CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Almasri

Cinque le riunioni in Giunta

Caso Almasri, arrivati gli atti alla giunta per le autorizzazioni: entro ottobre il voto in Aula

A inizio autunno deciderà il Parlamento. Michele Ainis, autorevole costituzionalista, elogia il comportamento di Giorgia Meloni

Politica - di Stefania Davide - 6 Agosto 2025 alle 12:12

Gli atti per la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, per i quali la Procura della Repubblica di Roma ha chiesto al Tribunale dei ministri l’autorizzazione a procedere, sono stati trasmessi alla Giunta di Montecitorio. La riunione ha definito i tempi di esame, stabilendo una conclusione dei lavori in giunta per la fine settembre con le relative votazioni e la redazione di una relazione per l’Aula.

Cinque le riunioni programmate

Si terranno almeno cinque sedute della Giunta per le autorizzazioni della Camera, inviteremo infine gli interessati a fornire i loro chiarimenti. Sia la Giunta che l’Aula esprimeranno tre voti distinti, con voto palese in Giunta e segreto in Aula, la quale voterà definitivamente entro ottobre”. Lo rende noto il presidente della Giunta Devis Dovi. L’esame sarà articolato, prima di passare al voto di Montecitorio.

Il voto previsto ad ottobre

La Camera esaminerà la richiesta nel mese di ottobre. E appare scontato che la maggioranza respingerà la richiesta, ribadendo che i membri del governo, come ha ribadito con coraggio la presidente del Consiglio, abbiano agito per la sicurezza e l’interesse nazionale.

Michele Ainis: “Da Meloni atto coraggioso”

A difendere l’operato del governo, in un’intervista a Il Tempo, uno dei più importanti costituzionalisti italiani, Michele Ainis. Per il docente di diritto costituzionale, “Il presidente del Consiglio, dal punto di vista politico, non può che non difendere i suoi ministri. Ha fatto la scelta giusta. Altrimenti dovrebbe chiedere loro di dimettersi. Altro piano è quello giuridico, dove toccherà ai magistrati decidere”.

Ainis, aggiunge che “nella storia recente d’Italia, ci sono stati diversi casi come quello di cui si discute adesso”, mentre sullo scontro tra politica e magistratura non si dichiara affatto sorpreso: “La verità è che i rapporti non sono mai stati pacifici. Il potere politico, in Italia, è antagonista a quello giudiziario. A quest’ultimo, d’altronde, spetta controllare la legalità degli atti. Grande simpatia, quindi, non c’è mai stata, a prescindere se c’è o non c’è Meloni a Piazza Colonna“.

“Perché Almasri si e Netanyahu no ?”

Ainis fa un paragone sulla delegittimazione della Corte penale dell’Aja, mettendo in parallelo il generale libico con Benjamin Netanyahu, anch’egli colpito da un mandato di cattura internazionale. “Se si spicca un ordine d’arresto contro il premier israeliano e nessuno lo rispetta, dovremmo porci degli interrogativi. Anzi, vengono imposte delle sanzioni per chi lo ha emesso, gli viene bloccato lo stipendio e gli viene addirittura vietato l’ingresso negli Stati Uniti. Il caso Almasri non è altro che l’ennesima certificazione della crisi del più importante tribunale mondiale”.

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Stefania Davide - 6 Agosto 2025