La premier a tutto campo
Caso Almasri, Meloni al Tg5: “Non sono un Conte qualsiasi”. I giudici? “Vedo un disegno politico per fermarci”
La premier: "Considero surreale la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano, che hanno agito nel rispetto della legge per tutelare la sicurezza degli italiani. E considero ancora più surreale il fatto che, invece, per me si chieda l'archiviazione". "In tema di immigrazione è come se si volesse fermare la nostra opera di contrasto all'immigrazione illegale"
Un quadro surreale. “Non sono Alice nel paese delle meraviglie né un Conte qualsiasi. I miei ministri non governano a mia insaputa”. La premier ribadisce e rivendica in modo perentorio – intervistata dal Tg5 – i pilastri su cui si basa la bontà dell’azione di governo – tutto il governo- sul caso Almasri. L’archiviazione della sua posizione e la contestuale richiesta di autorizzazione a procedere per i ministri e per il sottosegretario fanno parte di un quadro surreale. “Sul caso Almasri ho detto quello che penso- esordisce la premier- . Considero surreale la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano, che hanno agito nel rispetto della legge per tutelare la sicurezza degli italiani. E considero ancora più surreale il fatto che, invece, per me si chieda l’archiviazione”. Poi l’affondo ai giudici: “Vedo un disegno politico per fermarci”.
“Non sono come Conte che faceva finta di non sapere cosa faceva Salvini”
Fa rilevare ancora una volta quello che è il suo stile di governo. Un esecutivo coeso, una squadra compatta. “Perché i miei ministri non governano a mia insaputa e io non sono Alice nel paese delle meraviglie, sono il capo del governo”. Arriva quindi la distinzione da chi in passato ha scaricato un suo ministro. “Diciamolo, non sono neanche un Conte qualsiasi, che faceva finta di non sapere cosa facesse il suo ministro degli Interni – punge Meloni -. Dopodiché a me, ovviamente, non sfugge che la riforma della giustizia procede a passi spediti e, diciamo così, ho messo in conto eventuali conseguenze”. A fine settembre o comunque entro la prima decade di ottobre la riforma avrà il nuovo via libera di Montecitorio. Verso fine ottobre l’ultimo passaggio parlamentare – è necessario che passino tre mesi dal primo semaforo verde di palazzo Madama – e probabilmente a inizio novembre arriverà l’ok definitivo del Senato: è questo il timing prefissato sulla separazione delle carriere dei magistrati, per poi procedere al referendum.
“Vedo un disegno politico per fermarci”
Molta parte gioca questa riforma che non piace alle toghe nell'”invasione” dei magistrati nella politica del governo. La cornice in cui si inserisce la decisione sul caso Almasri sta infatti nella reiterazione di atti e pronunciamenti contrari alle decisioni del governo sia da parte della magistratura italiana che europea, in tema di immigrazione. Per cui la premier a rileva: ”Vedo un disegno politico intorno ad alcune decisioni della magistratura, particolarmente quelle che riguardano i temi della migrazione. Come se in qualche maniera si volesse frenare la nostra opera di contrasto all’immigrazione illegale. Gli immigrati legali in Italia sono diminuiti del 60 per cento in Italia e lavoriamo per fare ancora meglio”.
Si cambia tema, si parla della bella notizia del giorno, l’ok al ponte Ponte sullo Stretto , poi alla legge storica per Roma Capitale. Quindi le Regionali prossime venture. Quindi i dazi. Sui quali “la competenza è della Commissione europea, che adesso sta trattando su eventuali prodotti che potrebbero rientrare nelle esenzioni rispetto alle tariffe. Anche in questa trattativa l’Italia farà del suo meglio per tutelare i suoi interessi nazionali: anche considerando che molti dei prodotti che sono simbolo dell’export italiano in realtà sono impossibili da sostituire con produzioni interne americane: banalmente perché sono prodotti unici e ovviamente anche questo lo stiamo facendo notare”. “Ma – ha proseguito la premier – quello che stiamo facendo noi e che dobbiamo fare soprattutto è continuare ad aiutare le nostre imprese e i nostri produttori. Lo abbiamo fatto negli ultimi giorni, ad esempio mettendo un altro miliardo di euro sulle filiere agroalimentari e approvando un importante pacchetto di semplificazioni che era quello che le nostre aziende chiedevano. Continuiamo a stare al fianco dei nostri produttori”.
“Sicuramente è un contesto internazionale molto complesso- riepiloga-. Ma penso anche che l’Italia abbia le carte in regola per affrontare questa stagione. Noi abbiamo oggi un governo stabile, abbiamo un sistema produttivo estremamente solido. Abbiamo una strategia che abbiamo messo in campo. I nostri fondamentali dell’economia sono migliori di quelli di molte altre grandi nazioni europee. Significa che la strategia che è stata messa in campo è una strategia corretta. Non significa che abbiamo risolto tutti i problemi ma che dobbiamo continuare a lavorare e a crederci perché in ogni caso per quanto possa essere complesso lo scenario in cui ci muoviamo l’italia c’è”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervistata al Tg5 rispondendo a chi le chiedeva se in autunno si attendono sacrifici in economia.