
I numeri del 2025
Cgl contro Cgil: “Landini perde 5mila iscritti al mese”. Il referendum adesso è sulla sua leadership…
Brutte notizie per la Cgil, che nei primi mesi del 2025 vede calare drasticamente i propri iscritti, che dal 2000 al 2023 avevano già manifestato segnali di profonda disaffezione nei confronti del sindacato. Nel 2024, la stabilizzazione con una lieve ripresa ma secondo Il Giornale – che oggi pubblica i numeri più recenti – circa 45.000 lavoratori avrebbero strappato la tessera nel periodo dal 16 ottobre 2024 fino ad oggi, con una media di 5.000 dimissioni al mese. Una voragine, per Landini, affossato dal boomerang dei referendum ma sempre proiettato verso un futuro politico che potrebbe portarlo, nelle sue intenzioni, a federare il campo largo del centrosinistra diventandone il leader.
La Cgil perde iscritti, Landini nel mirino della Cgl…
La fonte del crollo è una sigla “scissionista” dello stesso sindacato, la Cgl (Come Gestire i Licenziamenti), una fronda autonoma fondata da Antonio Rudas, Giovanni Piras e Salvatore Frulio, tre ex dirigenti Cgil espulsi dal sindacato per le loro posizioni critiche rispetto alla gestione targata Maurizio Landini.
“Nel 2017, i tre furono cacciati dalla Cgil, nonostante decenni di battaglie al fianco dei lavoratori racconta Il Giornale – Rudas fu addirittura licenziato. Dopo sette lunghi anni, la magistratura ha cancellato quella decisione: la delibera che sanciva la loro espulsione era illegittima, così come il licenziamento di Rudas. Al netto però delle proprie vicende personali e legali, il sito Cgl è diventato un luogo di denuncia contro la linea politica di Landini. Ed è proprio sul portale che è stato attivato un servizio per consentire ai lavoratori, attraverso una procedura semplificata e guidata, la disdetta dall’iscrizione dal sindacato con conseguente versamento della quota”.
Secondo la Cgl, 45mila lavoratori avrebbero inoltrato lo stop all’iscrizione al sindacato.
Landini già azzoppato nella corsa alla leadership del centrosinistra
Il futuro? Nel corso di un’intervista Landini, qualche mese fa, aveva affermato che, a suo avviso, esiste un vuoto politico a sinistra e uno spazio per forme diverse di rappresentanza politica, soprattutto per chi oggi non si sente rappresentato da nessun partito. Tuttavia, aveva sottolineato che si tratta di una questione di contenuto e di modalità: «Serve qualcosa di nuovo anche nelle forme ma che parta da contenuti e proposte concrete». In altre occasioni, aveva parlato del ruolo della CGIL quale intermediario tra cittadinanza e politica, ribadendo un approccio associativo e sindacale, anziché partitico o elettorale. Ma in tanti, a sinistra, scommettono su un salto della barricata, anche alla luce del periodo di magra del sindacato.