
La telefonata
Ucraina, fumata nera Usa-Mosca. Trump: non sono contento, continuiamo a dare armi a Kiev
Nessun progresso dopo il colloquio telefonico di un'ora con Putin. E su Hamas il presidente Usa dice alla stampa: scopriremo se ha accettato entro 24 ore
“Non sono contento, nessun progresso”. Parola di Donald Trump dopo la telefonata con Vladimir Putin definita “schietta” dai diplomatici, che tradotto significa un fallimento. Nessun passo avanti, gelo totale sull’Ucraina. Chi ha chiuso per primo attaccando la cornetta tra i due big del mondo? Per evitare imbarazzi il Cremlino ha risposto: «Gli interpreti”. Il colloquio tra lo zar e il tycoon, la sesta telefonata tra i due leader dal ritorno del repubblicano alla Casa Bianca, è durata “quasi un’ora”.
Trump: “Ho detto a Putin che non sono contento”
Stando al resoconto del consigliere diplomatico di Putin, Jurij Ushakov, Trump è tornato a chiedere al leader del Cremlino di porre fine al conflitto ucraino, ma Putin ha fatto muro. “La Russia perseguirà i suoi obiettivi, ossia l’eliminazione delle ben note cause profonde che hanno portato alla situazione attuale, all’aspro confronto attuale. La Russia non rinuncerà a questi obiettivi”. Nessun compromesso, insomma. su Kiev lo stallo è totale. Trump ha nuovamente chiesto “una rapida cessazione delle azioni militari”. Putin, invece, non si è schiodato dai suoi “obiettivi”: la rinuncia di Kiev alla Nato e a cinque sue regioni. A Trump non ha offerto altro che la sua disponibilità a «proseguire» i negoziati a Istanbul, purché restino bilaterali, tra Russia e Ucraina, senza gli Usa a mediare. Dopo i convenevoli tra i due e i dossier Iran e Medioriente il clima si è surriscaldato su Kiev. Non è un caso che il primo commento del presidente Usa sia stato: “Ho detto a Putin che non sono contento. Non ho fatto alcun progresso”.
Sull’Ucraina è gelo totale, Putin non molla
Putin aveva annunciato la telefonata durante il forum dell’Agenzia per le Iniziative Strategiche a Mosca. “Sono imbarazzato a farlo aspettare. Si offenderà», aveva detto troncando il suo intervento prima del previsto. Il giorno prima Washington aveva deciso di sospendere l’invio di alcune armi all’Ucraina, ma il tema durante la telefonata non sarebbe stato sollevato. Parlando in seguito coi giornalisti, Trump ha però precisato che le forniture di armi non sono state interrotte, «ma ne abbiamo inviate troppe e dobbiamo essere sicuri di averne abbastanza per noi”.
Gaza, Trump: vedremo cosa accadrà nelle prossime 24 ore
Sul fronte Gaza la situazione è in evoluzione. “Vedremo cosa accadrà”. Così Trump ai giornalisti che gli chiedevano se Hamas avesse accettato l’ultima proposta per un cessate il fuoco con Israele e il rilascio degli ostaggi trattenuti nella Striscia. “Lo sapremo nelle prossime 24 ore”, ha detto. Sul dossier dazi, invece, ha annunciato che inizierà a inviare in queste ore documenti agli altri Paesi, circa dieci al giorno, per informarli sui dazi. “Propendo per l’invio di una lettera, per dire quali dazi dovranno pagare, è molto più semplice”, ha detto nelle scorse ore ai giornalisti, come riporta The Hill.