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le zebre di orba Ungheria

Vezzi (e zoo) dei politici

Dalle zebre di Orbán agli struzzi di Yanukovich. E pensare che il Duce aveva solo una gallina…

Dagli animali esotici nella residenza del primo ministro ungherese allo squalo nel castello georgiano, fino ai leopardi donati a Donald Trump dal principe saudita

Cronaca - di Alice Carrazza - 14 Agosto 2025 alle 16:43

Non bastano più palazzi con cupole dorate e giardini monumentali: oggi il vero status symbol dell’uomo forte è il safari personale. Si è andati ben oltre la gallina del Duce, che razzolava nei cortili di Villa Torlonia come compagna di giochi dei figli Bruno, Vittorio e Romano. Oggi, i leader internazionali collezionano zebre, antilopi, canguri. E per i più audaci ci sono pure spazi riservati a monumentali vasche di squali…

Zebre alla corte di Orbán

La notizia esplode in Ungheria, dove i droni hanno sorvolato la tenuta di Viktor Orbán a Hatvanpuszta, un’ex proprietà asburgica trasformata in residenza del primo ministro. Palme, cappella e fontane non stupiscono: a sorprendere sono le zebre e le antilopi che pascolano tra il verde. Secondo Politico, è stato il deputato Ákos Hadházy a diffondere le immagini, mentre il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski ha chiesto ironicamente se questi siano «animali da fattoria tradizionali» nel Paese dell’Est.

Lo squalo georgiano

Ma Orbán non è il primo e neanche l’ultimo. Nel Caucaso, Bidzina Ivanishvili, ex primo ministro georgiano e oligarca di lungo corso, vive in un castello in acciaio e vetro sopra Tbilisi. Tra lemuri che «vagavano liberi nel cortile come gatti», e pinguini di passaggio. Senza dimenticare gli animali della Savana, custodisce anche un piccolo squalo di «solo un metro e mezzo», come dichiarò in un’intervista del 2014.

Gli struzzi dell’ex presidente ucraino

Più a nord, anche l’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich non rinunciò al suo zoo personale: nella sua villa si aggiravano pavoni, fagiani, cervi e orsi. Per un periodo arrivarono anche tre canguri: uno morì congelato. Un altro riuscì a fuggire. E il terzo fu liberato nella speranza che tornasse, ma non accadde mai. La vera ossessione di Yanukovich, però, erano gli struzzi. «Ho sostenuto gli struzzi, cosa c’è di sbagliato in questo?», disse dopo la fuga a Mosca seguita alle rivolte. Intanto gli animali, incuranti delle sorti del loro proprietario, continuano a vagare nel terreno di Kiev, oggi parco pubblico.

Bestiario ceceno

Ramzan Kadyrov, signore della Cecenia, predilige invece collezionare un repertorio faunistico da film d’avventura: tigri, leoni, coccodrilli e un allevamento di carne di cammello. Qui la fauna è parte integrante della narrazione di potere.

Doni esotici

Appena lo scorso anno, poi, la Russia ha omaggiato la Corea del Nord con settanta animali da zoo, tra cui un leone africano e due yak, subito dopo l’invio di truppe nordcoreane a Mosca per la guerra in Ucraina. Un gesto che ha sostituito cravatte e medagliette con criniere e corna.

Neppure gli Stati Uniti resistono alla tendenza. In Arabia Saudita, Donald Trump ricevette in dono due rari leopardi arabi destinati allo Smithsonian national zoo. Curioso, per un presidente che alla Casa Bianca non volle mai né un cane né un gatto, ma che davanti a quei felini si lasciò sorprendere: chiese al direttore dell’istituto informazioni sul loro carattere, e mostrò un sincero interesse per la specie.

L’arca presidenziale americana

Eppure, un tempo la residenza presidenziale americana era una vera e propria arca di Noè. Theodore Roosevelt divideva gli spazi con tassi, un pappagallo blu, un serpente verde battezzato dalla figlia Alice “Emily Spinach”, e persino un gallo zoppo. Calvin Coolidge, a sua volta, collezionava un ippopotamo pigmeo, procioni e un orso. Mentre James Buchanan preferiva la solenne compagnia di un’aquila. E John Quincy Adams teneva un alligatore nella vasca da bagno, e Abramo Lincoln lasciava pascolare due capre, Nanny e Nanko, sul prato della Casa Bianca…

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di Alice Carrazza - 14 Agosto 2025