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Femminicidio di Foggia: preso a Roma il killer marocchino. Doveva avere il braccialetto elettronico o stare in carcere. FdI: sconcertante

Ha ucciso una 46enne

Femminicidio di Foggia: preso a Roma il killer marocchino. Doveva avere il braccialetto elettronico o stare in carcere. FdI: sconcertante

Cronaca - di Carlo Marini - 7 Agosto 2025 alle 14:50

È stato individuato e arrestato a Roma il marocchino di 47 anni ricercato per l’omicidio della sua ex compagna, una connazionale di 46 anni uccisa con una coltellata alle due di questa mattina a Foggia. Quando e’ stato bloccato l’uomo aveva ancora i vestiti sporchi di sangue. del 47enne marocchino ritenuto responsabile di un femminicidio nella notte tra il 6 e il 7 agosto a Foggia. L’uomo era già destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare che non è stata mai eseguita perché irreperibile.

Un altro dato sorprendente è che l’immigrato marocchino era già destinatario di un provvedimento di divieto di avvicinamento nei confronti della vittima (una connazionale di 46 anni, cuoca in un ristorante del centro di Foggia). L’uomo era stato sottoposto al braccialetto elettronico, ma non lo ha mai indossato per problemi “tecnici”. Il 28 luglio, infine, era stato emesso un provvedimento restrittivo che non è stato eseguito proprio perché l’uomo si è reso irreperibile.

“La tragica morte di una donna di 46 anni a Foggia, uccisa a coltellate dal proprio ex compagno nonostante la protezione del cosiddetto ‘codice rosso’, ribadisce l’urgenza dell’approvazione definitiva della legge contro il femminicidio”, commenta Susanna Donatella Campione, senatrice di Fratelli d’Italia, componente della Commissione bicamerale contro la violenza sulle donne. 

“Urgente l’approvazione della legge sul femminicidio”

“Pare sconcertante – prosegue la senatrice di FdI – se fosse confermato quanto emerge in queste ore, che l’uomo non fosse sottoposto all’obbligo del braccialetto elettronico. Il testo della nuova legge, in attesa di approvazione definitiva della Camera, oltre a introdurre il reato di femminicidio inserisce infatti alcune norme più stringenti nella prevenzione contro la violenza sulle donne. Tra queste quella sul divieto di avvicinamento alla persona offesa che la nuova legge ha reso più efficace, raddoppiando la distanza imposta tra la vittima e il persecutore. Come pure è di grande rilevanza la deroga al limite di tempo alle intercettazioni del presunto stalker, superando così il limite di 45 giorni, contemplato per altri reati. Spero – conclude Campione – che la legge voluta dal Governo Meloni contro il femminicidio venga approvata quanto prima. Abbiamo il dovere di non arrenderci e non rassegnarci alla violenza”.

La vittima si era rivolta ad aprile a un centro antiviolenza

Ci sarebbe una relazione durata pochi mesi e trasformatasi in un incubo alla base del delitto della donna di 46 anni, cuoca in un ristorante, uccisa la scorsa notte a Foggia a pochi metri dalla sua abitazione, un pianterreno nel centro storico della città. La donna, stando a quanto ricostruito, si era rivolta ad aprile scorso al centro antiviolenza Telefono donna (afferente all’associazione Impegno donna) per chiedere aiuto spiegando che l’ex compagno, che si era già mostrato violento durante i mesi di relazione, motivo per il quale aveva posto fine alla relazione, la importunava seguendola e minacciandola.

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Le operatrici del centro l’hanno convinta a denunciarlo. Cosa che è avvenuta lo scorso maggio anche se la donna, nonostante le sollecitazioni delle operatrici del centro ad allontanarsi da Foggia e a trovare rifugio presso una struttura protetta o presso qualche parente, avrebbe rifiutato di allontanarsi dalla città. Il 16 giugno, inoltre, il centro antiviolenza avrebbe inviato alle forze dell’ordine una valutazione di rischio alto con possibile femminicidio e fino al 23 luglio, giorno in cui la donna si era rivolta nuovamente al centro antiviolenza dicendo che l’uomo la pedinava, non era stata ancora emessa alcuna misura cautelare.

“Arrivano da noi, si fidano, le accompagniamo nel percorso di riconoscimento della violenza e consapevolezza, le seguiamo nella fase della denuncia – sottolinea Franca Dente presidente di Impegno Donna da diversi decenni impegnata nel delicato settore – Non ce la possiamo fare da sole. Abbiamo bisogno di una ancora più stretta sinergia tra forze dell’ordine e magistratura. Abbiamo fatto tutti i passi giusti nei tempi giusti. È una sconfitta enorme per noi e per tutte le vittime”.

La renziana Paita sbaglia destinatario per le sue critiche

“L’efferato femminicidio consumato questa notte a Foggia è l’ennesima tragedia annunciata e per questo evitabile. Non si può andare avanti così: servono più controlli”. Lo dice Raffaella Paita, capogruppo di Italia Viva al Senato, a proposito dell’omicidio di una donna di 46 anni avvenuto questa notte a Foggia.

“Ancora non si ha la certezza che a uccidere la donna sia stato l’ex. È però certo che la vittima a giugno era stata dichiarata ad alto rischio da un centro antiviolenza e il caso segnalato alla questura. Il 23 luglio la donna aveva chiamato le operatrici denunciando di essere stata pedinata dall’ex. La domanda è inevitabile: si è fatto il possibile per proteggere la donna? Siamo stanchi di commentare morti che potevano magari essere evitate. In attesa di chiarire i contorni della vicenda, è evidente che una maggiore attività di controllo può essere decisiva. Il governo si dia una smossa. Di sicuro, non si può rimanere con le mani in mano davanti al quotidiano bollettino di morte”, conclude la senatrice renziana, sbagliando clamorosamente indirizzo, dato che il governo Meloni, come conferma la legge in via d’approvazione, sta facendo ciò che gli altri governi (incluso quello di Renzi) non hanno mai fatto.

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