
Costruire la strada
Le citazioni di Giorgia Meloni al meeting di Rimini: da Eliot a Wojtyla, fino a Papa Leone e Atreju
“Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi. Avete scelto per questa edizione una splendida frase di Thomas Stearns Eliot“. Si apre così il discorso del premier Giorgia Meloni alla 46esima edizione del Meeting di Rimini, un intervento ricco di citazioni culturali e religiose che ha guadagnato gli applausi e l’apprezzamento dei presenti. Eliot è stato uno dei più importanti poeti inglesi modernisti del ‘900, noto per le sue posizioni conservatrici e per aver intrattenuto un rapporto fraterno d’amicizia con il filosofo americano Ezra Pound.
I presenti al festival organizzato da Comunione e liberazione hanno riservato una lunga standing ovation per il presidente del Consiglio già dal suo arrivo sul palco, intonando il coro “Giorgia!Giorgia!”. Sul tema dell’occupazione, Meloni ha citato papa Giovanni Paolo II, affermando che il lavoro “ha un suo valore oltre l’utilità”. Wojtyla è stato un pontefice amato universalmente nell’area cattolica e in quella della destra politica: basti pensare che negli anni dell’oppressione sovietica appoggiò il movimento sindacale cristiano e indipendente polacco Solidarnòsc. Inoltre, il vescovo di Roma ebbe un rapporto di amicizia con don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e liberazione.
Non sono mancati i riferimenti a Vincenzo Muccioli e alla comunità di San Patrignano, nota per l’impegno nel recupero di persone con problemi di tossicodipendenza, alcolismo e ludopatia. Il pensiero di Meloni è andato anche alla figura di Pier Giorgio Frassati, “un ragazzo che proveniva da una famiglia ricca” e che “ha scelto di mettersi al servizio di chi aveva più bisogno”, in occasione della sua santificazione che avverrà il 7 settembre tramite il Vaticano.
Le citazioni di Meloni al meeting di Rimini: poeti e uomini di fede che tracciano la via
“Il campo che abbiamo scelto è il campo del reale, non quello delle ideologie e utopie”, ha sottolineato il premier a proposito delle azioni del governo. Poi ha rimarcato le parole di Jean Guitton, filosofo francese che fu il primo osservatore laico invitato a presenziare al concilio Vaticano II indetto da papa Giovanni XXIII: “Mille miliardi di non valgono una sola persona”. Ciò sta a significare che “noi dobbiamo amare le persone, è per loro che bisogna vivere e morire”. Un inno alla preservazione della vita umana, su cui i ciellini concordano anche in virtù delle tante battaglie condotte contro l’aborto e l’eutanasia.
Poi ha rivolto un’attenzione particolare alla guerra in Ucraina, prendendo spunto dalla visione del nuovo pontefice: “I cittadini si aspettano dalla politica il coraggio di affrontare i problemi più complessi, anche a costo di fallire: l’ostinata determinazione a servire il bene comune mettendo sempre al centro le persone, in particolare i bisogni dei più deboli. Come ci ha ricordato di recente anche Papa Leone XIV, non c’è un altro modo per rendere la politica la forma più alta di carità”.
L’immigrazione e l’utero in affitto: la visione comune di Meloni e Robert Sarah
Durante il discorso, Meloni ha sottolineato che “non c’è nulla di moderno nell’affittare l’utero di una donna povera, nel privare per legge un bambino della figura del padre o della madre, nel far passare che la genitorialità è nemica dell’affermazione personale o addirittura che i figli non vanno messi al mondo perché inquinano”. Un argomento di cui ha parlato negativamente già il cardinale africano Robert Sarah, definendola una pratica appartenente a un “mondo nuovo” che indebolisce la famiglia e la dignità umana.
In passato, l’eminenza aveva specificato che “chi ritiene le migrazioni necessarie e indispensabili compie un atto egoistico”. Ma anche sull’immigrazione, la visione del premier è la stessa di Sarah, perché l’obiettivo del governo è “codificare e difendere il diritto a non dover emigrare”.
Meloni al Meeting di Rimini per un base solida nel futuro, con Atreju e T.S. Eliot
Successivamente, Giorgia Meloni è tornata a parlare dell’importanza del lavoro nella società, prendendo in prestito le parole di Don Giussani: “Un uomo disoccupato soffre un attentato grave alla coscienza di se stesso, perché conosce se stesso solo in azione, durante l’azione, mentre è in azione”. Non è mancato un riferimento al personaggio di Atreju de “La storia infinita”, descritto come “il ragazzo che lotta contro il nulla che avanza” e che “come si sa, ha avuto un ruolo importante nell’immaginario della mia formazione culturale”.
Infine, la premier ha preso spunto dalla poesia “Terra desolata” di Eliot come incoraggiamento a non abbassare la guardia in un periodo storico pieno di criticità: “Gli operai di Eliot, chiamati a edificare una chiesa in un deserto ostile, incontrano difficoltà e resistenze, ma non si arrendono e riescono a portare a termine la loro opera”. Questa è una metafora che parla del nostro tempo: “viviamo in un’epoca che vorrebbe ridurre gli uomini a consumatori senza identità, a individui anestetizzati, senza appartenenza, senza memoria. Noi siamo chiamati a un compito diverso: non fuggire, ma edificare”.