
Figli di un Dio minore?
Colpo di scena in Alaska, Melania spariglia: consegna allo zar la lettera che squarcia il velo sull’orrore dei bambini in guerra
La First Lady si fa portavoce di un dramma che scuote l'universo progressista con un gesto inaspettato al vertice di Anchorage: la missiva che la prima donna degli States ha fatto consegnare dal marito a Putin prima che il vertice avesse inizio. Ecco cosa ha scritto
Mentre i riflettori del mondo sono puntati sul summit in Alaska tra il presidente Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin, la stampa internazionale ha riportato un dettaglio che getta nuova luce sulle dinamiche diplomatiche tra le due superpotenze: la consegna di una lettera da parte della first lady Melania Trump. Un gesto che esprime preoccupazione per la piaga dei bambini in Ucraina e Russia, e che, nelle more, non manca di squarciare il velo sulla dolorosa vicenda dei piccoli ucraini strappati dalla madre patria e alle loro famiglie, e portati in Russia.
Vertice in Alaska, la lettera di Melania spariglia le carte
Secondo quanto rivelato dalla Reuters, che ha citato fonti interne alla Casa Bianca, la lettera di Melania Trump è stata consegnata personalmente dal marito al leader russo. Il contenuto del messaggio, concentrato sulla crisi umanitaria dei minori coinvolti nel conflitto, pone l’accento su un dramma che da troppo tempo attanaglia la regione. Una dolorosa questione che già il Vaticano, con la missione del cardinale Matteo Zuppi, aveva tentato di mediare per il rimpatrio di questi giovani innocenti.
Riflettori sui bambini
Dunque, ribatte anche l’Adnkronos in queste ore, Donald Trump ha consegnato a Vladimir Putin una lettera della moglie Melania sulla “piaga dei bambini in Ucraina e Russia”. Non solo. Secondo quanto riferiscono diversi media, citando due fonti della Casa Bianca, la lettera della first lady di origine slovena è stata consegnata personalmente dal presidente americano al presidente russo in occasione del summit di Anchorage.
Un colpo di scena che ha sparigliato le carte sul tavolo diplomatico internazionale, ma che di certo non ha colto di sorpresa commentatori e addetti ai lavori che ben conoscono la first lady, originaria della Slovenia, come una donna forte, alacremente impegnata nel promuovere un accordo di pace per l’Ucraina, con particolare attenzione al dramma dei rapimenti di minori durante l’invasione russa.
Il dramma dei piccoli ucraini strappati a terra e famiglie
E allora non sorprende ma colpisce che Melania sia fatta carico di una questione di importanza capitale, che va ben oltre la mera politica estera. Del resto, le stime sui bambini ucraini deportati parlano da sole: Kiev denuncia circa 20.000 minori spariti da casa. Mentre lo Humanitarian Research Lab di Yale alza la cifra addirittura a 35.000, sparsi in decine di strutture: almeno 57, di cui 43 in Russia e nei territori occupati. E 13 in Bielorussia e altre in territorio occupato…
Tra le righe della lettera di Melania (e il dramma che l’ha motivata)
Non solo. Secondo quanto denunciato dalla stampa internazionale – ancora due giorni fa peraltro – e dalle varie associazioni umanitarie impegnate sul doloroso fronte, non si tratterebbe solo di trasferimenti forzati. Ma di un vero e proprio “lavaggio ideologico” in atto, come lo definisce l’Istituto per lo Studio della Guerra (ISW). E in questo contesto, l’investimento di 825 milioni di dollari da parte del Cremlino in “programmi di educazione patriottica” non lascerebbe dubbi: l’obiettivo è una russificazione coatta, attraverso testi scolastici riscritti e attività extra-curriculari che piegano le menti dei più giovani a un’ideologia distante dalle loro radici.
Una realtà agghiacciante
Il gesto di Melania Trump, allora, si inserisce in un contesto particolarmente delicato. Proprio nei giorni scorsi, il Corriere della Sera aveva sollevato il velo su una realtà agghiacciante: un database russo che permette agli aspiranti genitori adottivi di “scegliere” i bambini ucraini deportati, filtrandoli in base a caratteristiche fisiche e comportamentali. Un orrore che ha meritato un mandato di cattura internazionale nei confronti di Vladimir Putin e della commissaria russa per i minori, Maria Alekseyevna Lvova-Belova, accusati di crimini di guerra.
La lettera di Melania oltre la diplomazia…
Insomma, mentre a Mosca si parla di una presunta operazione per salvare i bambini dalle “zone di guerra”, la realtà è ben diversa: questi minori vengono privati della loro identità, dotati di passaporto russo e sottoposti a un controllo ideologico che rischia di cancellare per sempre il loro legame con la patria d’origine. In questo scenario, la lettera di Melania Trump, si configura a ogni ora che passa come un atto di sensibilità e umanità. E rappresenta un tentativo di smuovere le coscienze. Di riportare al centro del dibattito internazionale il dramma più oscuro del conflitto ucraino.
E dritta al cuore del dramma
È un gesto che fa riflettere: al di là delle asprezze diplomatiche, il cuore di una donna e di una madre ha cercato di farsi strada per chiedere pace e dignità per chi, in questa guerra, ha già perso tutto. Sarà questo il primo passo verso un’autentica soluzione? O un semplice gesto simbolico destinato a cadere nel vuoto? Solo il tempo potrà dirlo…