
La pazienza è finita
Trump «molto arrabbiato» con Putin: subito armi a Kiev e dazi secondari a Mosca al 100% se la pace non arriva in 50 giorni
Il presidente Usa chiude l'accordo con la Nato per l'invio di Patriot e batterie e ribadisce che il tempo delle parole è finito: lo zar fa «solo discorsi, poi arrivano i missili a Kiev e uccidono 60 persone. Si deve fermare»
Subito le armi all’Ucraina e poi «tariffe secondarie del 100%» alla Russia se «entro 50 giorni» non si arriverà a un accordo per il cessate il fuoco. Donald Trump è, come ha detto lui stesso, «molto arrabbiato» con Vladimir Putin «perché pensavo che avremmo avuto un accordo due mesi fa». La pazienza è finita, è il messaggio ribadito da Trump, che dopo l’ultima telefonata con Putin, avvenuta il 3 luglio, ha più volte chiarito di aver preso atto dell’inconsistenza delle promesse di dialogo del Cremlino, arrivando la scorsa settimana a sostenere che lo zar «ci dice un sacco di ca…te».
Trump «molto arrabbiato con Putin»
Oggi il nuovo affondo, nel quale Trump ha confermato tutta la sua frustrazione per la situazione. Per «circa quattro volte», ha spiegato Trump, in questi mesi aveva pensato di aver raggiunto un accordo con la Russia sulla guerra in Ucraina, ma «ora ne stiamo ancora parlando». «Penso che avremmo dovuto raggiungere un accordo molto tempo fa, ma si continua ad andare avanti e ancora avanti», ha affermato intervenendo dalla Casa Bianca, e sostenendo che Putin ha imbrogliato i suoi predecessori, da Clinton in poi, «ma non ha imbrogliato me».
L’ultimatum: armi a Kiev e tariffe secondarie al 100% per Mosca
L’ultimatum di Trump a Putin è arrivato a margine della visita del segretario generale della Nato, Mark Rutte, a Washington e nel giorno in cui l’inviato speciale per l’Ucraina Keith Kellogg, in visita a Kiev, ha incontrato Volodymyr Zelensky. Trump e Rutte hanno annunciato un accordo con la Nato per il rifornimento all’Ucraina di una grande quantità di armamenti. Zelensky e Kellogg hanno avuto un colloquio sul sostegno Usa che il presidente ucraino ha definito «molto produttivo», ringraziando Trump per «gli importanti segnali di sostegno» inviati.
Il segno che la pazienza è finita
Ma da registrare ci sono anche i segnali che Trump non ha inviato: il presidente Usa, come ormai chiaro dall’inizio della sua presidenza, manda spesso messaggi ambivalenti, durissimi negli avvertimenti, ma poi accompagnati da un qualche gesto di apertura che fa intuire l’esistenza di un margine per una trattativa che, al di là della sua strategia, evidentemente ritiene ancora in corso. Un po’ come sta succedendo ancora in queste ore sui dazi all’Ue. «Noi siamo sempre pronti a parlare, siamo disposti a parlare, anche con l’Europa. Infatti stanno venendo qui, vogliono parlare», ha ribadito ancora oggi Trump, pur avendo detto nel corso della giornata che gli Usa «sono stati derubati per decenni da amici e nemici», tanto sul commercio quando sulla difesa.
Parole, parole, parole: Trump si è stancato dei giochetti di Putin
Nelle sue ultime dichiarazioni su Putin e l’Ucraina, però, la carota sembra ormai essere sparita, consumata progressivamente dai giochetti russi. «Sono solo discorsi e poi arrivano i missili a Kiev e uccidono 60 persone, si deve fermare, questo deve finire», ha detto Trump, ribadendo di essere pronto ad adottare tariffe che «colpiranno» l’economia russa se Mosca non accetterà di arrivare ad un accordo per mettere fine alla guerra in Ucraina. «Tariffe molto severe se non abbiamo un accordo in 50 giorni, del 100%, chiamiamole tariffe secondarie» anche per chi compra da Mosca, ha spiegato il presidente Usa. «Spero che non arriveremo al punto di doverlo fare, ma io sento così tante parole, solo parole», ha proseguito, chiarendo, con Rutte al fianco, che «siamo molto, molto scontenti» di Putin. «Se oggi fossi Vladimir Putin, riconsidererei la possibilità di prendere i negoziati sull’Ucraina più seriamente di quanto non stia facendo al momento», è stato il commento di Rutte.
L’accordo con la Nato per le armi a Kiev
Trump ha annunciato che l’accordo con la Nato per l’invio di armi all’Ucraina include i sistemi missilistici Patriot e batterie. «Ne avremo alcuni molto presto, entro pochi giorni… un paio di Paesi che dispongono di Patriot li scambieranno e li sostituiranno con quelli che hanno», ha spiegato il presidente Usa, rivendicando che «noi produciamo il migliore equipaggiamento, i migliori missili, il meglio di tutto». «I Paesi europei lo sanno e abbiamo fatto un accordo oggi, in base al quale noi invieremo le armi e loro pagheranno», ha proseguito. «Gli europei stanno subentrando anche su questo», ha spiegato Rutte, aggiungendo di essere in contatto con «numerosi Paesi» che vogliono aderire all’accordo, fra cui, ha citato, Finlandia, Danimarca, Svezia, Norvegia, Gran Bretagna, Olanda e Canada. «Ed è solo la prima ondata, ce ne saranno altri», ha anticipato.