
Atto dovuto
Ci sono 7 indagati per la morte in carcere dell’assassino di Sara Campanella: Stefano Argentino aveva annunciato il suicidio
Per l'assassino di Sara Campanella la magistratura iscrive nel registro degli indagati i presunti responsabili delle omissioni. Con la notifica potranno nominare propri consulenti nell'esame autoptico.
Ci sono sette indagati per la morte di Stefano Argentino, il ragazzo, reo confesso dell’omicidio della collega di Università Sara Campanella, che si è suicidato in carcere, a Messina, mercoledì mattina. La procura della città dello stretto ha notificato sette avvisi di garanzia in vista dell’autopsia sul corpo del ragazzo. Il 12 agosto il Pm conferirà l’incarico al proprio consulente e gli indagati potranno nominare i propri tecnici che assisteranno agli esami autoptici, atti irripetibili.
La Procura di Messina vuole accertare se ci siano responsabilità nella morte del ragazzo che aveva manifestato più volte la volontà di togliersi la vita e per questo era stato sottoposto ad un regime di sorveglianza particolare. Poi, 15 giorni prima della sua morte, era stato riammesso alla detenzione ordinaria, tanto che condivideva la cella con altri detenuti.
Atto dovuto
L’iscrizione nel registro degli indagati consentirà alle sette persone raggiunte dalla notifica di poter nominare i propri consulenti per l’esame autoptico. Che, essendo appunto irripetibile, deve essere svolto in presenza di controdeduzioni.
Le indagini sulla sorveglianza in carcere
La Procura sta verificando se lo stato di malessere palesato dall’omicida sia stato valutato correttamente dai responsabili dell’istituto penitenziario, se la sorveglianza sia stata congrua e continua e se l’atto poteva essere evitato.
Il legale di Argentino: “Un presagio sulle responsabilità”
La notizia è stata commentata dal legale della famiglia Argentino, Giuseppe Cultrera: “Sette indagati è già presagio di plurime responsabilità, probabilmente fra loro correlate. Al momento è troppo presto e si possono fare soltanto supposizioni, auspico soltanto che, almeno stavolta, le indagini siano approfondite e possano portare a risultati concreti”, ha detto l’avvocato.
L’omicidio di Sara Campanella
Sara Campanella fu uccisa lo scorso 31 marzo da Stefano Argentino, suo ex compagno. La relazione era finita. Lei aveva denunciato per stalking. Le carte c’erano, ma le misure no. Nessun braccialetto elettronico, nessuna vigilanza attiva, nessun presidio di protezione era stato preso per la ragazza.
La studentessa, 22enne, fu uccisa con cinque coltellate, alla schiena e al collo. Una, quella mortale, alla giugulare, un’altra le aveva perforato anche un polmone.
Stefano Argentino aveva confessato dopo circa due ore di interrogatorio di garanzia. Ai Pm aveva raccontato di aver avvicinato la vittima, il giorno del delitto, per avere notizie su un’operazione a cui si era sottoposta e per capire perché non avesse riposto a un messaggio che lui le aveva mandato a gennaio. Poi aveva aggiunto che Sara, come era capitato in passato, si era mostrata fredda e indifferente. Dell’aggressione non ha voluto parlare, limitandosi a dire di essere fuggito perché non sapeva cosa fare.
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