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De Pau

Uccise tre persone

Killer di Prati, chiesta un’altra proroga per la perizia dopo la scoperta dell’atrofia corticale di De Pau

Le alterazioni cerebrali riscontrate dipendono dall'uso di droghe. Dall'esito della perizia si potrà capire la pena che sarà inflitta all'uomo, legato a Michele Senese

Cronaca - di Roberto Rinaldi - 9 Agosto 2025 alle 16:04

Ci vorrà presumibilmente fine settembre per attendere le conclusioni della perizia psichiatrica su Giandavide De Pau, il killer di Prati, legato ad ambienti criminali, che nel novembre del 2022 uccise due prostitute e una trans. Come anticipato dal Secolo lo scorso 26 luglio, la risonanza magnetica a cui è stato sottoposto De Pau ha evidenziato la presenza di diverse atrofie corticali al cervello, quasi sicuramente causate dall’uso prolungato di droga.

Gli esiti della perizia

I tre esperti nominati dalla Corte di Assise di Roma,  Umberto Aguglia, Roberto Catanesi e Gabriele Mandarelli, dovranno rispondere al quesito se de Pau era capace di intendere e volere al momento del fatto. Si, per i consulenti del Pm e delle parti civili, no per quelli della difesa. La scoperta di un’alterazione organica cerebrale ovviamente non è un dettaglio insignificante.

Gli omicidi di De Pau

L’uomo uccise a coltellate due cittadine cinesi e la sessantacinquenne colombiana Marta Castano Torres. De Pau avrebbe aggredito le sue vittime con un coltello, infliggendo poi ferite mortali. La Procura ha contestato l’omicidio aggravato da crudeltà, futili motivi e premeditazione, aggravando ulteriormente la posizione dell’imputato. Il giorno del massacro De Pau avrebbe assunto una quantità incredibile di cocaina.

Ergastolo o seminfermità?

Dall’esito della perizia si scoprirà la pena che sarà inflitta a De Pau. Se i tre esperti decideranno per la capacità di intendere e volere è quasi scontato che all’uomo sarà inflitta la massima pena. In caso diverso, con una seminfermità, il discorso cambierebbe notevolmente.

Non è escluso, però, che la presenza di un disturbo organico certificato possa, in ogni caso, consentire all’uomo una pena alternativa in una struttura di cura. 

Legato a Michele Senese, detto ‘o pazz’, ritenuto uno dei capi del traffico di stupefacenti a Roma, De Pau è rinchiuso in carcere da ormai quasi tre anni. Al processo si sono costituite come parti civili alcune associazioni di genere ma non il comune di Roma.

 

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