
Strasburgo
Von der Leyen, respinta la “sfiducia”. FdI non partecipa al voto: sarebbe un boomerang. E il Pd si spacca in tre
Carlo Fidanza, capodelegazione FdI, spiega che la mozione era controproducente: "Non è una nostra priorità, confermiamo inoltre la nostra piena fiducia al vicepresidente Fitto, esponente di primo piano di Ecr"
Era previsto e così è stato. La mozione di sfiducia (censura) contro la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, presentata dal parlamentare romeno Gheorghe Piperea, è stata respinta. Solo 175 i voti favorevoli. Per essere approvata avrebbe avuto bisogno dell’appoggio dei due terzi dei votanti, pari almeno alla maggioranza degli eletti (361 essendo i parlamentari di Strasburgo 720). Alto il numero di chi non ha partecipato al voto, come la delegazione di Fratelli d’Italia, che considera la mozione un autogol e comunque “non la nostra priorità”.
Von der Leyen, Straburgo boccia la mozione di censura
Una chiara scelta politica da più fronti. La Left, per esempio, aveva annunciato che avrebbe lasciato l’Aula, per non dover votare a favore di una mozione presentata dalle destre. Se si sommano i voti favorevoli alla mozione (175) e i 166 assenti, si arriva a 341 voti. Nessuno scossone per la legislatura, dunque, quando a mezzogiorno, poco prima di salpare per le ferie estive, l’Eurocamera si è riunita bocciando la mozione. Gli eurodeputati di FdI non hanno preso parte al voto, insieme ad altre delegazioni del gruppo Ecr, come i cechi dell’Ods, i lettoni, i lituani, gli spagnoli e i bulgari. In una nota, i capi delegazione ribadiscono la “ferma convinzione che la Commissione debba imprimere una netta e decisa discontinuità rispetto alle politiche insoddisfacenti del precedente quinquennio”. E plaudono al “rinnovato focus sulla semplificazione e sulla competitività, dopo anni di iper-regolamentazione che hanno penalizzato la nostra economia”.
FdI non partecipa al voto: un’iniziativa poco più che simbolica
Ma non è tutto oro quello che luccica. “Continuiamo a sollevare critiche su diversi aspetti dell’azione della Commissione, si legge nella nota. “Tra questi, evidenziamo da tempo la perdurante mancanza di trasparenza attorno al cosiddetto scandalo Pfizer-gate, risalente al precedente mandato”. I capidelegazione prendono “atto” della mozione, ma la considerano “un’iniziativa poco più che simbolica”, poiché “non ha mai avuto reali possibilità di successo”. Non è la nostra priorità, ribadiscono. Anzi, l’iniziativa ha offerto alle sinistre, in debito di ossigeno, l’occasione per ricattare politicamente la Commissione, “nel tentativo di far rientrare dalla finestra quell’ideologia che gli elettori avevano chiaramente estromesso dalla porta un anno fa”.
Fidanza: la nostra priorità è quella di garantire il cambiamento
“La nostra priorità – dichiarano i capi delegazione tra cui Carlo Fidanza di FdI – resta quella di rafforzare la cooperazione sui singoli dossier con le forze politiche affini. Sia al centro che a destra, che condividano i nostri obiettivi e sappiano andare oltre le barriere nazionali e i pregiudizi ideologici, cavalcando il vento del cambiamento generato dalle ultime elezioni europee”. Non solo, ma poiché la mozione di censura è formalmente rivolta all’intera Commissione, “desideriamo riaffermare il nostro sostegno all’azione del vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, esponente di primo piano del nostro gruppo e già copresidente dell’Ecr”. Politicamene, infine, la maggioranza di Ecr considera controproducente alimentare tensioni proprio in una stagione complessa per l’Europa, impegnata a concludere il negoziato commerciale con gli Stati Uniti, mentre a Roma si discute del ruolo europeo nella ricostruzione dell’Ucraina.
La Lega vota sì: von der Leyen salvata da “giochi di potere”
Favorevole alla mozione invece la Lega che denuncia “giochi di potere” che avrebbero salvato von der Leyen. La presidente – dichiara l’europarlamentare Susanna Ceccardi – ha trasformato la Commissione in uno strumento di potere personale, ben più attenta agli equilibri di palazzo che agli interessi dei popoli europei”. Forza Italia, che fa parte del gruppo Ppe, ha votato contro la mozione di censura.
Pd come sempre in ordine sparso: tre posizioni
Diviso al suo interno, come in tutte le occasioni, il Pd, prima delegazione del gruppo S&D con 21 eurodeputati. La solita Babele di lingue: 14 voti contrari alla mozione. Favorevoli alla sfiducia, secondo il roll call, Lucia Annunziata, Stefano Bonaccini, Annalisa Corrado, Antonio Decaro, Camilla Laureti, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Dario Nardella, Pina Picierno, Guido Ruotolo, Irene Tinagli, Raffaele Topo, Nicola Zingaretti. Mancano sette voti all’appello. Cecilia Strada, Marco Tarquinio e Alessandro Zan, invece, hanno scelto l strada del non voto. I 5Stelle, come annunciato, hanno votato a favore della mozione.