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Pedro Sanchéz hijo de puta

La rabbia iberica

Scatta l’insulto: il coro dei giovani spagnoli travolge Sánchez, ma la sinistra italiana continua ad applaudirlo (video)

Appalti truccati, accordi con Huawei, stupri in aumento: la Spagna socialista non è il paradiso che raccontano a Bruxelles. È un vero incubo, ma Schlein e compagni preferiscono far finta di non vedere

Cronaca - di Alice Carrazza - 4 Agosto 2025 alle 18:20

https://www.tiktok.com/@okdiario_oficial/video/7533649644958534934?q=Sanchez%20hijo%20de%20puta&t=1754310065854

«Io dirò un nome e voi mi dite cosa ne pensate, va bene? Se dico… Pedro Sánchez?». Bastano sei parole del dj BastyBeam per innescare il boato della folla giovanile al festival musicale di Villalpardo, nella provincia di Cuenca in Spagna. La risposta è istintiva, corale, liberatoria: «Hijo de puta», letteralmente «Figlio di putt*na!». Alla ripetizione del nome, l’urlo cresce, i giovani rispondono e il video diventa virale. «È la canzone dell’estate», scrive qualcuno su X. E forse è vero. Perché nessuna melodia racconta meglio la disillusione di una generazione che si è vista sfilare sotto gli occhi sicurezza, onestà e futuro. E di una Spagna ormai stanca del teatrino progressista del suo premier.

Sanchéz odiato dal popolo spagnolo: “Figlio di…”

Mentre in Italia la sinistra continua a osannare Sánchez come esempio progressista — ed Elly Schlein è sempre in prima fila per questo — in Patria l’atmosfera è ben diversa. Altro che “modello socialista”. Sotto i sorrisi del leader del Psoe affiora una realtà che fa acqua da tutte le parti: corruzione, insicurezza, opacità nei rapporti con la Cina, femminismo di facciata e una giustizia che ha perso l’equilibrio.

La rete Cerdán: appalti gonfiati e favoritismi milionari

L’inchiesta della Guardia Civil ha svelato come un giro di corrotti intorno al primo ministro abbia dilapidato almeno 102 milioni di euro di fondi pubblici. Al centro del sistema spregiudicato c’è Santos Cerdán, il factotum del premier ora in carcere. Il meccanismo? Offerte escluse con la scusa di presunte “anomalie”, gare su misura per le aziende amiche, varianti contrattuali studiate per gonfiare i costi. A Murcia si sono sprecati 37,9 milioni rinunciando al risparmio; a Siviglia uno sconto del 22% è stato bollato come “troppo vantaggioso”; a Sant Feliu l’appalto è cresciuto del 19,8% senza alcuna giustificazione tecnica. È una spirale di sprechi che profuma di malaffare istituzionalizzato.

Tra i principali beneficiari figura Acciona, colosso dell’edilizia che ha incassato oltre 350 milioni da quattro appalti ora sotto inchiesta. In alcuni casi ha ottenuto il massimo punteggio tecnico — 100 su 100 — in gara pubblica.

Huawei e intercettazioni: allarme sulla sicurezza

Come se non bastasse, dopo la visita di Sanchéz alla corte di Xi Jinping, il suo governo ha firmato un contratto da 12,3 milioni di euro con Huawei per la gestione delle intercettazioni telefoniche ordinate da giudici e pubblici ministeri. Secondo James Nava, esperto di intelligence e consigliere dell’amministrazione Trump, si tratta di una «grave falla nella sicurezza». Per la comunità d’intelligence occidentale, il Partito comunista cinese potrebbe intercettare informazioni sensibili condivise tra le agenzie alleate. L’allarme è tale che Tulsi Gabbard, direttrice dell’intelligence americana, si dice pronta a rivedere gli accordi di cooperazione con Madrid. È il punto più basso della credibilità atlantica della Spagna dai tempi di Zapatero.

Il governo minimizza: i dispositivi Huawei sarebbero impiegati in «una parte limitata» del sistema e «monitorati costantemente». Intanto Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Australia, Portogallo e Canada hanno già escluso Huawei dalle reti critiche. Solo Sánchez resta fiducioso. O cieco.

Femminismo di facciata, violenze in aumento

Ma non finisce qui. C’è di peggio. Sánchez ama definirsi “un primo ministro femminista”. Eppure i numeri sembrano dire tutt’altro. Secondo il sindacato di polizia Jupol, sulla base dei dati ufficiali del ministero dell’Interno, le aggressioni sessuali con penetrazione sono aumentate del 276,7% dal 2017 al 2024: da 1.382 a 5.206 casi.

E il 2025 non promette meglio: 1.242 stupri nei primi tre mesi, quasi quanto l’intero 2017. Eppure Sánchez ha dichiarato: «In Spagna le strade sono sicure. Non dirò le più sicure del mondo, ma quasi». Parole che suonano come una beffa. Certa stampa lo applaude, ma le donne che subiscono violenza sanno che quei dati non sono propaganda: sono vita reale.

Disoccupazione in calo? Guardare all’altra faccia della medaglia

È vero: a luglio la Spagna ha registrato il tasso di disoccupazione più basso dal 2007. Le agenzie europee parlano di “miracolo”. Ma nessuno racconta l’altra metà della storia: contratti a termine, salari bassi, lavoro nero, evasione. La precarietà è diventata sistema, l’ascensore sociale è fermo. Gli stessi giovani che intonano l’insulto a Villalpardo non sono folclore: sono il sintomo di un disagio profondo, di una sfiducia collettiva.

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di Alice Carrazza - 4 Agosto 2025