
Sicurezza nazionale
Almasri, Mulè: “Il governo ha agito correttamente, non espellerlo sarebbe stato pericoloso”
Il vicepresidente della Camera, di Forza Italia, difende l'operato dell'esecutivo nella vicenda dell'espulsione del generale libico, ricordando anche le possibili ritorsioni che l'Italia avrebbe sofferto in caso contrario
Sul caso Almasri, il generale libico rimpatriato in patria, il governo ha agito correttamente. Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera ed esponente di Forza Italia, in un’intervista a Il Giornale difende l’operato dell’esecutivo.
I rischi di non espellere il generale libico
Il vicepresidente di Montecitorio ha chiare le idee su cosa farà la maggioranza in merito alla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Nordio, Mantovano e Piantedosi. “Assumeremo la stessa posizione ribadita in questi mesi: che cosa sarebbe successo, a quali rischi sarebbero stati esposti i cittadini italiani se il generale Almasri non fosse stato espulso? C’era un’ipotesi alquanto fondata che l’atto, pasticciato e tardivo della Corte Penale internazionale, ove fosse stata eseguita avrebbe potuto scatenare eventi nefasti per la nostra sicurezza? È tutto qui il senso della decisione assunta dal governo, la domanda è ancora una volta ‘what if’, cioè qual era lo scenario a cui andava incontro l’Italia e gli italiani nel caso del trattenimento di Almasri”, aggiunge Mulè.
Le possibili ritorsioni contro gli italiani in Libia
L’esponente forzista pone l’accento su una questione trascurata dalle opposizioni e cioè cosa sarebbe accaduto agli italiani che vivono in Libia se il generale fosse stato arrestato: “All’arresto di Almasri avrebbe corrisposto la condanna per chissà quanti dei 1.500 italiani presenti in Libia o anche la ritorsione con atti violenti nel nostro territorio. Il governo, che subisce la procedura di un arresto irrituale e deve prendere suo malgrado atto della scarcerazione disposta dai giudici della Corte di appello di Roma, doveva espellere Almasri immediatamente come ha fatto“.
La preminenza della sicurezza nazionale
Giorgio Mulè evidenzia anche l’importanza della sicurezza nazionale nella scala delle priorità . “Questa vicenda non sarebbe dovuta nemmeno cominciare proprio perché l’unico faro del governo è stato preservare non l’interesse ma la sicurezza nazionale che, ribadisco, è il bene più prezioso trattando della vita dei cittadini su cui si fonda la difesa della democrazia. Sottoporre quella che è una decisione politica al vaglio della magistratura, snatura in radice il principio della separazione con un cortocircuito pericoloso per la Repubblica“.