
Dalla cattedra con furore
Il Professore umilia l’allieva, siluro di Prodi a Schlein e compagni: la sinistra? Non esiste, è solo un venticello fastidioso
Bordata di Prodi al Pd e compagnia cantante dell'opposizione: il Professore stronca tutti. Ma ce n'è anche per un attacco al cuore dell'Europa (e a modalità e ragion d'essere dell'Unione) con tanto di ricetta "salvifica" e critiche a Ursula von der Leyen...
Il professore picchia duro: Prodi sale in cattedra e dalle colonne di un’intervista rilasciata a la Repubblica, dispensa bacchettate a destra e a manca. Più a manca però… Una bordata su tutte fa rumore (anche se non è certo la prima che l’ex premier assesta alla coalizione rossa): «La sinistra non esiste». Un’asserzione che fa rumore in proporzione al fatto che le parole che arrivano da Prodi attraverso il quotidiano non rispondono a una provocazione lanciata dagli avversari di destra, ma dal guru di riferimento di Pd e compagni, e presidente della Commissione europea che, senza perifrasi o mezzi termini, stronca a chiare lettere la guida di Elly Schlein al Nazareno. E tanto per essere chiaro, nel corso della chiacchierata giornalistica, il Prof evocando i soliti fantasmi e ammonendo sul rischio di una possibile «involuzione democratica», specifica anche: cosa dovrebbe fare il centrosinistra? «Esistere. Basterebbe questo»…
Bordata di Prodi al Pd e compagnia cantante
E basterebbe quanto appena riportato per chiudere qui la vexata questio… Invece Prodi insiste. Incalza. Aggiunge. E tanto per smorzare la portata dei colpi, stimolato dalle domande dell’intervistatore, proprio mentre torna a battere il solito sentiero della critiche anti-governative, infila un’altra stoccata delle sue che stavolta colpiscono a destra e a sinistra: «Potrebbe esistere perché il malcontento nei confronti del governo è crescente», la butta lì Prodi anche se non è chiaro da quale sondaggio o pulpito deduca senso e dati della dichiarazione che assevera coma apodittica. Ma tant’è: la locuzione – un po’ ripetitiva per la verità – consente comunque al prof di proseguire e dire: «Ma senza un’opposizione, il governo può fare qualsiasi cosa e vince sempre. L’incertezza allontana l’elettore».
Il Professore umilia allieva e compagni del Pd
Insomma, per farla breve, unendo tutti i puntini, secondo l’ex premier, l’opposizione attuale non riesce a capitalizzare il presunto malcontento “crescente” nei confronti del governo, limitandosi a essere un «venticello fastidioso, ma innocuo» a causa della sua frammentazione. Una mancanza di forza politica, a suo avviso, che consentirebbe al governo di agire senza un vero contrappeso democratico, portando – tanto per arrivare a meta – a una potenziale «involuzione democratica». Un giudizio, quello di Prodi, che se non umilia del tutto Schlein e suoi, poco ci manca…
Attacco al cuore dell’Europa (e a modalità e ragion d’essere)
E non è ancora tutto. Perché, non ancora pago di aver bocciato, sentenziato, redarguito e mortificato, l’analisi di Prodi si estende anche al contesto internazionale, con una disamina amara e pungente, in cui l’Europa viene vista come «umiliata» dal patto Trump-Putin e in una fase di repentino declino. «Adagio adagio si assiste al cedimento delle democrazie, mentre l’avvicinamento dei grandi poteri sta portando al trilateralismo Cina-Stati Uniti-Russia. Che poi un è trilateralismo che si riduce ad un bipolarismo, perché il rapporto Cina-Russia non si spezza», è la sua analisi.
Prodi, dopo la stoccata al Pd, la ricetta per l’Ue per evitare che si «suicidi»
A sostegno delle sue teorie, infatti, l’ex premier individua un nuovo bipolarismo tra Cina e un’alleanza Trump-Russia, che mette a rischio il ruolo e l’autorevolezza dell’Occidente. Per evitare che l’Unione Europea si «suicidi», allora, Prodi propone la ricetta di un’integrazione più profonda, eliminando il protocollo dell’unanimità nelle decisioni per renderla più efficace e in grado di affrontare le sfide globali. «Facciamo un grande referendum informale e chiediamo alle persone: volete un’Europa in grado di decidere? Volete togliere l’unanimità che è nemica della democrazia? Di fronte alle grandi scelte, la passione per l’Europa ritorna perché si fa politica solo se si affrontano i veri problemi. Bisogna scegliere di decidere, oppure andare a casa e fare dell’Unione europea un semplice trattato commerciale», domanda e si risponde al tempo stesso il Professore.
Ce n’è anche per Ursula von der Leyen…
Non solo. Anche la leadership della von der Leyen viene criticata, vista come indebolita dalla frammentazione politica che costringe a compromessi al ribasso, minando l’autorevolezza della Commissione Europea. Ursula «è costretta ad un ruolo da leader barometrico, come un “cucù” che batte il tempo a seconda delle variazioni della pressione», sostiene Prodi. Proprio come anche l’Italia rischia lo slittamento autoritario perché «l’opposizione non esiste». Insomma, l’allarme è generalizzato: e come scrive Repubblica, sul mondo si sta stendendo un’ombra nera…
Così, in finale, in sostanza per Prodi la sinistra italiana deve cominciare a battere un colpo. Mentre l’Europa deve scegliere tra una rimodulazione complessiva e un futuro di irrilevanza. «Più l’Europa si frammenta, più i leader, per durare, sono costretti al compromesso al ribasso. La caduta di autorevolezza della Commissione è figlia di questa evoluzione». O involuzione a seconda di come Prodi guarda al prospetto…