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Dalla piazza al Parlamento

Tagli all’agricoltura, esplode la rabbia: “È guerra”. Lollobrigida a Von der Leyen: “Un piano non all’altezza”

La presidente della Commissione presenta un bilancio ridotto come "tutela". Gli agricoltori parlano di tradimento e minacciano battaglia. Fidanza: "Ora andremo a verificare le cifre reali e inizieremo un negoziato durissimo. Apprezziamo l’opera del vicepresidente Fitto per salvaguardare e modernizzare le politiche di coesione. Vogliamo decisamente di più sull’agricoltura"

Europa - di Alice Carrazza - 17 Luglio 2025 alle 17:13

«Vogliono dichiararci guerra? Bene, siamo pronti». La frase, lapidaria e tutt’altro che diplomatica, è uscita dalla bocca di Massimiliano Giansanti, presidente del Copa, mentre centinaia di agricoltori marciavano ieri sotto le finestre del Palazzo Berlaymont — sede della Commissione europea — al grido di “Benvenuti a Vonderland”, parafrasando con sarcasmo il nome della presidente Ursula von der Leyen. In questo scorcio di luglio, l’Europa agricola non applaude né non ringrazia per i tagli che rischia di dover subire. «La proposta della Commissione non è all’altezza», ha sentenziato da Roma il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.

Tagli all’Agricoltura: 86 miliardi in meno

La Commissione ha sottoposto la sua “idea” per il Quadro finanziario pluriennale 2028-2034: un taglio netto alla Politica Agricola Comune da 386,6 miliardi a 300 miliardi. Una sforbiciata superiore al 20%, senza nemmeno un adeguamento all’inflazione.

La presidente von der Leyen, però, si è detta soddisfatta: «L’agricoltura sarà rafforzata. Quello che abbiamo tutelato sono i pagamenti diretti agli agricoltori», ha dichiarato, sottolineando che altri fondi saranno destinati alle comunità rurali attraverso canali alternativi. Il commissario all’Agricoltura Christophe Hansen ha rincarato: «Per quanto riguarda il denaro che finisce nelle tasche degli agricoltori, non ci sono tagli».

Lollobrigida: “Non siamo soddisfatti”

L’Italia si è battuta fin dall’inizio, come ha spiegato Lollobrigida, anche attraverso documenti sottoscritti da una larga maggioranza dei ministri europei, per difendere agricoltura e pesca come pilastri fondativi dell’economia continentale. «Avevamo apprezzato un cambio di rotta annunciato dalla Commissione rispetto all’era Timmermans e alle follie ideologiche del Green Deal, ma questi propositi si sono realizzati solo in parte», ha affermato, invocando modifiche sostanziali al piano presentato e annunciando che l’Italia è pronta a lavorare insieme per «garantire prosperità ai Popoli» che fanno parte dell’Ue.

«La proposta, così come è stata presentata dalla Commissione, al netto dei risultati ottenuti dalle battaglie al suo interno del vicepresidente Fitto, è lontana dal poter soddisfare noi tutti a partire da agricoltori e pescatori fino alle Regioni a cui viene di fatto viene sottratta la possibilità di usufruire di uno strumento di pianificazione che dia certezza delle risorse», ha incalzato il titolare del dicastero.

Poi ha rivendicato che, a differenza di Bruxelles, «il governo Meloni ha stanziato più risorse per agricoltura e pesca proteggendo il settore e migliorando i risultati rispetto alla situazione nella quale lo abbiamo ereditato». E assicura: «Continueremo a farlo e a batterci per garantire sempre maggiore centralità alle nostre imprese».

Agricoltori in rivolta: “Un patto spezzato”

Gli agricoltori europei concordano col ministro Italia: questa manovra rappresenta la rottura di un patto storico, quello sancito nel dopoguerra, quando la Pac fu concepita non come un sussidio, ma come una garanzia di stabilità. «Stanno smantellando settant’anni di storia europea», ha tuonato ancora Giansanti.

Nessun trattore questa volta, ma bandiere, cori e stivali gialli a terra. «Vorrei poter sopravvivere senza sussidi, ma ne abbiamo bisogno. La campagna spagnola e l’agricoltura europea stanno venendo distrutte da qui», ha detto Álvaro, agricoltore spagnolo.

La critica è trasversale

Dentro l’emiciclo, Hansen ha spiegato che i 300 miliardi non rappresentano un tetto, bensì un minimo garantito, vincolato per legge. «Nessun’altra area politica gode di questo livello di protezione», ha assicurato. Ma a molti non basta.

Herbert Dorfmann, eurodeputato del Partito popolare europeo, stesso della von der Leyen ha gelato la sala: «Non cercate di venderci un taglio del 25% alla PAC come una storia di successo». Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione, ha ammesso le difficoltà: «La proposta costituisce l’inizio di un processo legislativo molto impegnativo», ha dichiarato, invitando al dialogo e alla costruzione di un testo condiviso, in particolare per tutelare le regioni meno sviluppate.

L’intervento di Fidanza: “Negoziato lunghissimo e durissimo”

Ad intervenire, anche Carlo Fidanza, capogruppo di Fratelli d’Italia e vicepresidente del partito dei Conservatori e riformisti europei: «Von der Leyen ha voluto forzare sul fondo unico, nonostante la contrarietà di gran parte dei governi e del Parlamento europeo. Ora andremo a verificare le cifre reali e inizieremo un negoziato che si preannuncia lunghissimo e durissimo».

«Apprezziamo l’opera del vicepresidente Fitto per salvaguardare e modernizzare le politiche di coesione — ha specificato — Vogliamo decisamente di più sull’agricoltura, che in questa fase storica non può e non deve subire nuove penalizzazioni. Infine siamo molto preoccupati per le nuove risorse proprie, che rischiano di tramutarsi in nuove tasse ai danni di cittadini e imprese».

Copa-Cogeca: “Mercoledì nero per l’agricoltura europea”

La principale organizzazione agricola europea ha definito la giornata un «mercoledì nero per l’agricoltura europea». In una nota, ha parlato di taglio «radicale, unilaterale e cinico», accusando la Commissione di aver agito «in segreto» e tradito il dialogo promesso. «Sappiamo esattamente chi sarà colpito più duramente: le aziende agricole familiari, la pietra angolare del nostro modello».

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di Alice Carrazza - 17 Luglio 2025