
Sanità a Roma
Violenza e maltrattamenti, il Sant’Andrea presidio di eccellenza: 500 vittime “salvate”
L’ospedale Sant’Andrea di Roma si conferma un presidio strategico nella lotta contro la violenza e il maltrattamento, con numeri importanti che fotografano un impegno che viene da lontano nel fornire ascolto e supporto alle vittime. Il progetto dell’Azienda ospedaliero-universitaria, partito nel 2020, ha fornito ascolto e sostegno a un totale di circa 500 persone vittime di violenza e maltrattamento. Numeri che dimostrando l’importanza di una risposta multidisciplinare. I dati più recenti del fenomeno attestano un’attività in crescita negli ultimi mesi del 2025, nel 2024 si sono registrati oltre 136 accessi per violenza subita, mentre nei primi sei mesi del 2025 sono già 80.
Violenze e maltrattamenti, il Sant’Andrea di Roma presidio di eccellenza
Il Sant’Andrea dal 2018 ha dedicato un Percorso per vittime di abusi e violenze che, grazie alla formazione e alla sensibilità degli operatori sanitari del Pronto Soccorso e a un pool multidisciplinare di professionisti, guidati dalla referente del progetto Marzietta Montesano, garantisce un servizio di pronto intervento nelle situazioni più complesse. La rilevazione dei dati, curata da Maurizio Pompili, direttore della Uoc di psichiatria del Sant’Andrea, ha inoltre evidenziato una tendenza preoccupante: il 67% degli accessi registrati in Pronto Soccorso con Codice Rosa era già stato precedentemente assistito dalla struttura, segnalando una ricorrenza della violenza.
Al centro le vittime e le dinamiche della violenza
Attraverso gli accessi è stato possibile tracciare un identikit delle vittime. Tra i 449 adulti infatti, l’81,5% purtroppo sono donne e il 18,5% uomini. Si tratta per lo più di violenza domestica: l’atto violento si consuma nel 66,1% dei casi presso il domicilio della vittima e solo nel 39,2% dei casi avviene in presenza di testimoni che potrebbero prestare supporto nelle fasi legali. Il 20% dei pazienti ha tra i 18 e i 30 anni, il 44,5% tra i 31 e i 49 anni, e il restante 35% supera i 50 anni. Le cause scatenanti vedono al primo posto i litigi (72,3% di casi) mentre solo poco più del 5% dei casi è legato all’uso di sostanze o aggressioni a scopo sessuale.
Tra i 41 minori assistiti, 23 sono femmine e 18 maschi, con un’età media di 11 anni. La quasi totalità, il 95,1%, è di nazionalità italiana. Nel 70,8% dei casi di violenza sui minori, purtroppo, i responsabili sono gli stessi genitori, con numeri che la necessità di interventi mirati a proteggere i più piccoli all’interno del contesto familiare.
Il pool di specialisti del percorso Codice Rosa
Il report fornito dall’ospedale evidenzia che il 76,2% delle vittime all’arrivo in Pronto Soccorso si affidano alla procedura del Codice Rosa, poco più della metà invece la completa, con un percorso ospedaliero che viene avviato solo nel 15,9% dei casi. “Oltre al personale sanitario di tutto Ospedale, che viene chiamato a supporto in base alle esigenze dei singoli casi, e in particolare del Pronto soccorso”, spiega l’infaticabile Marzietta Montesano, è un pool di specialisti a prendersi cura delle vittime e di chi le assiste. Il team è composto da un avvocato (dedicato al supporto degli operatori), un medico legale, uno psicologo, un medico emergenzista, un infermiere, un pediatra, un ginecologo, uno psichiatra, un assistente sociale, un bed manager e un referente della Direzione sanitaria, personale sanitario e sociosanitario altamente formato. La presenza delle Forze dell’Ordine, in un presidio fisso all’interno del Pronto Soccorso, e del Servizio di vigilanza rappresenta poi un grande supporto al lavoro svolto dal personale sanitario”.