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Sì del Senato alla riforma della Giustizia

Una promessa agli italiani

Un sì epocale alla giustizia giusta: il Senato approva la riforma. Meloni: «Avanti per un sistema più equo ed efficiente»

Il testo passa anche in seconda lettura, ora le ultime due votazioni a Montecitorio e Palazzo Madama e poi il referendum. Nordio: "Iter rapido. Bene che gli italiani si esprimano su un tema così importante"

Politica - di Eleonora Guerra - 22 Luglio 2025 alle 20:00

Inseguita per decenni, la riforma della Giustizia diventa ora sempre di più una realtà. Manca ancora il secondo passaggio alla Camera e al Senato, ma con l’approvazione a Palazzo Madama il disegno di legge costituzionale taglia un traguardo fondamentale. «L’approvazione in seconda lettura al Senato della riforma costituzionale della giustizia segna un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione», ha commentato la premier Giorgia Meloni.

Meloni: «Un passo importante verso un impegno preso con gli italiani»

«Il percorso – ha sottolineato la presidente del Consiglio – non è ancora concluso, ma oggi confermiamo la nostra determinazione nel dare all’Italia un sistema giudiziario sempre più efficiente, equo e trasparente».

Un doppio successo politico per la maggioranza

La riforma è passata con 106 voti a favore, 61 no e 11 astenuti. Dal punto di vista politico la maggioranza incassa un doppio successo: non solo un passo in più verso quella giustizia più giusta promessa ai cittadini, ma anche l’allargamento del consenso intorno al testo oltre il perimetro della coalizione. Azione ha votato a favore. Contro hanno votato Pd, M5S e Avs. Da segnalare anche l’astensione di Italia Viva, nonostante i toni duri usati da Matteo Renzi. Il dato è particolarmente significativo per il contesto in cui arriva: mentre le cronache giornalistiche raccontano tentativi di manovre al centro per rafforzare la sinistra, fornendo retroscena sugli abboccamenti tra Renzi e Dario Franceschini, le cronache parlamentari – al primo banco di prova – registrano le distanze sostanziali su temi cruciali.

Cosa prevede la riforma della giustizia e quali sono i prossimi step

La riforma introduce la separazione delle carriere in magistratura, tra pm e giudici, il doppio Csm con membri estratti a sorte e un’Alta corte disciplinare, anch’essa in parte composta da membri estratti a sorte. Già approvata a gennaio scorso dalla Camera, dovrà ora tornare a Montecitorio e poi a Palazzo Madama non prima di tre mesi da oggi. Ci si attende comunque un iter rapido, compatibilmente coi tempi dettati dalla Costituzione.

Nordio: «Auspico il passaggio referendario: è bene che gli italiani si esprimano»

Per evitare il referendum serviranno i due terzi dei voti dell’Aula. Il referendum è considerato probabile e atteso per la prossima primavera. Ma c’è ampia fiducia nel sostegno degli italiani. Di più, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha nuovamente confermato di auspicare il passaggio referendario, «perché una materia così delicata va sottoposta al giudizio degli italiani». Nordio ha parlato della separazione delle carriere come di «un passo molto importante verso l’indipendenza della magistratura da se stessa, dalle sue correnti, attraverso la rimodulazione del Csm» e di «un balzo gigantesco verso l’attuazione del processo accusatorio, voluto da Giuliano Vassalli».

Le sceneggiate di Pd e M5S. FdI esulta: «Giustizia è fatta»

«Di fronte a una riforma così epocale le divergenze di opinioni si sono acuite, ora spero che il dialogo riprenderà con maggiore serenità», ha proseguito il Guardasigilli, al termine di lavori segnati anche dalle sceneggiate del M5S e del Pd. I primi hanno alzato cartelli con le foto di Falcone e Borsellino, sostenendo che la maggioranza li strumentalizza con annesso coro di «vergogna, vergogna»; i secondi hanno tirato fuori fogli con la Costituzione capovolta. Reazioni scomposte di forze politiche che quando hanno governato non sono state capaci di incidere e che restano sorde a istanze che vengono dal Paese e che al Paese sono necessarie. Di contro, fuori da Palazzo Madama, FdI manifestava con lo striscione «giustizia è fatta».

Ciriani: «Fieri di lavorare per una giustizia giusta»

«Siamo fieri e orgogliosi di ciò che stiamo facendo», ha commentato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ringraziando tutti i parlamentari, senatori e deputati, per il loro lavoro. «Nella nostra azione – ha aggiunto – non c’è alcun intento punitivo, ma solo la volontà di dare ai cittadini una giustizia giusta e una magistratura libera, senza il peso del potere correntizio».

La «giornata storica» celebrata dal centrodestra

Soddisfazione è stata espressa da tutto il centrodestra. «Con il voto al Senato prosegue la battaglia di civiltà per il giusto processo», ha rivendicato il sottosegretario alla Giustizia di FdI, Andrea Delmastro, parlando di «un altro passo verso una riforma epocale». «Oggi è una giornata che resterà nella storia», ha detto l’altro sottosegretario di Largo Arenula, Andrea Ostellari della Lega, mentre il viceministro di FI, Francesco Paolo Sisto, ha esultato con un «e due!», riferito al sì del Senato, dedicando idealmente il voto a Berlusconi, come altri azzurri. «Stiamo compiendo una vera e propria rivoluzione copernicana, in attesa della ratifica popolare del referendum», ha aggiunto Sisto, confermando a sua volta la fiducia nell’appuntamento con gli italiani. I quali, del resto, hanno votato il centrodestra anche per vedere realizzare questa riforma.

L’impatto della riforma oltre i palazzi di giustizia

«Oggi abbiamo fatto un passo avanti molto importante su questa strada. Sono certo che giungeremo presto al traguardo. Non è solo una nostra vittoria, è una vittoria degli italiani», ha detto il vicepremier Antonio Tajani, ricordando che quella della giustizia è «una riforma che avrà un impatto positivo anche sull’economia, andremo avanti in un quadro complessivo anche per riformare la giustizia civile, una giustizia lumaca che ci costa 2-3 punti di Pil».

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di Eleonora Guerra - 22 Luglio 2025