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L’ossessione di Hitler per la Sacra Sindone

Un giallo dal passato...

Hitler e il piano segreto per impossessarsi della Sindone: in un libro la spy story di ecclesiastici e ufficiali tra mistero, sacro e guerra

Il Fuehrer cercò segretamente di impadronirsi della reliquia per fini esoterici, costringendo il Re d'Italia a nasconderla in un'abbazia nel cuore dell'Irpinia: un volume svela questa avvincente storia di intrighi e fede durante la Seconda Guerra Mondiale

Cronaca - di Prisca Righetti - 30 Agosto 2025 alle 15:18

Nel cuore degli intrighi del Novecento, tra le ombre di una guerra che non risparmiava nulla, si cela una storia tanto incredibile da sembrare un romanzo di spionaggio. Al centro, non armi segrete o codici criptati, ma il telo di lino più dibattuto e venerato della cristianità: la Sacra Sindone di Torino. Un oggetto di fede, storia e mistero che, per anni, emerge ora, sembra abbia rappresentato un’ossessione anche per Hitler, spingendo l’Italia a un piano segreto per metterla in salvo.

Non smette di far parlare di sé il lenzuolo più famoso della storia, ora anche per l’interesse mostrato da Hitler. A distanza di secoli dalla sua prima comparsa documentata, e dopo decenni di dibattiti su autenticità, datazioni e miracoli, la Sindone di Torino torna sotto i riflettori. Stavolta, però, non per le analisi al carbonio 14. O per le teorie sul suo legame con il Cristo crocifisso, ma per una pagina poco nota – che a tratti può vantare i contorni della spy story – della sua storia recente.

La Sindone, Hitler e un piano per salvare il Sacro telo

Sì, perché una nuova e affascinante prospettiva sulla storia della Sindone emerge dal libro Salvate la Sindone. Una missione tra fede, guerra e spie (Rubbettino editore), scritto dal giornalista Salvatore Giannella e dall’investigatore e peacekeeper in aree di crisi, Gaetano Gramaglia. Il volume svela un episodio poco conosciuto e per lo più avvolto nel silenzio: l’interesse maniacale di Adolf Hitler per il sacro lino. Stando alla teoria elaborata nel volume, infatti, il dittatore nazista non vedeva la Sindone come una semplice reliquia: ma come un potente artefatto esoterico. Un simbolo mistico da annettere alla sua visione di una nuova religione pagana e totalitaria.

Il cuore pulsante del libro è l’interesse inquietante di Adolf Hitler per la Sindone

Ma, soprattutto, venendo all’operazione editoriale, un volume breve ma denso, capace di intrecciare rigore storico e tensione narrativa con la destrezza di chi sa che, a volte, la realtà supera la fantasia. Con un salto all’indietro, dunque, torniamo nel 1938, durante una visita in Italia, quando l’ossessione di Hitler divenne palese, suscitando il timore che un’azione di forza potesse essere imminente. La reazione italiana fu rapida e segreta. Nel 1939, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, Vittorio Emanuele III – in accordo con Papa Pio XII e con Giovanni Battista Montini (il futuro Paolo VI) – ordinò il trasferimento clandestino della Sindone dall’allora sede di Torino nel cuore dell’Irpinia.

Nel libro, una storia avvincente di misteri, intrighi e fede

La meta prescelta per il nascondiglio fu l’abbazia di Montevergine. Questo santuario, noto per il suo valore spirituale e simbolico – incastonato tra le montagne campane, è noto per la devozione alla Madonna nera di Mamma Schiavona, figura di accoglienza e misericordia – divenne la fortezza segreta del prezioso manufatto. Per oltre sette anni, la Sindone fu custodita dai monaci benedettini: in quel santuario sospeso tra cielo e terra, dove la Sindone trovò il suo nascondiglio segreto. Protetta da una comunità di monaci benedettini, che per oltre sette anni vegliarono su di lei come sentinelle silenziose della storia, nell’ombra di un’incredibile “staffetta” tra spie, ecclesiastici e ufficiali, uniti nell’intento di proteggere non solo un oggetto sacro, ma un pezzo dell’identità spirituale e culturale dell’umanità.

Il libro, allora, racconta questa incredibile “staffetta” tra spie, ecclesiastici, ufficiali e semplici cittadini, uniti nel comune intento di proteggere non solo un oggetto sacro, ma un simbolo identitario per milioni di credenti. “Salvate la Sindone”, allora, non è soltanto un saggio storico: è un viaggio tra le pieghe della coscienza collettiva, dove fede e ragion di Stato si incontrano. E a volte si scontrano, nel nome della memoria e della speranza.

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di Prisca Righetti - 30 Agosto 2025