
La punta di un iceberg?
Una Bmw, 7 cavalli e ammanchi per 500mila euro: il Pd travolto dal caso delle spese pazze all’Agenzia per la mobilità di Modena
Il caso ruota intorno all'ipotesi di una dipendente infedele, ma a guidare l'Agenzia e a dover garantire i controlli erano notabili dem. Barcaiuolo (FdI): «La vicenda aMo non è solo un caso di mala gestione, ma lo specchio di un intero sistema di potere»
Ammanchi per 500mila euro e uno scandalo politico che travolge il Pd. È il “caso aMo”, dal nome dell’Agenzia per la mobilità di Modena guidata da figure di spicco dei dem locali e, in particolare, dell’area legata a Stefano Bonaccini.
Un ammanco da oltre 500mila euro: fra le spese pazze una Bmw e sette cavalli
Il caso, di cui dà ampio conto un’inchiesta di La Verità, è questo: Daniele Berselli, il direttore generale dell’Agenzia – controllata al 100% da enti pubblici con il Comune di Modena capofila con il 45% delle quote – si trova a dover fare personalmente un bonifico urgente, poiché la dipendente che se ne occupa abitualmente è in malattia; si accorge di un bonifico da 7mila per un viaggio in Brasile che lo mette sul chi va là, perché percepisce come non regolare; a quel punto il vaso di pandora è aperto: i conti vengono scandagliati e si scoprono 506mila euro di ammanco, suddivisi in oltre 450mila euro di bonifici e 50mila euro di prelievi e spese non giustificate, avvenuti tra il 2022 e il 2025. Tra gli acquisti risultano anche una Bmw X3 e sette cavalli.
Lo scandalo politico che travolge il Pd
Potrebbe essere un semplice caso di una dipendente infedele, se non fosse per la cornice di una catena di comando e controllo riconducibile a notabili dem che si è rivelata totalmente fallace. L’amministratore unico era Stefano Reggianini, a maggio diventato segretario provinciale del Pd; l’allora direttore era Alessandro Di Loreto, oggi assessore all’Urbanistica e ai Trasporti a Carpi; il revisore unico dei conti era Vito Rosati, la cui sovrapposizione di incarichi tra Amo e Comuni del modenese è stata oggetto di una interrogazione del senatore di FdI e coordinatore del partito in Emilia Romagna, Michele Barcaiuolo, il quale ha anche spiegato che Rosati sarebbe «anche presidente del collegio sindacale del Partito Democratico modenese». Ora in Comune e provincia si parla di «falle nei controlli» e a guidare l’agenzia è stato chiamato l’ex assessore alla Legalità del Comune di Modena, Andrea Bosi, che assicura che «chi ha sbagliato pagherà, recupereremo ogni euro».
Barcaiuolo: «Non è solo un caso di mala gestione, ma lo specchio di un intero sistema di potere»
«La vicenda aMo non è solo un caso di mala gestione, ma lo specchio di un intero sistema di potere», ha commentato Barcaiuolo, sottolineando che «a Modena il Partito democratico fa e disfa, assegna incarichi, gestisce il denaro pubblico, sistema persone nei posti chiave e, quando emergono gravi responsabilità, non offre alcuna trasparenza a chi pretende risposte chiare». «Ecco perché – ha aggiunto il senatore di FdI – la politica oggi ha il dovere di chiedere verità e giustizia, e di pretendere che gli oltre 500mila euro sottratti tornino nelle casse dei modenesi».
Uno scandalo dai contorni «quasi surreali»
«Lo scandalo aMo – ha proseguito Barcaiuolo – ha contorni quasi surreali. Una dipendente, assunta nel 2021, avrebbe sottratto quasi mezzo milione di euro dai conti dell’ente tramite bonifici e utilizzo improprio del bancomat aziendale. Eppure, gli ammanchi risalirebbero almeno al 2019, ben due anni prima della sua assunzione. Una falla nei controlli durata anni, passata inosservata nonostante la struttura ridotta dell’Agenzia e i flussi economici gestiti. E mentre il danno cresceva, chi avrebbe dovuto vigilare taceva».
«Oggi, di fronte all’evidenza, l’allora amministratore unico, ora segretario provinciale del Pd, arriva a giustificarsi parlando di “posto sbagliato al momento sbagliato”. Una risposta che suona come un insulto all’intelligenza dei cittadini», ha commentato il parlamentare di FdI, sottolineando che «il quadro dei controlli interni è, se possibile, ancora più allarmante». «Il revisore dei conti di aMo, al centro della bufera, risulta aver ricoperto una serie di altri incarichi in enti pubblici del territorio, inclusi diversi Comuni soci dell’agenzia. Non solo: in barba ad ogni principio di buon senso e opportunità risulta essere anche presidente del collegio sindacale del Pd modenese. Un intreccio che solleva più di un dubbio sulla reale indipendenza di chi avrebbe dovuto garantire legalità e trasparenza».
La richiesta di chiarezza, a partire dai due mesi tra la scoperta del caso e la denuncia
«Secondo le normative vigenti e le indicazioni della Corte dei Conti, questi incarichi sono chiaramente incompatibili. Ma a Modena, evidentemente, si può chiudere un occhio e far finta di nulla. Come se non bastasse – spiega il senatore – c’è la gestione per nulla trasparente dell’intera vicenda. Ad esempio, un bonifico “incriminato” da 7mila euro, con causale “viaggio a Londrina” (viaggio già pagato dal Comune, peraltro) avrebbe dovuto rappresentare la prova schiacciante di un uso improprio dei fondi pubblici; nonostante ciò, dalla scoperta del caso alla denuncia formale sono trascorsi ben due mesi. E oggi, a distanza di tempo, i consiglieri comunali che cercano chiarezza si vedono recapitare documenti ufficiali con pesanti omissis».
Il senatore di FdI: «Cosa si sta cercando di nascondere?»
«Cosa si sta cercando di nascondere? È questo l’interrogativo che FdI continua a porre, mentre cresce il sospetto che aMo non sia che la punta dell’iceberg di un sistema più ampio e radicato». «Questi dati, ai quali si aggiungono le dichiarazioni imbarazzanti di un Pd che cerca di smarcarsi, accusando gli stessi consiglieri che chiedono chiarezza di strumentalizzare e stravolgere la realtà, non fanno altro che dimostrare quanto profondo, arrogante e incapace di autocritica sia la gestione della sinistra a Modena. FdI non si fermerà finché non verranno chiarite tutte le responsabilità e non verranno restituiti i soldi pubblici fino all’ultimo euro pubblico sottratto illegalmente», conclude Barcaiuolo.