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Mattero Ricci ha reso noto di essere indagato

Guai su guai per Elly

Un’altra tegola per il Pd: Ricci indagato per la “affidopoli” di Pesaro. E Conte lancia subito l’Opa sulle Marche

FdI: "Per Ricci vale la presunzione di innocenza, ma deve rispondere delle responsabilità politiche". Il punto per i dem, anche in questo caso, sta tutto là: si trovano a un bivio che non possono più affrontare solo facendo spallucce

Politica - di Luciana Delli Colli - 22 Luglio 2025 alle 20:44

Una nuova tegola si abbatte sul Pd: l’europarlamentare e candidato alla presidenza della Regione Marche, Matteo Ricci, è indagato. L’avviso di garanzia, di cui ha dato lui stesso notizia, riguarda la cosiddetta “affidopoli” al centro di un’inchiesta che investe il periodo in cui Ricci era sindaco di Pesaro. La tegola, prima giudiziaria, però, è politica.

L’annuncio di Matteo Ricci: «Sono indagato»

«Sorprendentemente questa mattina ho ricevuto un avviso di garanzia sulla vicenda annosa degli affidi dei murales che è ormai sulla stampa da un anno. Sono sorpreso perché io in vita mia, in 15 anni d’amministrazione, non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici, mi sono fidato ciecamente dei miei dirigenti e dei miei collaboratori come in queste in caso», ha detto Matteo Ricci, nel video sui social con cui ha reso noto di essere indagato.

«L’ho ripetuto per mesi e lo ripeterò anche al procuratore e fra l’altro l’accusa è curiosa perché io non avrei ottenuto nessuna utilità patrimoniale, ma in termini di consenso politico. Sono sereno nel merito però anche molto amareggiato e molto arrabbiato. Questa cosa arriva il giorno dopo la convocazione delle elezioni, dopo un anno di indagini… Io comunque sono fiducioso nel lavoro della magistratura. Sono convinto che smonteremo subito queste accuse», ha proseguito Ricci, che ha concluso parlando di «tanta amarezza e tanta rabbia, ma anche tanta serenità perché nel merito sono completamente estraneo ai fatti, non me ne sono mai occupati e lo chiarirò presto con il procuratore».

Una nuova tegola politica prima che giudiziaria

La tegola, si diceva, è politica prima che giudiziaria. Il problema che si pone per il Pd è più grave anche di questo: i dem possono ancora fare spallucce scegliendo un garantismo opportunista, vale a dire che vale sempre per i suoi e quasi mai per gli altri? Con gli scandali che hanno travolto le sue amministrazioni – da Milano a Prato – può sostenere una campagna elettorale per le regionali con un candidato indagato? Gli eterni amici-nemici del M5S quale postura sceglieranno? La speranza di farcela comunque nelle Marche vale l’ultimo labilissimo velo sulla possibilità degli uni di pensarsi moralmente superiori e degli altri di pensarsi i più onesti del villaggio? E, ancora, il Pd può permettersi di trovarsi in una tale condizione di debolezza rispetto al M5S? Qualche risposta, per la verità, è già arrivata.

Conte fa il garantista, ma lancia l’Opa

«Prendiamo atto dell’avviso di garanzia ricevuto da Matteo Ricci e delle sue dichiarazioni appena rilasciate», ha detto Giuseppe Conte. «Come M5S – ha aggiunto – rispettiamo il lavoro autonomo e indipendente della magistratura e non sottovalutiamo le ipotesi accusatorie contenute nell’avviso di garanzia, ma ci riserviamo di valutare approfonditamente le contestazioni mosse a Ricci, al fine di comprendere se gli venga mossa una semplice contestazione per spese del Comune non corrette o se vi siano gli elementi di una condotta disonesta, che ha portato a indebiti vantaggi personali – condotta questa che sarebbe incompatibile con i nostri principi e i nostri valori». «Auguriamo all’interessato di chiarire al più presto con l’autorità giudiziaria questa vicenda, così da diradare tutti gli eventuali dubbi e poter svolgere in piena serenità la prossima campagna elettorale», ha detto Conte, lasciando capire che per ora si va avanti, ma l’Opa è lanciata.

FdI: «Anche per Ricci vale la presunzione di innocenza, ma non può sottrarsi alle responsabilità politiche»

E poi c’è il problema politico a livello locale, che investe Ricci e che lui stesso ammette indirettamente quando, per affermare la propria estraneità ai fatti oggetto dell’inchiesta, sventola la “fiducia cieca” nei suoi collaboratori. «Sul piano strettamente giudiziario, non spetta alla politica pronunciarsi: per lui, come per ogni cittadino, vale il principio costituzionale di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Diverso è il piano delle responsabilità politiche, dalle quali Ricci non può sottrarsi», ha commentato il deputato di FdI, Antonio Baldelli, ricordando alcuni episodi dell’esperienza amministrativa di Ricci, dalla presidenza della Provincia all’amministrazione comunale.

Per quanto riguarda “affidopoli” nello specifico, Baldelli ha sottolineato  che «egli dovrebbe accettare l’applicazione di quel principio che la sua parte politica ha sempre invocato verso i suoi avversari: da sindaco, in ogni caso, non poteva non sapere». «I cittadini – ha aggiunto l’esponente di FdI – hanno diritto a trasparenza e verità, dalle quali Ricci è sempre rifuggito negando persino di presentarsi di fronte alla commissione per la trasparenza del suo comune». «Le Marche – ha concluso – non possono permettersi di ignorare il peso delle scelte politiche di chi aspira a guidarle».

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di Luciana Delli Colli - 22 Luglio 2025