotidiano transalpino parla del viaggio in Tunisia del presidente del Consiglio italiano e affronta il tema della cooperazione e dello sviluppo del continente africano

Europa - di Redazione - 2 Agosto 2025 alle 16:38

Continuano gli apprezzamenti della stampa estera per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Dopo il Time e The Times è la volta di Le Monde, uno dei più importanti quotidiani francesi, che parla del recente viaggio in Tunisia della premier e lo mette in correlazione con il Piano Mattei per lo sviluppo del continente africano e il controllo dei flussi migratori.

Le parole di Le Monde

 Scrive il quotidiano d’Oltralpe: “A dimostrazione che il presidente tunisino Kaïs Saïed rimane il partner privilegiato di Giorgia Meloni nel Mediterraneo meridionale, il primo ministro italiano ha compiuto giovedì 31 luglio il suo quinto viaggio in Tunisia da quando è salito al potere nel 2022“.

Il Piano Mattei

“A Tunisi, la leader italiana – si legge sul giornale transalpino – ha esaminato i progressi del suo Piano Mattei, pietra angolare di questa politica. Intitolato al fondatore del colosso degli idrocarburi ENI, Enrico Mattei, questo vasto piano è stato descritto nel suo manifesto elettorale per le elezioni legislative del 2022 come un mezzo per promuovere un modello italiano di investimenti e cooperazione allo sviluppo, rispettoso dell’ambiente e delle persone in cambio di un rigoroso controllo dei flussi migratori”.

Una strategia che i francesi apprezzano

Il rapporto tra la Francia e l’Africa, nei secoli, è stato di colonizzazioni anche drammatiche e predatorie. La Nazione transalpina, dopo un periodo di integrazione soddisfacente, si è dovuta confrontare con un’immigrazione incontrollabile. La strategia del Piano Mattei è ben vista oggi anche a Parigi, come modello di sviluppo per l’Africa e di contenimento di flussi migratori non più controllabili. Ma anche come un approccio diverso dell’Occidente verso un territorio oggetto di sfruttamento e di soprusi.

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