
Marche, dritti alla meta
Acquaroli a tutto campo: ho governato più che rilasciare dichiarazioni. Ricci? Preferisco parlare di sanità e imprese
"Orgoglioso della fiducia di Meloni, ma parlo di risultati" conseguiti anche grazie alla collaborazione proficua col governo centrale. Temi concreti e sostegno della società civile per la campagna elettorale del governatore uscente delle Marche, che chiarisce: sinistra? Nessun interesse a polemizzare. Preferisce concentrarsi su quello che ha realizzato e che realizzerà. E nel rivendicare traguardi e prospettive, rilancia il suo programma di buongoverno
Mentre il Partito Democratico in Puglia si trova in una difficile situazione di stallo e conflitto interno per le prossime elezioni regionali, alla ricerca di un candidato unitario che possa mettere d’accordo le diverse anime che agitano il partito, e nelle stesse Marche il centrosinistra fatica a presentarsi come un fronte coeso, il presidente in carica, Francesco Acquaroli, forte dei risultati ottenuti, lancia la sua sfida per il secondo mandato. E in un’intervista a Il Giornale, indica i punti cardinali della rotta del buongoverno che lo hanno portato ai traguardi conseguiti. La stella popolare? La collaborazione proficua con il governo centrale all’insegna di un pragmatismo che, come lo stesso governatore spiega, gli ha consentito «di governare più che parlare».
Acquaroli: «Orgoglioso dell’amicizia con la Meloni, ma parlo di risultati. Non di avversari»
E allora, Acquaroli si dice «orgoglioso dell’amicizia e della fiducia del Presidente del Consiglio Meloni» e pronto a difendere il suo operato basato su fatti concreti. È questo il messaggio lanciato dal presidente delle Marche nell’intervista al quotidiano milanese, in cui si sofferma sui temi cardine del suo mandato e della sua visione politica. Candidato per il suo secondo mandato, Acquaroli articola e corregge il continuo rimando ad essere un “amico della Meloni”, trasformando quella che i suoi avversari percepiscono come una debolezza in un punto di forza: la collaborazione proficua con il governo centrale.
La forza della collaborazione con il governo
«La sinistra – replica il governatore sul punto – tende a strumentalizzare e banalizzare i risultati ottenuti grazie alla collaborazione tra regione e governo. Cosa mai capitata in precedenza. Anzi, ha sempre fallito nel suo compito». Un esempio? «Basta pensare al fallimento di Banca Marche. Altri istituti sono stati salvati. Con quale criterio?»… E non è ancora tutto. Perché, sempre in tema di confronto con la sinistra, un’altra stoccata, ma in punta di fioretto, il governatore la riserva agli avversari nel finale dell’intervista, rispondendo a una domanda sulle possibili conseguenze sul suo operato din caso di ipotetica «vittoria della sinistra». «Non ho ancora capito bene cosa propone la sinistra – replica tranchant Acquaroli –. Dove vuole cambiare. Quindi non saprei dire»….
Rispetto e risultati al primo posto
Non solo. Interrogato sulle difficoltà giudiziarie del suo avversario, Matteo Ricci, Acquaroli sceglie di mantenere una linea di condotta basata sul rispetto personale e istituzionale a 360 gradi. ««Il rispetto delle persone e delle vicende personali e delle istituzioni per me è sacro. C’è la magistratura che fa il suo lavoro. La vicenda di Ricci non mi interessa. Noi siamo chiamati a governare le Marche e dobbiamo parlare dei temi che riguardano il governo delle Marche».
«Non mi interessa parlare di Ricci…»
E ancora. «Non voglio parlare dei guai di Ricci, voglio parlare della sanità, per esempio. E di come abbiamo elevato le prestazioni e la qualità dei servizi, senza aumentare la pressione fiscale come è successo nelle altre regioni del centro Italia. E poi delle start-up, e delle infrastrutture, e dell’economia: questo per me è importante», sottolinea e rilancia Acquaroli. Ribadendo, una volta di più, che il suo focus, infatti, resta sul governo delle Marche e sui temi che interessano direttamente i cittadini.
Questa scelta, spiega il presidente, non è solo una questione di etica, ma una strategia per non offuscare il lavoro svolto in questi cinque anni. Sanità, infrastrutture, rilancio di aeroporto e porto, turismo e sostegno alle imprese sono i settori che Acquaroli cita come i più riusciti. «Inutile raccontare qualcosa che non si fa. Meglio fare che raccontare», ha chiosato, sottolineando l’importanza di un’azione concreta rispetto a una comunicazione politica aggressiva.
Governare anziché comunicare
Pertanto, all’osservazione mossa al suo indirizzo di non aver comunicato a sufficienza, Acquaroli risponde con i fatti. «Il Campo largo qui non lo vedo, anzi ho trovato molti sostegni nelle aree centriste. Noi abbiamo vinto le elezioni nel Settembre 2020. Poi c’è stata la pandemia e una alluvione le cui conseguenze ancora devono terminare. Abbiamo dovuto pensare alla ricostruzione post-sisma e dovevamo mettere in campo tutte le riforme. Lo abbiamo fatto con un ampio confronto con le categorie, i territori, i sindacati, i corpi intermedi. Ci siamo concentrati su questo. Invece di comunicare abbiamo governato. Sarà una colpa?», rilancia il numero uno delle Marche, quasi a voler rovesciare il classico paradigma politico.
Un concetto dell’istituzione “sacrale”
Del resto, il suo concetto di istituzione è “sacrale”, vista come «lo specchio della Comunità» e la «guardia del corpo di tutti, specialmente dei più deboli». Un concetto che sposa la meritocrazia, non in contrasto con l’attenzione verso chi ha più bisogno, ma come valore complementare. Anche i soldi pubblici, per lui, sono «il frutto dei sacrifici di tutti», e devono essere rispettati al massimo grado.
Così, per i prossimi cinque anni, in caso di vittoria, il programma è chiaro: investire su giovani, formazione, competenze, turismo. E proseguire sulla strada del rilancio delle aree interne. L’obiettivo primario è «uscire il prima possibile dalla fase di transizione». Non a caso, come rileva Acquaroli nell’intervista a Il Giornale, rivendicando giustamente i risultati ottenuti fin qui: le Marche sono tra le regioni del centro Italia con la crescita più alta. Prime in Italia per start-up innovative. E seconde per la manifattura. Evidentemente, i valori di “onestà, passione, correttezza e rispetto” che il governatore indica come le coordinate del suo essere e agire politico, funzionano perfettamente da bussola che guida la sua vita e il suo impegno.