
Pax ex dazio
Thailandia e Cambogia concordano un cessate il fuoco dopo giorni di combattimenti. Decisivo il pressing di Trump
Un confine in fiamme, migliaia di sfollati. Ora, finalmente, la tregua. Come ci si è arrivati? Con la pressione commerciale e diplomatica degli Stati Uniti, che hanno trasformato i dazi in uno strumento di pace. "È merito del presidente Usa. Dategli il Nobel per la Pace!"
Dopo cinque giorni di bombardamenti, accuse incrociate e centinaia di migliaia di sfollati, la notte sul confine tra Thailandia e Cambogia è tornata silenziosa. I due Paesi hanno concordato un «cessate il fuoco immediato e incondizionato» a partire dalla mezzanotte di lunedì. La tregua arriva al termine di un’escalation armata che ha causato almeno 36 vittime, in gran parte civili, e più di 300.000 sfollati. A premere per la pace, la Malesia — presidente di turno dell’Asean, l’associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico— affiancata da Stati Uniti e Cina.
La mediazione malese e il primo passo
Il cessate il fuoco è stato annunciato dopo oltre due ore di colloqui tenuti a Putrajaya, nella residenza ufficiale del primo ministro malese Anwar Ibrahim. Affiancato dai leader thailandese e cambogiano, Anwar ha dichiarato in conferenza stampa: «Questo è un primo passo fondamentale verso la de-escalation e il ripristino della sicurezza. Tutte le parti hanno espresso un impegno condiviso per la pace». Le due cancellerie torneranno a comunicare direttamente, mentre una squadra di osservatori vigilerà sull’attuazione dell’accordo.