
L'inchiesta di Cosenza
Botulino, martedì chi ha mangiato i panini a Diamante sarà fuori pericolo. Nove indagati per gli avvelenamenti
Dovrebbe concludersi martedì il tempo massimo di manifestazione dei sintomi di intossicazione da botulino quindi, se non ci saranno nuovi casi nelle prossime 48 ore, il cluster nato in Calabria potrebbe essere chiuso. E’ quanto apprende l’Adnkronos da fonti ospedaliere. Per martedì inoltre sono previste le autopsie che stabiliranno le cause della morte delle due vittime, Luigi Di Sarno e Tamara D’Acunto, decedute appunto dopo l’intossicazione alimentare da botulino legata al cibo consumato in strada a Diamante, in provincia di Cosenza.
Intanto migliorano le condizioni dei pazienti più gravi ricoverati all’ospedale Annunziata di Cosenza, fanno sapere le stesse fonti, spiegando che i progressi positivi dei pazienti sono legati alla diagnosi precoce clinica e di laboratorio – confermate poi dall’Iss e dal ministero della Salute – effettuate dai medici e operatori dell’Ao di Cosenza. Gli intossicati sono stati subito presi in carico dai medici e curati seguendo i protocolli necessari in caso di botulismo.
Botulino, confermato il focolaio a Cosenza
L’Istituto superiore di sanità ha intanto confermato, attraverso le analisi di laboratorio, la diagnosi di botulismo nei primi tre campioni prelevati ai pazienti giunti all’ospedale Annunziata di Cosenza. Lo riferisce la direzione dell’azienda ospedaliera. I risultati attestano la presenza del focolaio, gia’ sospettato clinicamente nei giorni scorsi. Grazie alla tempestiva diagnosi di botulismo, l’Azienda – viene spiegato – ha potuto attivare, “con prontezza tutte le procedure previste, richiedendo l’antitossina botulinica, disponibile presso il ministero della Salute”. L’intervento immediato ha consentito di somministrare il trattamento “nei tempi utili, scongiurando conseguenze potenzialmente fatali per molti dei pazienti coinvolti”. Sul fronte dell’inchiesta sono saliti a nove, di cui cinque sono medici, gli indagati dalla Procura di Paola, in provincia di Cosenza. Nel registro sono finiti l’ambulante che avrebbe venduto i panini con salsiccia e cime di rapa alle vittime e agli altri 16 intossicati, ma ci sono anche tre responsabili delle ditte produttrici del prodotto potenzialmente inquinato e cinque medici di due strutture sanitarie del Cosentino. Si tratta dei sanitari che hanno curato le due vittime – Luigi di Sarno, 52enne di Cercola, e Tamara D’Acunto, 45enne di Diamante – prima del loro decesso: la Procura guidata da Domenico Fiordalisi ha intenzione di capire se abbiano o meno ricevuto una diagnosi tempestiva, e per questo saranno fondamentali le verifiche sulle cartelle cliniche già sequestrate nei giorni scorsi. I reati ipotizzati per i nove indagati sono, a vario titolo, omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.