
Parodi (Anm)
Il capo dei giudici svela la voglia di spallata al governo: “Conseguenze politiche dall’inchiesta Almasri”. Poi la smentita
“Voce dal sen fuggita poi richiamar non vale; non si trattien lo strale quando dall’arco uscì”, è un’illuminante parafrasi filosofica di Pietro Metastasio, poeta, librettista e drammaturgo italiano del XVIII secolo che ovviamente non avrebbe mai riferito la sua metafora a un magistrato, tantomeno al capo dei magistrati italiani. In effetti, però, l’involontaria ammissione di Cesare Parodi, poi rettificata, smentita, negata, ma riportata da tutte le agenzie – anche perché impressa su una registrazione visto che era stata formulata nel corso di un’ospitata radiofonica – è sembrata un po’ a tutti, soprattutto al ministro della Giustizia Carlo Nordio, alquanto illuminante. Sul caso del giorno, anzi, dei giorni, passati e futuri, l’inchiesta sul generale libico Almasri, su cui ieri sono scattate le indagini a carico di Piantedosi, Nordio e Mantovano, con somma rabbia della Meloni.
Le parole del capo dei giudici, Parodi (Anm) che hanno scatenato le ire di Nordio
“Un processo dove vengono accertati magari in via definitiva certi fatti ha evidentemente un ricaduta politica, neanche tanto indirettamente, sulle persone coinvolte”, sono state le parole del presidente dell’Anm, Cesare Parodi a Radio Anch’io, in merito all’ipotesi di un coinvolgimento indiretto dei ministri nel caso in cui il capo di gabinetto del ministero della Giustizia Giusi Bartolozzi, vada a processo per il caso Almasri.
In sintesi: i giudici possono valutare se un’inchiesta può dare una “spallata” al governo, avere cioé conseguenze politiche e non solo penali. Metastasio avrebbe sorriso soddisfatto per la plastica rappresentazione della sua frase sulla “voce dal sen fuggita”. Ha sorriso meno il ministro Nordio. “Sono sconcertato dalle parole di un presidente Anm considerato, sino ad ora, equilibrato. Non so come si permetta di citare la mia capo di gabinetto, il cui nome per quanto almeno mi risulta, non è citato negli atti. In caso contrario dovrei desumere che Parodi è a conoscenza di notizie riservate”, afferma il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, replicando al presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati, Cesare Parodi, sul caso Almasri. “Quanto all’aspetto politico, considero queste affermazioni, fatte da un autorevole rappresentante Anm, una impropria ed inaccettabile invasione di prerogative istituzionali”, dichiara Nordio.ù
La rettifica del presidente dell’Associazione dei magistrati
Il presidente dell’Anm, nella tarda mattinata ha fatto dietrofront sulle “conseguenze poltiche” di un’inchiesta sul capo di Gabinetto del ministro: “Il sottoscritto non ha mai citato né fatto riferimento a Bartolozzi, capo di gabinetto del ministro Nordio, rispetto al caso Almasri, come si può evincere dalla stessa registrazione della puntata dell’intervista radiofonica andata in onda stamattina. Ho invece sviluppato un ragionamento generale che prescinde dall’inchiesta in corso. Ha assolutamente ragione il ministro a dire che in caso contrario sarebbe stata un’invasione di campo, approccio che non mi appartiene né culturalmente né caratterialmente”, ha concluso il presidente dell’Anm.
Il primo a reagire, dopo il duello Nordio-Parodi, era stato il ministro Tajani: “Le parole del presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Cesare Parodi, sul caso Almasri mi sembrano una vendetta. Sono veramente basito, c’è stata un’invasione di campo, peraltro singolare. E’ una reazione incomprensibile”. Dopo la rettifica di Parodi, Maurizio Gasparri ha preso atto… “con soddisfazione della precisazione del presidente dell’Anm Parodi, il quale ha chiarito di non aver fatto diretto riferimento alla dottoressa Bartolozzi o ad altri esponenti politici che sono stati, invece, impropriamente citati da un conduttore di Radio Anch’io il quale, evidentemente, dovrebbe essere più cauto nella sua conduzione. Do quindi atto volentieri al dottor Parodi della precisazione fatta”.